Dolomiti di Brenta
Nella mappa interattiva sono mostrati solamente cime e itinerari descritti nel sito. Cliccando sulle tracce dei sentieri si può visualizzare il link alla relazione dell’itinerario.
Le Dolomiti di Brenta ricoprono una posizione del tutto particolare tra i grandi gruppi dolomitici dell’area trentina-altoatesina-veneta: sono l’unico massiccio dolomitico che si trova ad ovest del Fiume Adige. Per questo, dal punto di vista geografico, non appartengono alle Dolomiti in senso stretto, ma bensì alle Alpi Retiche Meridionali, qui rinominate Alpi Bresciane e Gardesane. Formano una possente catena montuosa allineata da nord-est a sud-ovest, e ben delimitata rispetto ai gruppi montuosi circostanti. A ovest il gruppo di Brenta confina con il massiccio della Presanella e dell’Adamello, da cui è separato dalla Val Rendena e dal Campo Carlo Magno; a nord è delimitato dalla Val di Sole, a est dalla Val di Non e dalla Valle dell’Adige, a sud-est dall’Altopiano di Pinè e a sud dalla Valle del Sarca.
Nel gruppo montuoso è stata compresa anche la dorsale calcarea della Paganella, che forma una catena montuosa abbastanza indipendente, parallela al massiccio dolomitico principale. In origine il massiccio era noto con il nome di “Spinale” (poi passato ad una cima erbosa sopra a Madonna di Campiglio), mentre per un certo periodo fu denominato “gli Sfúlmini” (toponimo che oggi designa solo le spettacolari guglie della Val Brenta Alta), forse per l’aspetto arcigno che le cime assumevano nei giorni di brutto tempo, o per le loro forme svelte e aguzze.
Rispetto agli altri gruppi dolomitici, che sono caratterizzati da massicci molto isolati, spesso separati da valichi stradali, le Dolomiti di Brenta assumono un aspetto decisamente più unitario. A parte una possibile suddivisione tra una catena occidentale e una catena orientale, separate dall’ampio solco della Val di Tovel, il Brenta forma un singolo blocco, abbastanza vasto; le aree interne al gruppo montuoso, se si eccettua la zona del Grostè con i suoi impianti di risalita, si possono raggiungere solamente con lunghe camminate a piedi. Per questo, e per vari altri motivi, le Dolomiti di Brenta sono meno antropizzate rispetto alle loro sorelle al di là dell’Adige.
Ovviamente non bisogna aspettarsi una montagna solitaria e poco frequentata. Il blocco centrale della catena, dove si elevano tutte le cime più alte e spettacolari, è giustamente tra i più famosi e percorsi dell’intera catena alpina: certi scenari da cartolina sono noti in tutto il mondo, dal blocco squadrato della Cima Brenta agli impressionanti Campanili di Brenta, dal mastodontico castello del Crozzón di Brenta alla spettacolare Valle del Tuckett. Tuttavia, a parte alcuni luoghi relativamente comodi (in cui in alta stagione l’affollamento è un po’ eccessivo), i passaggi in quota sono spesso impervi e malagevoli, spesso attrezzati come vie ferrate di tutte le difficoltà. Questo settore della catena si distingue, oltre che per le notevoli cime e le grandi pareti, anche per la presenza di numerosi piccoli ghiacciai, annidati nei catini più ombrosi ed elevati, ormai purtroppo in vistosa fase di ritiro.
Al di fuori della zona centrale della catena e della famosissima Val di Tovel, le Dolomiti di Brenta sono una terra selvaggia e ancora incontaminata: specialmente il settore settentrionale del gruppo montuoso, che inizia con la Pietra Grande, è decisamente poco conosciuto, lontano dai principali centri turistici, e non meno spettacolare rispetto al settore centrale. Queste montagne, che in realtà sono formate prevalentemente da calcari, sono caratterizzate da grandiosi valloni solitari, maestose vette di rocce e detriti, angoli dove è raro incontrare qualcuno, e dove vive ancora l’orso. Anche in questa zona relativamente meno frequentata, la rete di sentieri è fitta e impeccabile, e ognuno ha infinite possibilità di costruire giri di uno o più giorni, raggiungendo magari anche qualche panoramica vetta.
Le Dolomiti di Brenta, oltre che essere uno dei nove siti dolomitici dichiarati Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO, sono protette dal Parco Naturale Adamello-Brenta, istituito nel 1967 ed esteso per 620 kmq. Dal 2008 il parco è entrato a far parte della Rete Globale dei Geoparchi UNESCO, in virtù delle caratteristiche geologiche uniche di quest’area.
Scheda tecnica
Limiti geografici: Passo Campo Carlo Magno, Torrente Meledrio, Torrente Noce, Fiume Adige, Altopiano di Pinè, Fiume Sarca, Fiume Sarca di Campiglio, Val Rendena.
Catena montuosa di appartenenza: Alpi Bresciane e Gardesane (Alpi).
Vetta più elevata: Cima Brenta (3153 m).
Estensione del gruppo montuoso: circa 700 kmq.
Accessi ai rifugi
Rifugio Casinei – dal Rifugio Vallesinella
Rifugio Graffer – dal Monte Spinale
Rifugio Stoppani – dal Monte Spinale
Rifugi Tuckett e Sella – dal Rifugio Vallesinella
Rifugio Vallesinella – in automobile / dal Prà della Casa
Vette principali
Nome | Quota | Difficoltà |
---|---|---|
Cima Vagliana | 2863 | EE |
Cima Sella | 2914 | F |
Galleria
Elenco completo degli itinerari
- Malga Mondifrà – Val Gelada di Campiglio – Cima Vagliana (EE) ★
- Rifugio Dosson (Chalet Fiat) – Rifugio Graffer – Rifugio Stoppani (E)
- Rifugio Graffer – Orti della Regina – Bocchetta dei Tre Sassi (E/EE)
- Prà della Casa – Cascate di Vallesinella – Rifugio Casinei – Prà della Casa (E) ★
- Rifugio Vallesinella – Rifugio Casinei – Rifugi Tuckett e Sella (E)
- Rifugi Tuckett e Sella – Sentiero Dallagiacoma – Cima Sella (F) ★