ALPI LIGURI

Elenco dei gruppi montuosi

Geografia

Le Alpi Liguri sono una parte delle Alpi Occidentali, di cui costituiscono la terminazione sud-orientale. Il Colle di Cadibona, insieme alla Val Letimbro e alla Val Bòrmida di Spigno, le separa a est dall’Appennino Ligure; a ovest invece il Colle di Tenda, insieme alle valli Roya e Vermenagna, le separa dalle Alpi Marittime. Per molto tempo le si è considerate parte delle Alpi Marittime stesse, e in effetti la classica filastrocca che si imparava per ricordare i segmenti della catena alpina non le considera nemmeno. Tuttavia, alpinisti ed escursionisti hanno mantenuto sempre la divisione tra le Alpi Liguri e Marittime; questa divisione è stata “ufficializzata” con la SOIUSA (Suddivisione Orografica Internazionale Unificata del Sistema Alpino) del 2005. Da quell’anno, a tutti gli effetti, le Alpi Liguri sono un settore alpino riconosciuto e indipendente.
Questo tratto di catena alpina si divide abbastanza nettamente in due macrosettori: un macrosettore orientale, mediamente poco elevato e dalle caratteristiche prealpine, in cui lo spartiacque principale alpino corre molto vicino alla costa del Mar Ligure; un macrosettore occidentale, dalle caratteristiche più tipicamente alpine, in cui lo spartiacque principale si allontana dal mare e si trovano tutte le cime più alte della catena. Nel macrosettore orientale troviamo una netta asimmetria dei versanti della catena, analoga a quella che si trova nell’adiacente Appennino Ligure: il versante marittimo è breve, a pendenza elevata, mentre il versante padano è molto dolce, caratterizzato da lunghi crinali secondari e ampie vallate. I corsi d’acqua rispecchiano questa asimmetria: quelli del versante marittimo (Quiliano, Porra, Nimbalto, Marémola, Varatella i più importanti) sono brevi, a carattere torrentizio, mentre quelli del versante padano (le Bòrmide di Spigno e di Millesimo) sono più lunghi e di maggiore portata.

Nel macrosettore occidentale questa asimmetria va man mano attenuandosi: anche sul versante marittimo troviamo vallate importanti e di un certo sviluppo (Valle Arroscia, Valle Argentina, Val Roya) mentre sul versante padano, oltre la Val Tànaro, i valloni diventano più brevi e ripidi (Corsaglia, Casotto, Maudagna, Éllero, Pesio). Nel tratto più occidentale della catena, la displuviale più elevata si trova effettivamente più vicina alla pianura che al mare, determinando un’asimmetria opposta, con un versante settentrionale mediamente più ripido e angusto di quello meridionale.
​Partendo dal Colle di Cadibona, ufficiale limite geografico tra le Alpi e gli Appennini, la catena alpina prende quota lentamente con il Gruppo del Finalese e del Monte Carmo. La displuviale principale corre più o meno parallela alla costa, formando una serie di dossi in prevalenza boscosi. I costoloni che si diramano sul versante marittimo sono brevi, ma alcuni di essi hanno una certa importanza: vanno infatti a formare i caratteristici altopiani calcarei del Finalese, una delle zone più belle e frequentate del ponente ligure. Nella parte occidentale del gruppo montuoso, direttamente alle spalle dei centri costieri di Pietra Ligure e Loano, si eleva il Monte Carmo, la prima cima davvero importante della catena alpina.
Dal Monte Settepani, seconda vetta più elevata del gruppo montuoso, si dirama verso nord l’importante contrafforte che fa da spartiacque tra le Bòrmide di Spigno e di Millesimo, che, dopo aver perso gradualmente quota attraverso una serie di dolci montagne boscose, sfuma gradualmente nell’area collinare delle Langhe Orientali.

Ritornando a seguire lo spartiacque principale, si supera il Giogo di Toirano e si trova il Gruppo del Monte Galero, un gruppo montuoso non particolarmente esteso ma piuttosto eterogeneo, caratterizzato da aree con caratteristiche molto diverse tra loro. La prima cima che si incontra è l’isolata Rocca Barbena, vetta dolomitica da cui prende origine il contrafforte che divide la Val Neva (tributaria del Centa) dalla Val Varatella; il costone si dirige prima verso sud e in seguito verso est, innalzandosi in belle cime a ridosso del mare e dei paesi di Ceriale e Borghetto Santo Spirito: Poggio Grande, Monte Acuto e Monte Croce. Lo spartiacque principale si allontana ora dal mare, contornando la Val Neva con una serie di dossi in gran parte boscosi; ha una certa importanza solamente il Monte Cianèa, che dirama verso nord l’importante spartiacque tra Tànaro e Bòrmida di Millesimo. Lungo questo spartiacque secondario si trovano cime di una certa importanza, come il Monte Spinarda e il Monte Sotta. Oltre il Colle San Bernardo di Garessio, lo spartiacque principale alpino supera finalmente i 1500 metri di quota con le imponenti vette del Monte Galero e del Monte Armetta.

Esse dividono la media Val Tànaro (tratto tra Garessio e Ormea) dall’alpestre Val Pennavàira, tributaria del Neva, una delle più belle valli delle Alpi Liguri. A sud la valle è separata dall’adiacente Valle Arroscia da un importante costolone, su cui sorgono le dolomitiche cime del Castell’Ermo e del Monte Nero.
Al di là del blocco calcareo-dolomitico dei monti Galero e Armetta, lo spartiacque principale alpino si abbassa per l’ultima volta sotto i 1000 metri di quota con il Colle di Nava, quindi prosegue verso ovest, innalzandosi per la prima volta al di sopra dei 2000. È questo il Nodo del Monte Saccarello: dalle due cime principali, il Monte Saccarello e il Monte Frontè, si diramano a ventaglio numerosi costoloni, che, con le loro numerose terminazioni caratterizzano tutta la costa ligure tra Ventimiglia e Albenga. Il contrafforte più importante è quello più occidentale, che fa da spartiacque tra la Valle Roya e la Valle Argentina (e in seguito la Valle Nervia).

Questo costolone si mantiene al di sopra dei 2000 metri per un tratto di notevole lunghezza, fomando l’ampia Cima di Marta e i rocciosi monti Pietravecchia e Toraggio, in uno degli angoli più alpestri e selvaggi della Liguria. Il Monte Pietravecchia è contemporaneamente il “2000” alpino più meridionale e più vicino al mare.
​Dal Monte Saccarello lo spartiacque principale si dirige verso nord, guadagnando ancora quota, fino all’importante nodo della Punta Marguaréis, massima cima delle Alpi Liguri. Le Alpi del Marguaréis ne costituiscono quindi il gruppo montuoso più elevato e “alpino”, con impressionanti pareti dolomitiche e calcaree, vastissimi altopiani carsificati, valloni sospesi selvaggi e vette imponenti e notevoli. L’asse principale di questo gruppo montuoso è orientato da ovest verso est; nella parte più orientale costituisce lo spartiacque tra la Val Tànaro e le numerose valli del Monregalese, mentre nella parte occidentale coincide con lo spartiacque principale alpino. Anche se non è la cima più elevata, la vetta-simbolo di queste Alpi è il Mongioie, imponente, isolato e ben visibile sia da Genova che da Torino. La catena perde individualità solo nella parte più occidentale, abbassandosi fino all’ampia sella del Colle di Tenda; questo valico costituisce il confine geografico tra le Alpi Liguri e le Alpi Marittime, che si elevano subito oltre con i grandi massicci cristallini della Rocca dell’Abisso e del Gelàs.