Difficoltà: E
Dislivello in salita: 460 m circa
Dislivello in discesa: 50 m circa
Tempo: 2 – 2.30 ore
Ultima ricognizione: Aprile 2024

Percorso logico e lineare, un po’ monotono, che si svolge lungo lo spartiacque tra i bacini della Bórmida di Millesimo e della Bórmida di Spigno. Si seguono stradine sterrate e piste forestali, prima quasi in piano, poi con alcuni tratti ripidi all’interno della bella faggeta del Ronco di Maglio.

Usciti dall’autostrada ad Altare, si gira a destra in direzione di Cárcare. Prima di arrivarci, si svolta a sinistra sulla diramazione che porta a Pállare. Si gira a destra e si sale a Biestro, da cui si prosegue dritti, passando per Cabitti e giungendo a Culazzi (697 m).

Culazzi è una piccola frazione di Pállare, situata sullo spartiacque tra la valle del Torrente Osiglietta, tributario della Bórmida di Millesimo, e quella del Rio dei Tecci, facente parte del bacino della Bórmida di Spigno.

Il percorso è indicato dal segnavia “X gialla”; in gran parte coincide con un tratto della Via dei Feudi Carretteschi, indicata da piccole targhette. Subito oltre le poche case di Culazzi, si lascia a destra la strada principale, diretta a San Pietro in Costabella, e si imbocca a sinistra una diramazione assai dissestata. Lo stradello sale in breve ad una spalla erbosa pianeggiante dove si trova un capannone. Qui si gira a destra su una strada sterrata, che taglia il versante est del Bric dei Culazzi, poi percorre l’ampio spartiacque quasi pianeggiante tra prati e boschetti.
Trascurando alcune diramazioni laterali, si aggira ad est il poco rilevato Bric Risino, quindi si attraversa lo spartiacque e si contorna ad ovest il tondeggiante Bric Cianella. Una breve discesa porta ad una sella (723 m), da cui la stradina ritorna sul versante est, affacciata sul vallone del Rio dei Tecci. Tagliando con morbidi saliscendi in un giovane bosco, si giunge ad un bivio dove si va a destra. Alla biforcazione successiva, presso un’area diradata, si va a sinistra, allontanandosi dallo spartiacque e spostandosi sul lato del Rio dei Tecci.
La strada taglia in dolce salita nel bosco e, dopo poco più di un chilometro, si biforca nuovamente. Si trascura la diramazione pianeggiante, che taglia verso i Trei Avei, e si imbocca la diramazione di destra in ripida salita. La pista gira bruscamente a destra, poi effettua un’ampia curva verso sinistra e giunge al rudere di Vallegino (829 m). Proseguendo, il castagneto lascia gradualmente spazio alla faggeta, e la pendenza diminuisce. Dopo un tratto quasi pianeggiante, si giunge ad un importante bivio (quota 915).
Qui si abbandona la Via dei Feudi Carretteschi, che prosegue alla volta del Passo Zotta del Lupo, e si piega decisamente a destra seguendo le X gialle. Un lungo traverso con dolci saliscendi riporta sul crinale in corrispondenza di un ripiano (quota 930 circa). Si svolta decisamente a sinistra per rimontare l’ampio costone boscoso. Poco più avanti si abbandona la pista principale per imboccare a destra un largo sentiero sconnesso che sale più direttamente nei pressi del filo di cresta. Ricevuto da sinistra il segnavia “triangolo giallo pieno”, si prosegue ancora dritti in salita: più in alto la pendenza diminuisce e si raggiunge la cima boscosa del Ronco di Maglio (1110 m).

Alberi in fiore sulla dorsale a sud di Culazzi
Alberi in fiore sulla dorsale a sud di Culazzi (13 aprile 2024)
Il rudere di Vallegino
Il rudere di Vallegino (13 aprile 2024)
Indicazioni nella faggeta del Ronco di Maglio
Indicazioni nella faggeta del Ronco di Maglio (13 aprile 2024)
Il segnale di vetta del Ronco di Maglio
Il segnale di vetta del Ronco di Maglio (13 aprile 2024)

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