Pállare – Prato Fornace – Ronco di Maglio
Caratteristiche
Difficoltà: E
Dislivello in salita: 830 m circa
Dislivello in discesa: 120 m circa
Tempo: 3 – 3.30 ore
Ultima ricognizione: Aprile 2024
Percorso lungo, a tratti un po’ monotono, che sale da Pállare al Ronco di Maglio seguendo fedelmente lo spartiacque tra la Bórmida di Pállare e il Rio dei Tecci. Si cammina in gran parte per comode piste sterrate, all’interno di folti boschi di faggio e castagno. L’ultima parte del percorso è fuori sentiero, ma il terreno è comodo e la direzione è evidente.
Accesso
Usciti dall’autostrada ad Altare, si gira a destra in direzione di Cárcare. Prima di arrivarci, si svolta a sinistra sulla diramazione che porta a Pállare (401 m).
Il paese di Pállare giace in una conca dal fondo pianeggiante, nella parte inferiore dell’omonima valle. Il toponimo potrebbe derivare dalla denominazione dialettale data ad un tipo di quercia (le pallere) che cresceva nei dintorni.
Itinerario
Dalla chiesa di Pállare si prosegue a piedi lungo la strada principale, lasciando a destra la diramazione per Biestro e attraversando il ponte sul Torrente Viazza. Subito oltre, si imbocca a destra una diramazione (segnavia: triangolo giallo pieno) che costeggia la sponda destra idrografica del torrente. Ad un bivio si continua dritti in piano, a fianco del corso d’acqua. La strada diventa sterrata, attraversa un boschetto e guida presso alcuni orti.
Qui si piega a sinistra e, passati accanto ad una fonte, si comincia a salire. La pista si innalza con lunghi tornanti sul boscoso versante nord del Bric Veriusa, lasciando a destra due diramazioni transennate che conducono ad una vicina cava di dolomie. Più in alto la pendenza diminuisce e, trascurata una terza diramazione transennata, si taglia fino alla Cascina Veriusa (636 m), grande rudere immerso nella boscaglia poco sotto alla cima del Bric omonimo.
Immediatamente più avanti, la pista si biforca. I segnavia indicano di imboccare la diramazione di sinistra, che scende brevemente, poi taglia in piano nel castagneto. In ogni caso, entrambe le diramazioni si riuniscono qualche centinaio di metri più avanti, presso la Bassa della Tumlousa (636 m). Con un breve saliscendi si aggira a destra l’altura successiva, quindi si scende dolcemente per l’ampia dorsale boscosa fino al marcato valico della Bassa della Rossa (624 m).
Sulla sinistra si diparte una sterrata in ripida discesa che, attraverso le località Case Lorbaschi e Pianginepro, riporta in 30-40 minuti a Pállare. Può essere utilizzata per chiudere un percorso ad anello di mezza giornata.
Si prosegue dritti in salita lungo la dorsale, contornando a destra alcuni roccioni affioranti. Rientrati nel castagneto, la pista ritorna quasi pianeggiante e piega a destra per aggirare il Bric Fornace. Giunti ad un bivio si va a sinistra in salita, sul fianco destro idrografico della valletta del Rio del Tacco. Poco più avanti si esce all’aperto: procedendo in piano tra una radura terrazzata e radi castagni secolari da frutto, si raggiunge la Cascina del Tacco (Tec du Tacco; 652 m).
La pista rientra nel bosco e curva verso sinistra. Con un traverso si ritorna sullo spartiacque, dove si incrociano vari sentieri. Si piega a destra, rimontando l’ampio dorso del costone tra castagni e faggi. Una ripida salita porta su un ripiano (quota 780 circa) sul contrafforte sud-est del Bric Zeinei. Si doppia il costone e si taglia in piano tra alberi e rocce affioranti, quindi si piega a sinistra in ripida discesa. Aggirata a destra una piccola gobba, si giunge alla sella di Prato Fornace (731 m).
Si tratta di un marcato valico posto tra il Ronco di Maglio e il Bric Zeinei. Il toponimo, analogamente a quello del Bric Fornace che si trova un po’ più a nord, deriva probabilmente dalla presenza di un’antica fornace per produrre la calce. Queste fornaci sfruttavano gli affioramenti discontinui di rocce calcaree e dolomitiche situati tra il Ronco di Maglio e Pállare.
Si continua a destra in salita lungo la dorsale, che alterna tratti ripidi a spalle pianeggianti. A tratti, il bosco si dirada, regalando qualche scorcio sulla Val Bórmida di Spigno con i paesi di Cárcare e Cairo Montenotte. Scavalcata l’impercettibile cima del Bric del Gallo (883 m), si effettua un breve saliscendi, quindi si giunge al crocevia dei Trei Avei (885 m).
Il toponimo significa “tre abeti”. In effetti, il crocevia è circondato da un boschetto di abeti rossi. Vi convergono vari sentieri segnalati, provenienti da Bórmida, dalla Colla Baltera e da Culazzi.
Qui si abbandona il segnavia “triangolo giallo vuoto” per imboccare, leggermente sulla destra, la pista che sale più ripida (segni rossi). Dopo un tratto lungo la massima pendenza, la pista appoggia a destra e sale dolcemente in obliquo in una bella faggeta cosparsa di massi. Ad un bivio si sale a sinistra e si guadagna il Passo Zotta del Lupo (o Zotta du Luv; 1008 m), situato sul contrafforte est del Ronco di Maglio. Qui si incontra la strada sterrata che collega la Colla Baltera a Culazzi, percorsa dalla Via dei Feudi Carretteschi.
Si attraversa la sterrata e, a fianco di un altare con croce in legno, si imbocca una pista di esbosco che si inoltra tra i faggi. Dopo un tratto quasi pianeggiante, si piega a sinistra e si guadagna nuovamente il contrafforte. Da qui lo si segue fedelmente: ad un certo punto la pista si perde, e si continua nei pressi del maldefinito filo di cresta per tracce poco evidenti nella faggeta diradata. Superata una radura con ometto di pietre, si scende brevemente, quindi si monta su un cospicuo affioramento roccioso (Rocca Bruciata; 1075 m) che offre un po’ di panorama verso nord.
Un’ultima salita guida sulla cresta sommitale del Ronco di Maglio, che è stata disboscata sul lato sud. Si percorre il costone quasi orizzontale, con bei panorami sul Monte Settepani e sulle cime più alte delle Alpi Liguri in lontananza. Scavalcata l’impercettibile cima sud-ovest del Ronco di Maglio (1106 m), si scende brevemente e si rientra nella faggeta. Continuando a seguire l’ampio crinale per tracce poco evidenti, si sale in breve alla cima principale del Ronco di Maglio (1110 m), indicata da un cartello e coperta dagli alberi.