Scala delle difficoltà

Escursionismo

Per le difficoltà dei percorsi escursionistici seguo la scala CAI, che ormai viene utilizzata praticamente da tutti.
T = per turisti. Sono percorsi facili che si svolgono su stradine o sentieri ben segnalati senza problemi di orientamento e con dislivelli modesti.
E = per escursionisti medi. La maggior parte dei percorsi escursionistici è di questa difficoltà. Sono percorsi su sentieri di solito segnalati ma che richiedono già conoscenza dell’ambiente montano, allenamento alla fatica. Possono essere presenti brevi passaggi su roccia o brevi tratti esposti.
EE = per escursionisti esperti. Sono quei percorsi che presentano tratti su roccia facile ma non elementare, oppure tratti aerei ed esposti o problemi di orientamento.
F = alpinismo facile. Le difficoltà sono analoghe al grado EE, ma si fanno più continue. Sono valutati F anche percorsi non segnalati con lunghi tratti fuori sentiero su terreni impervi (ghiaioni, roccette…).
Importante: Nonostante “F” stia per “facile”, si riferisce già all’alpinismo, quindi i percorsi “F” sono i più difficili che potrete trovare in questo sito.

La distinzione tra EE e è piuttosto labile. Entrambi i gradi indicano percorsi al limite tra escursionismo e alpinismo, quella terra di nessuno che in inglese si chiama scrambling, e che è probabilmente il mio terreno preferito, oltre che il mio limite superiore di difficoltà. La valutazione EE o F è molto soggettiva, dipende anche dalla sensibilità dell’escursionista.
Ad esempio, per alcuni un singolo passaggio molto esposto in un percorso EE può essere più impegnativo di 250 m di dislivello su rocce gradinate in un percorso F. Per distinguere le due, mi baso essenzialmente su quanto le difficoltà sono continue, ma non garantisco che la soggettività sia del tutto lasciata fuori.
Non sono presi in considerazione percorsi più difficili del grado F. Con il grado PD (poco difficile) inizia il “vero” alpinismo, quello che richiede l’attrezzatura adeguata e la conoscenza delle manovre necessarie. Per lo stesso motivo, non sono inclusi percorsi F su neve o ghiaccio.

Vie ferrate

Altro discorso vale per le vie ferrate, tipologia di percorsi di cui sono da pochissimo tempo fruitore (per ora ce ne sono due descritte nel sito) e in cui sono ancora piuttosto imbranato. Su molti libri e siti internet le vie ferrate vengono indicate con un semplice EEA, che sta per “escursionisti esperti attrezzati” e non vuol dire niente, perchè indica solo che serve l’attrezzatura e non tiene assolutamente in conto delle difficoltà vere e proprie della ferrata.
Tra le varie scale proposte per le vie ferrate, quella che mi piace di più è la “Scala Cappellari”, che quindi userò nel sito. La scala prevede di affiancare due numeri alla dicitura EEA: un numero romano che indica la “difficoltà ambientale” della via (lunghezza, isolamento, esposizione, possibilità di fuga…) e un numero arabo che indica la difficoltà tecnica dei passaggi più difficili. La scala, riportata qui di seguito, è tratta da La Via delle Bocchette e le Ferrate del Brenta di R. Ciri.

Difficoltà ambientale

I = Via di basso impegno globale, adatta anche a bambini o a persone non molto esperte di ambiente montano. L’approccio è semplice e sicuro, come pure la discesa. La ferrata è ottimamente attrezzata senza punti critici non assicurati. Possibili vie di fuga in caso di maltempo.
II = Ferrata dove è necessaria già una buona esperienza. L’accesso alla parete può essere abbastanza lungo oppure ha bisogno di senso dell’orientamento. La via è ben segnata ma in alcuni tratti può essere necessario, soprattutto in caso di cattivo tempo, un buon senso di orientamento. È necessario passo fermo in quanto sono possibili tratti semplici ma esposti non assicurati.
III = Via solo per escursionisti esperti. Isolata e lunga, può avere numerosi passaggi esposti non protetti. Un cambiamento del tempo può creare seri problemi come pure ci può essere il pericolo di cadute di sassi.

Difficoltà tecnica

1 = Via molto facile, con limitati tratti di ferrata, adatta anche a bambini e persone poco esperte.
2 = Via abbastanza facile, in genere non troppo lunga, con qualche passaggio più verticale. Assicurazione molto buona.
3 = Passaggi tecnici, anche se discontinui. È richiesto buon allenamento, passo fermo e buona abilità in arrampicata.
4 = Via difficile, spesso con passaggi atletici che richiedono buon uso degli arti inferiori e allenamento su quelli superiori. Diversi passaggi verticali.
5 = Via molto difficile e complessa, riservata solo a persone con buona tecnica di arrampicata ed esperienza. Le difficoltà tecniche si sviluppano su lunghi tratti di via.

Tenete conto che ad oggi sono solo un principiante, e mai e poi mai sarei in grado di fare una ferrata difficile.

Ciaspole

Molti percorsi escursionistici facili o medio-facili, quando l’innevamento lo consente, possono essere percorsi con le ciaspole. Nel caso io abbia effettuato il sopralluogo con le ciaspole, affiancherò alla difficoltà estiva una difficoltà invernale mutuata dalla scala ufficiale del CAS (Club Alpino Svizzero) per le escursioni con ciaspole. Accanto alla sigla CAS, qui di seguito inserisco anche la sigla corrispondente utilizzata su Gulliver, in modo da comparare le due scale.
WT0 = Escursione breve, pianeggiante, o comunque con dislivelli molto limitati a bassa pendenza, su pista battuta. Nessun pericolo di valanghe. Adatta a principianti. Corrisponde al grado T di Gulliver.
WT1 = Escursione su basse pendenze (<25°), lontano da pendii ripidi. Nessun pericolo di valanghe, e nessun pericolo di cadute su pendii esposti. Corrisponde al grado MR di Gulliver.
WT2 = Escursione su pendenze generalmente basse (<25°), ma che può includere traversate su pendii ripidi. Brevi scivolamenti e cadute sono possibili, ma senza conseguenze. Ci può essere lieve esposizione al pericolo di valanghe, quindi è richiesta una discreta capacità di valutazione del manto nevoso. Dislivello e lunghezza del percorso possono essere importanti. Corrisponde al grado BR di Gulliver.
WT3 = L’escursione può prevedere brevi tratti ad elevata pendenza (>25°) e traversate di pendii ripidi, dove brevi cadute e scivolamenti sono possibili. L’itinerario può avere moderata esposizione al pericolo di valanghe, e quindi è richiesta una buona capacità di valutazione del manto nevoso. Il percorso può essere lungo e con molto dislivello. Corrisponde al grado OR di Gulliver.
I gradi superiori al WT3 non sono presi in considerazione, perchè si sconfina nell’alpinismo invernale.
Spesso, il percorso invernale di un’escursione presenta differenze rispetto al percorso estivo. In questo caso, cercherò per quanto possibile di descrivere entrambi i percorsi, o comunque evidenziarne le differenze nel testo.
Ovviamente, per tutti quei percorsi che non ho effettuato con la neve (cioè la stragrande maggioranza degli itinerari del sito) non indico la difficoltà invernale.

Percorsi in grotta

Visto che il sito ospita un discreto numero di percorsi di speleologia molto facile, ho pensato di mettere un po’ di chiarezza sulle difficoltà degli stessi “inventandomi” una scala adatta allo scopo.

T = Turistica. Sono le grotte attrezzate per la visita turistica, a cui si accede a pagamento seguendo una visita guidata.
F = Facile. Grotta di breve sviluppo e di percorrenza elementare. Il terreno è semplice e la visita avviene camminando, senza usare le mani. Non vi sono biforcazioni o possibilità di perdere l’orientamento.
M = Media difficoltà. Lo sviluppo della grotta può superare il centinaio di metri, con possibili biforcazioni interne, anche se il percorso rimane evidente e non vi sono problemi di orientamento. Possono essere presenti tratti in cui si avanza carponi o brevi passaggi di arrampicata.
D = Difficile. Lo sviluppo della grotta può superare il centinaio di metri, con numerose biforcazioni che richiedono un dettagliato studio preventivo della pianta e della sezione della grotta stessa. Presenti passaggi di arrampicata e/o strettoie in cui si striscia.

Ovviamente, il “facile”, il “media difficoltà” e il “difficile” sono intesi per uno speleo-escursionista senza particolare esperienza speleologica: per uno speleologo esperto, tutte le grotte descritte in questo sito dovrebbero risultare facili.
Bisogna invece tenere a mente che il grado F in grotta corrisponde sempre e comunque ad un EE un po’ più difficile, anche nei casi più elementari, perchè il terreno in grotta è sempre impervio e potenzialmente pericoloso.
La visita delle grotte richiede sempre casco, torcia frontaletorcia e batterie di riserva guanti. Nel caso si debba strisciare è consigliabile anche una tuta da lavoro, pena buttare via i vestiti che si utilizzano (o quasi). Nessuna delle grotte descritte richiede corde, imbragatura e conoscenza delle relative manovre.