MONTE BÁRDIA – 882 m
Isola: Sardegna
Gruppo: Gruppo del Supramonte
Descrizione
Il Monte Bárdia (882 m) è una gigantesca bastionata allungata parallelamente alla costa del Golfo di Orosei; separa l’amena baia di Cala Gonone da Dorgali e dall’ampia piana basaltica in cui scorre il Fiume Cedrino. Visto da entrambi i lati appare come un’imponente e impervio muraglione: da Cala Gonone è particolarmente incombente, con il pancione roccioso detto Monte Chessaruia che si spinge verso il centro abitato, e la parete di Iscrittioré (detta comunemente la Poltrona), un’impressionante scivolo verticale alto un centinaio di metri, attrezzato a palestra di roccia, che sovrasta i campi sportivi. Anche il versante di Dorgali è parecchio selvaggio: piccole pareti calcaree, cengie e ripidi ghiaioni si alternano a curiosi boschetti pensili di leccio.
La vera e propria cima del Monte Bárdia si trova nel settore sud-occidentale della bastionata: è una cresta allungata e dentellata, abbastanza impervia, quasi del tutto coperta da un’intricatissima foresta di piccoli lecci, e difesa a sud da una lunga fascia di rocce verticali. Sul punto culminante sorge una grande croce metallica; il panorama da lì spazia sull’entroterra sardo, con il Supramonte, la piana del Cedrino, i monti di Nùoro e il Monte Albo; impressionante soprattutto la vista aerea su Dorgali, che sorge direttamente ai piedi dello scosceso versante ovest della montagna. Sul lato mare la vista è un po’ disturbata dai lecci della secolare Foresta di S’Aspru che giungono praticamente in vetta; si vedono comunque parte di Cala Gonone e tutto il settore meridionale del Golfo di Orosei.
La bastionata del Monte Bárdia procede poi verso nord-est, digradando lentamente verso lo stretto valico della Bocca d’Irghiriai e formando varie cime secondarie. La prima è il bel balcone panoramico del Cùccuru Cazzeddu (744 m), il cui curioso nome significa letteralmente “cima del cagnolino”; da lì il panorama è più aperto sul lato mare. Si trovano poi la pianeggiante Punta sos Prescettos (609 m) e il poco appariscente Monte Ruiu (=Monte Rosso; 484 m), nei pressi di cui sorge l’omonimo caratteristico cuile montano. La traversata di cresta di tutta la muraglia del Bárdia è uno dei percorsi escursionistici più belli della zona di Cala Gonone, anche se, come quasi tutti i sentieri sardi, è piuttosto impervia; si cammina in un paesaggio particolare, selvaggio e apparentemente sperduto, a cavallo tra il mare, davvero vicinissimo, e la piana interna del Cedrino.
Il toponimo bardia significa “guardia”, e potrebbe derivare sia dalla presenza di un’antica postazione di guardia (di cui oggi però non rimane traccia), o proprio dalla posizione della montagna, che protegge dall’alto i centri di Dorgali e Cala Gonone. È nata anche una curiosa leggenda per spiegarne il nome: «Dopo l’insurrezione dei sardi contro la dominazione bizantina, fuggiti i fiacchi Greci da Cagliari, l’isola si resse da sé per qualche tempo, governata dal famoso re Gialeto, ch’era già stato capo dei rivoluzionari. Ma venne tosto infestata dai saraceni, che la sbranarono con ogni sorta di scorrerie, di espilazioni, di saccheggi e di rovine. Le coste dell’isola erano costantemente piene di pirati e di guerrieri saraceni, e i villaggi marittimi erano quelli che più certamente ne soffrivano.
«Gli abitanti di Dorgali, grosso villaggio nel circondario di Nuoro, vicino alla costa orientale, ma difeso da un’alta montagna calcarea, tenevano sempre un gruppo di uomini forti e valorosi sulla cresta del monte, in guardia contro tutti i movimenti dei saraceni accampati sulla sottostante costa. Era una specie di assedio. I saraceni spiavano il momento di poter passare sui monti senza pericolo, ma i Dorgalesi stavano fermi alla guardia. Così scorreva il tempo inutilmente, allorché i saraceni fecero una falsa ritirata. Ingannati da ciò e spinti dalla loro profonda fede religiosa, un giorno di festa solennissima i Dorgalesi della guardia abbandonarono i loro spalti naturali e scesero al villaggio per assistere alle sacre funzioni.
«Tosto i saraceni sbarcarono e salirono sul monte, ma mentre stavano per piombare sul villaggio si fermarono paurosi a guardare. Vedevano una immensa fila di persone vestite a vivaci colori, con in mano strani bastoncini bianchi e croci e randelli e bandiere, sfilare per le vie di Dorgali, incamminandosi come alla montagna. Era una processione. Ma ai saraceni, per volere della Madonna, la processione, così veduta dall’alto e da lontano, parve un esercito di soldati armati che si preparasse ad inseguirli e disperderli. Perciò si diedero a precipitosa fuga e qualcuno restò appiccato per i capelli agli alberi della montagna. Uno di questi alberi mi pare anzi che si chiami ancora ed appunto del saraceno» (da www.focusardegna.com).
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