Voltri – Crévari – Passo della Gava – Monte Réixa
Caratteristiche
Difficoltà: E
Dislivello in salita: 1290 m circa
Dislivello in discesa: 110 m circa
Tempo: 3.45 – 4.30 ore
Ultima ricognizione: Marzo 2021
Lunghissimo percorso che dal mare di Voltri sale fino alla vetta del Monte Réixa, attraversando ambienti molto vari, dalle ripide creuse di Crévari, alle boscaglie di bassa quota, fino ai brulli e selvaggi crinali sommitali. Gran parte del percorso si svolge sulle tracce dell’antica “via dell’Olba”, una vecchia mulattiera che collegava Voltri con la Valle Orba transitando per il Passo del Faiallo. A seconda dell’allenamento e della voglia di ognuno, l’escursione si può interrompere in corrispondenza delle numerose mete intermedie: le Rocche du Prou Ballou, il Monte Pennone, il Bric Pigheuggiu e le due cime del Monte Tardía.
Accesso
a) In treno fino alla stazione di Genova Voltri, da cui si prende l’autobus n. 1 in direzione ponente fino al suo capolinea. Volendo, da qui è possibile salire a Crévari con l’autobus n. 96.
b) Si esce al casello autostradale di Prà e si prosegue lungo la Via Aurelia verso ovest fino all’estremità occidentale dell’abitato di Voltri, in corrispondenza del ponte sul Torrente Cerusa (quota 7). Per abbreviare l’itinerario si può salire in automobile fino a Crévari, mediante la stradina che si dirama sulla destra.
Riguardo all’origine del nome di Voltri, l’ipotesi più probabile è che derivi dalla tribù ligure dei Veituri, citata nella tavola bronzea di Polcevera.
Itinerario
Il percorso è stato segnalato dai volontari della FIE con una X rossa. Dal capolinea dell’autobus n. 1 a Voltri, si segue l’Aurelia in direzione di Arenzano, attraversando il ponte sul Torrente Cerusa. Subito oltre, si imbocca una scalinata che sbuca sulla stradina asfaltata per Crévari. Si segue la strada per poco più di mezzo chilometro, poi, in corrispondenza di un tornante, si prende a sinistra una diramazione in parte scalinata che in breve si riporta sulla strada asfaltata. La si attraversa e si imbocca la diramazione (via G. Canepa) che sale alla sovrastante chiesa di Crévari (79 m).
Il paesino si trova appeso ad un ripido versante coperto di lecci che dà direttamente sul mare; per questo il panorama su tutto il golfo di Genova è veramente splendido. Probabilmente il nome del paese deriva da craevare, che in dialetto significa “ripari per capre”; infatti questa zona era popolata soprattutto da pastori.
La stradina sale con una rampa più ripida, al termine della quale si trova un bivio. Si va a destra per una creusa mattonata (Via a Piazzagrande) che prima sale in diagonale, poi piega a sinistra e diventa acciottolata, innalzandosi ripida tra muri, orti e ulivi. Raggiunto il nucleo superiore di Crévari la creusa ritorna mattonata. Ad un bivio si va a destra (Via Superiore dell’Olba) e, lasciata a sinistra una diramazione, si sbuca su una strada asfaltata in località Campenave (241 m).
Superata una casa isolata, si imbocca a sinistra una rotabile che sale dolcemente, offrendo qualche scorcio sul Monte Pennone. Ai due bivi successivi si va a destra, procedendo tra boschetti e villette sparse. Giunti presso due case isolate, si abbandona l’asfalto: si piega a destra lungo una mulattiera che costeggia la recinzione della seconda casa, poi si addentra nel bosco. Si incontra una carrareccia e la si segue per pochi metri verso destra, poi si riprende a sinistra il sentiero segnalato, che taglia in diagonale sul versante di Vésima.
Il sentiero piega a destra e, con due tornanti, monta su un costone (quota 436) dove transita un sentiero più ampio. Si gira a sinistra in dolce salita nel bosco, guadagnando la spalla del Bric Brigna (473 m), percorsa dalla pista di un metanodotto. Si gira a sinistra, in comune col metanodotto, quindi si lascia a destra una diramazione. Poco più in alto si abbandona il metanodotto per salire a destra sulla mulattiera segnalata. Passati accanto ad una fonte, si esce dalla boscaglia, ai piedi dei pendii di erba e rocce del Monte Pennone; qui il panorama si apre verso est su una buona parte di Appennino Ligure. Giunti sotto un elettrodotto si incrocia una mulattiera, quindi si effettuano due tornanti passando a monte di un roccione.
Dal primo tornante (ometto di pietre) prende origine un sentiero segnalato con bolli blu, che guida in 10-15 minuti alle Rocche du Prou Ballou (572 m) e in 45-50 minuti alla Costa dei Gatti (639 m).
La mulattiera si innalza in diagonale sul versante nord-est del Monte Pennone, quindi guadagna la selletta (747 m) che lo separa dal Bric Pigheuggiu.
Deviazione n. 1: Monte Pennone. Il Monte Pennone è la bella montagna triangolare che sovrasta Voltri. La cima ovest, punto culminante, è rocciosa e impervia, quindi la sua salita e traversata richiede una certa attenzione; la cima est, di poco più bassa, è più agevole e reca la croce di vetta.
Dalla sella di quota 747 si imbocca un sentierino che si mantiene sul filo della dorsale, tra erica e rocce affioranti, fino alla base del groppo roccioso della cima ovest. Qui si hanno due possibilità: la variante “a” scavalca la cima ovest del Monte Pennone, la variante “b” la aggira, evitando le maggiori difficoltà.
a) Mantenendosi sul filo, si sale senza via obbligata tra pietrame e piccoli gradini rocciosi; scegliendo i punti più agevoli, le difficoltà non superano il I grado. Il terreno diventa più agevole e si guadagna la cima ovest del Monte Pennone (799 m). Si scende lungo il crinale opposto per erba ed elementari roccette fino al ciglio del risalto che difende la selletta tra le due cime. Si può scendere il risalto direttamente, tenendosi leggermente a sinistra (II), oppure imboccare a destra uno svasato canale erboso e poi traversare a sinistra per cenge (I/I+) fino alla selletta (difficoltà: F).
b) Si prende a sinistra un vago sentierino che traversa tra erba e pietrame alla base della cupa parete rocciosa della cima ovest. Si gira a destra e, con una breve salita, si giunge alla selletta tra le due cime (difficoltà: EE).
Da qui, con una breve salita tra erba e rocce affioranti, si sale sulla cima est del Monte Pennone (798 m; 2.15-2.45 ore da Voltri). Poco più in basso, in spettacolare posizione panoramica su Genova, si trova la croce di vetta.
Deviazione n. 2: Bric Pigheuggiu. Dalla selletta di quota 747, salendo lungo il costolone erboso verso nord-ovest si può raggiungere in breve la vetta del Bric Pigheuggiu (813 m), su cui si trova una caratteristica campana eretta dagli scout di Arenzano. Per ricongiungersi al sentiero segnalato basta scendere per l’ampio crestone opposto fino alla selletta successiva.
Il sentiero segnalato taglia in lieve salita il versante sud-ovest del Bric Pigheuggiu, passando accanto al Riparo ex Dazio (758 m).
È una piccola costruzione in pietra eretta nel 1929, a testimoniare che la “via dell’Olba” era ancora molto frequentata a quei tempi. Oggi è stata ristrutturata e può essere utile come riparo in caso di maltempo.
Si passa poco sotto una sella erbosa, poi si taglia in lieve salita il roccioso versante sud del Monte Tardìa Levante, con belle viste su Arenzano. Passando tra rocce dalle forme strane, il sentiero guadagna il Passo Tardíe (858 m), ampia sella erbosa tra le due cime del Monte Tardía.
Deviazione n. 3: Monte Tardía Ponente. Si imbocca a sinistra un sentierino segnalato con tre pallini rossi che sale dolcemente sull’ampia cresta erbosa, fino alla panoramicissima vetta del Monte Tardía Ponente (926 m; 2.45 – 3 ore da Voltri), dove si trova una piccola croce metallica. Sull’anticima sud, chiamata Rocca dell’Erxo, si trova il piccolo Rifugio ai Belli Venti, utile in caso di maltempo.
Dalla vetta si può scendere direttamente al Passo della Gava percorrendo la cresta nord-ovest della montagna, ripida ma senza difficoltà.
Il segnavia X rossa attraversa la sella, quindi scende in diagonale fino al Passo della Gava (751 m), dove si incontra il sentiero segnalato con due cerchi rossi pieni, proveniente da Arenzano.
Profonda insellatura tra i monti Réixa e Tardìa Ponente, fa da spartiacque tra i selvaggi valloni della Gava e del Rio Lerone. Il toponimo deriva dal termine prelatino gava o gaba, che può significare “torrente”, “canalone” ma anche “passo montano”. Sul lato del Rio Lerone, poche decine di metri sotto il valico, si trova la piccola Casa Gava, rifugetto dotato di tavoli e panche (fonte nelle vicinanze).
Si trascurano il segnavia due cerchi rossi pieni che guida al Passo del Faiallo, e il segnavia tre pallini rossi che sale verso il Monte Argentéa, per proseguire lungo il sentiero segnalato con la X rossa, che sale decisamente tra erba e rocce sull’ampio versante sud-est del Monte Réixa. Con un’ampia curva si raggiunge una fonte, e poco dopo si superano i ruderi della Ca’ du Bullu (986 m). Il sentiero aggira le rocce del Bric Saiardo, poi supera una macchia di radi pini e piega a destra, attraversando lo stretto intaglio del Passo Saiardo (1087 m). Salendo ancora per l’ampio contrafforte erboso si raggiunge la croce di vetta del Monte Réixa (1182 m).
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