Gruppo del Supramonte

Nella mappa interattiva sono mostrati solamente cime e itinerari descritti nel sito. Cliccando sulle tracce dei sentieri si può visualizzare il link alla relazione dell’itinerario.

Il toponimo “supramonte” deriva da “planu supramonte”, cioè il pianoro al di sopra della montagna. Si riferisce alla conformazione caratteristica di questo gruppo montuoso: giganteschi tavolati calcareo-dolomitici, completamente disabitati e al di fuori delle vie di comunicazione, incisi da spettacolari canyon, bucherellati da lunghissimi complessi carsici, coperti da secolari foreste di leccio o spogli e desertici, sorretti da enormi pareti bianchissime, affacciati direttamente sul mare con altissime falesie. Tutte caratteristiche che contribuiscono a rendere il Supramonte una delle regioni montuose più selvagge, uniche e spettacolari dell’Italia intera.
Il Supramonte vero e proprio si riferisce solo all’area carbonatica di questa parte di catena montuosa; qui, per rispettare i soliti criteri orografici, ho esteso lievemente la denominazione. Così, l’area qui descritta confina con l’adiacente gruppo del Gennargentu presso il valico di Arcu Correboi, e comprende anche quel contrafforte che si sviluppa verso est culminando con il Monte Genziana, separando il bacino del Fiume Cedrino da quello del Flumendosa. È da questo importante contrafforte che si dipartono i due grandi sistemi montuosi definiti propriamente come “Supramontes”, oltre che tutta quella parte di montagne sarde che si spinge verso sud nel territorio dell’Ogliastra.
Quindi, il Supramonte propriamente detto è costituito da due grandi catene montuose parallele, separate dalla marcata valle del Riu Flumineddu, il più importante affluente del Fiume Cedrino. La catena più orientale, compresa nei territori comunali di Urzulei, Baunei e Dorgali, è il cosiddetto Supramonte Marino: qui i grandi altopiani calcarei si affacciano direttamente sul mare, delimitando gran parte del Golfo di Orosei e determinando una costa estremamente impervia e inaccessibile, con falesie di altezze ragguardevoli (presso la Punta Giradili un dislivello di 732 metri viene coperto in circa 600 metri in linea d’aria). Per più di 30 km, tra Cala Fuili e Perda Longa, il litorale è del tutto privo di insediamenti e strutture umane, ed è raggiungibile solamente a piedi o in barca.
All’interno, le montagne sono incise da impressionanti canyon  le cosiddette códule, con i loro piccoli “affluenti”, i bacos  dal fondo generalmente secco: solo la Códula di Luna, la più lunga e grande, è percorsa da un torrente vero e proprio; negli altri casi l’acqua scorre sotto terra, e gli alvei sassosi delle códule si riempiono d’acqua solamente dopo eccezionali precipitazioni. Le códule e i bacos maggiori sfociano poi in mare in corrispondenza di piccole baie, che racchiudono alcune delle spiagge più belle d’Italia: prime tra tutte le famosissime Cala di Luna e Cala Goloritzé, ma anche Cala Sisine, Cala Cartoe, Cala Mariolu, Cala Biriola… Tutti luoghi incantati, dove un mare cristallino incontra la natura selvaggia e impervia del Supramonte.
C’è poi la catena occidentale, più elevata, detta Supramonte Montano, che si allunga tra le valli del Cedrino e del Flumineddu, all’interno dei comuni di Orgosolo e Oliena. Il Supramonte di Oliena è ben visibile dalle strade statali e provinciali che viaggiano tra Núoro e Dorgali: una gigantesca bastionata di calcari bianchissimi che si innalza improvvisamente dall’altopiano basaltico del Cedrino superando in un balzo un dislivello ben superiore ai 1000 metri. Le grandi vette che coronano la bastionata (Punta Cusidore, Punta sos Nidos, Punta Ortu Camminu, e anche il Monte Corrasi, che rimane un po’ più nascosto) sono le più spettacolari dell’intera catena montuosa: contrafforti e pareti non hanno niente da invidiare agli angoli più selvaggi delle Dolomiti, e gli altopiani carsici compresi tra di essi ricordano da vicino alcune zone dell’Asia centrale. Uscendo la mattina presto non è raro scorgere, tra gli spuntoni rocciosi, branchi di mufloni sardi.
Verso sud il Supramonte Montano si addentra nel territorio di Orgosolo, perdendo in parte la dimensione verticale (le vette sono certamente meno notevoli), ma guadagnando in quella orizzontale: è questo il vero Planu Supramonte, con giganteschi pianori in cui sopravvivono ancora foreste secolari  come ad esempio la nota Foresta di Sas Baddes  interrotti da arrotondati costoni calcarei e da impressionanti forme carsiche. Una tra tutti è la media valle del Rio Flumineddu, che si inforra gradualmente fino alla Gola di Gorropu, il canyon più profondo d’Europa; o ancora, la voragine di Su Disterru, esplorata fino alla profondità di 240 metri, o l’enorme dolina di Su Suercone, dal diametro di circa 500 metri.
Nonostante oggi il Supramonte appaia abbandonato e desolato, tra le montagne si ritrovano numerosi segni della presenza umana: una presenza non invasiva, che doveva ogni giorno confrontarsi con le difficoltà determinate da un ambiente così ostile, ma che è riuscita a sopravvivere per più di 2000 anni. I resti più antichi sono ovviamente i numerosi nuraghes e villaggi nuragici, che si ergono, più o meno conservati o valorizzati, a guardia di ampie porzioni di territorio supramontano, oppure nascosti negli anfratti più segreti a scopo difensivo. Più recenti, invece, sono i resti della frequentazione di pastori e carbonai: ci sono numerosissimi cuiles, i caratteristici ovili sardi, dal perimetro circolare e dal tetto conico, costruito a regola d’arte intrecciando tronchi di ginepro; o ancora, vecchie mulattiere, sentierini, passaggi obbligati tra le rocce attrezzati con arditissime scale di ginepro, carbonaie… Solo negli ultimi decenni il Supramonte si è veramente spopolato: grazie allo sviluppo e all’industrializzazione i giovani del luogo hanno trovato un’alternativa più agevole alla vita di stenti del pastore di montagna.
In ogni caso, camminare nel Supramonte non è come camminare sulle Alpi e sugli Appennini. Questa montagna, pur di quote relativamente modeste, è decisamente meno “turistica” e accessibile, più “selvaggia” nel vero senso del termine. Pochissimi sono i sentieri segnalati regolarmente (nella maggior parte dei casi ci si deve arrangiare con vaghi sentierini e qualche ometto di pietra), e ancora meno sono i punti di appoggio (si può camminare per interi giorni senza trovare una singola strada carrabile, un rifugio escursionistico o un attracco per barche). Bisogna poi tenere conto del fatto che, a causa del terreno carsico, l’acqua in superficie è praticamente assente: i pastori del Supramonte conoscevano ogni anfratto del massiccio montuoso, tra cui anche tutte le sue riserve d’acqua (magari piccole pozze di acqua piovana, o anche minuscoli stillicidi all’interno di grotte nascoste); all’escursionista invece conviene affrontare il Supramonte con umiltà e portarsi dietro una grande scorta di bottiglie o borracce piene. Inoltre, i grandi altopiani sommitali sono spesso privi di punti di riferimento: per questo, anche quando si cammina su sentieri “ufficiali”, è più che mai indispensabile la carta topografica (per una volta, le tavolette IGM risultano utili) e, se non si ha un buon senso dell’orientamento, anche una bussola o un GPS non fanno male.

​Scheda tecnica

Limiti geografici: Arcu Correboi, Riu Gremanu, Riu Olai, Ena Longa, Fiume Cedrino, Mar Tirreno, Riu Girasole, Genna ‘e Santa Barbara, Flumendosa, Riu Piricanas.
Isola di appartenenza: Sardegna.
Vetta più elevata: Monte Genziana (1506 m).
Estensione del gruppo montuoso: circa 1100 kmq.

Vette principali

Nome Quota Difficoltà
Monte Corrasi 1463 E
Punta Carabidda 1321 E
Punta Ortu Camminu 1331 E
Punta sos Nidos 1348 E
Punta Cusidore 1147 F
Punta Salavarrò 1034 E
Punta su Nuraghe 879 T
Monte Tului 917 T
Monte Bonacoa 584 EE
Monte Bárdia 882 E/EE
Monte Irveri 616 E
Códula Manna 413 EE

Galleria

Elenco completo degli itinerari

  1. Cala Gonone – sa Tintura – Cala Cartóe (E)
  2. Bocca d’Irghiriai – Cuile Ziu Tattanu – Monte Irveri – Cuile sa Tintura – Cala Cartóe (E/EE)
  3. Bocca d’Irghiriai – Códula Manna (EE)
  4. Bocca d’Irghiriai – Cúccuru Cazzeddu – Monte Bárdia (E/EE)
  5. Galleria Nuova di Buca Entu – Conca de Donnu – Monte Bárdia (EE)
  6. Galleria Nuova di Buca Entu – Monte Bonacoa (EE)
  7. Galleria Nuova di Buca Entu – Monte Tului (T)
  8. Strada per Ghivine – Monte Tului (E)
  9. Cala Fuili – Cala di Luna (E)
  10. Cala Fuili – Nuraghe Toddeitto – Cumbida Prantas (E)
  11. Cumbida Prantas – su Arcu ‘e sa Túora – Punta su Nuraghe (T)
  12. Cumbida Prantas – Buchi Arta – Cala di Luna (E)
  13. Ghenna Petta – Punta Salavarrò (E)
  14. Su Gologone – Monte Uddé – Forcella Sovana – Cuile Vilitzi – Punta sos Nidos (EE)
  15. Rifugio Monte Maccione – Scala ‘e Pradu – Punta sos Nidos (E)
  16. Rifugio Monte Maccione – Scala ‘e Pradu – Monte Corrasi (E)

Curiosità e siti d’interesse

  1. Dolmen di Motorra
  2. Nuraghe Gulunie