Recco – Passo del Gallo – Passo della Serra – Manico del Lume

Caratteristiche

Difficoltà: E fino al Passo della Serra, poi EE
Dislivello in salita: 850 m circa
Dislivello in discesa: 70 m circa
Tempo: 3.30 – 4 ore
Ultima ricognizione: Novembre 2015

La prima parte dell’itinerario si svolge lungo il frequentato percorso che porta dal centro costiero di Recco al noto Santuario di Caravaggio. In seguito si rimonta la dorsale divisoria tra le vallette di Recco e Rapallo, poi si gira a destra per risalire il Manico del Lume. L’ultima parte del percorso, dal Passo della Serra alla vetta, è adatta solo ad escursionisti esperti: ci sono numerosi passaggi su roccia, sia in salita che in discesa, attrezzati con catene.

Accesso

In treno fino alla stazione ferroviaria di Recco (23 m).

Itinerario

Usciti dalla stazione si gira a destra, costeggiando l’edificio e trovando l’inizio del percorso segnalato con un triangolo rosso vuoto, diretto al Manico del Lume. Seguendo i segnavia si scende una scalinata e si prosegue dritti lungo un viottolo asfaltato; dopo alcune decine di metri si piega a destra e si passa sotto al ponte della ferrovia, quindi s’imbocca un’altra scalinata (salita Priaro) che sbuca in una strada asfaltata. Si attraversa la rotabile e si prende a sinistra una diramazione (via Mimose), ma dopo pochi metri la si abbandona per girare a destra in una creusa compresa tra alti muri.
Il viottolo sale in diagonale alla base di un muraglione, quindi prosegue tra case e orti; ad un bivio si gira a sinistra lungo una scalinata che sale più direttamente. Si incrocia una strada asfaltata, quindi si riprende la mulattiera che taglia in diagonale, riattraversando la rotabile poco più in alto. Salendo tra terrazze coltivate ad ulivi, si sbuca su un costone dove s’incontra un’altra stradina (quota 205). Qui si hanno due possibilità:

a) Si prosegue sul percorso segnalato, salendo dritti lungo una stradina asfaltata che rimonta il costone. Presto la rotabile lascia spazio ad un sentiero che, superate le ultime case isolate, s’innalza nel bosco alternando tratti dolci a rampe ripide. Presso la bella radura di Cruen (370 m circa) si trova un crocevia: il sentiero segnalato prosegue dritto, inerpicandosi tra gli alberi fino ad incontrare una strada sterrata in corrispondenza di un tornante. Seguendo la stradina, con una breve salita si raggiunge la sella erbosa dei Piani di Cruen (475 m) sullo spartiacque tra il Golfo Paradiso e il Golfo del Tigullio. Qui si incontra il sentiero segnalato proveniente da Ruta (segnavia: cartellini della Via del Mare e due cerchi rossi vuoti), e lo si segue verso sinistra. Lasciata a destra la variante di crinale, il sentiero aggira il Monte Ámpola sul versante occidentale.

La variante di crinale permette di scavalcare il Monte Ámpola (579 m), sulla cui cima arbustiva e panoramica sorge un ripetitore. Scendendo per il costone opposto in direzione nord-est si raggiunge la sella di quota 498, dove si ritrova il percorso segnalato.

Il sentiero segnalato, a tratti piuttosto esile, taglia un ripido versante boscoso, quindi torna all’aperto presso l’ampia sella delle Piane di Caravaggio (498 m) tra i monti Ámpola e Orsena. Qui si ritrovano il percorso di crinale e il sentiero della variante “b”.

b) Si abbandonano i segnavia per imboccare a sinistra una diramazione asfaltata che scende brevemente, poi taglia in piano tra case isolate e orti. Doppiato un costone, si giunge ad un bivio dove si svolta a destra lungo una diramazione che sale con un tornante. Salendo in diagonale nel bosco, si raggiunge uno spiazzo con parcheggi (località Sfiato; 340 m). Qui s’imbocca a destra uno stradello sterrato, assai dissestato, che sale in diagonale verso nord, montando su un costone dove si trova un crocevia. Si abbandona la sterrata per prendere a destra un evidente sentiero che s’innalza in diagonale nel bosco; sbucati in una radura, con una ripida rampa si guadagna la sella delle Piane di Caravaggio, dove si ritrova la variante “a”.

Poco sotto la sella si trovano tavoli, panche e il Rifugio Monte Caravaggio, in realtà una costruzione di teloni e legno dall’aspetto abbastanza precario, utile solo come ricovero temporaneo.
Dalla sella si può raggiungere in breve il Monte Orsena. Trascurando i due cerchi rossi e il triangolo, si imbocca l’evidente mulattiera per il sovrastante santuario (cartello indicatore), che sale prima lungo il costone, poi gira a destra e taglia in diagonale tra boscaglia e arbusti. Raggiunto un contrafforte dove si incontra il segnavia “due punti e linea rossi”, si piega a sinistra e, con una ripida scalinata, si raggiunge la vetta del Monte Orsena (623 m; 1.45 – 2 ore da Recco) dove si trova la chiesa di Nostra Signora di Caravaggio.

Si attraversa la sella in direzione nord, quindi si lascia a destra la mulattiera per il Santuario di Caravaggio e si aggira il Monte Orsena sul boscoso versante occidentale. Procedendo con brevi saliscendi, si perviene all’ampia insellatura erbosa del Passo del Gallo (486 m), dove si trovano tavoli e panche per il picnic. Si rientra nel bosco e si continua nei pressi del crinale, in lieve salita, fino ad un importante bivio a quota 540 circa. Si lascia a sinistra il segnavia “due cerchi rossi vuoti”, diretto al Passo Spinarola, e si va a destra seguendo il triangolo rosso vuoto. Poche decine di metri dopo, nei pressi di una piccola radura, si trova un bivio poco evidente.

Il sentiero di sinistra, segnalato con un quadrato rosso vuoto, può essere utilizzato per effettuare una variante alta del percorso descritto, molto panoramica ma un po’ impervia (difficoltà: EE). Il sentiero segnalato sale ripidamente tra rocce e arbusti fino alla panoramica cima del Monte Bello (713 m; 2.30 – 2.45 ore da Recco), dove terminano i segnavia. Si deve quindi proseguire per cresta per vaghe tracce, superando tratti di boscaglia che si alternano a passaggi aerei su roccette e tratti erbosi.
Scavalcata una gobba, si sale alla vetta del Monte Borgo (728 m), importante punto nodale tra la vallata del Torrente Recco, il vallone del Torrente Boate (Rapallo) e la Val Fontanabuona. Sulla cima del Monte Borgo si notano i pochi resti di un antichissimo castellaro ligure, risalente probabilmente al Mesolitico. Si va verso est sulla cresta, in gran parte boscosa, scavalcando un ultimo dosso (Monte Fascia; 710 m); con una ripida discesa tra boscaglie un po’ intricate, si raggiunge l’intaglio occidentale del Passo della Serra, dove si ritrova il sentiero segnalato.

Si segue il sentiero di destra, segnalato dal triangolo rosso vuoto, che taglia in salita il ripido versante sud-est del Monte Bello. Raggiunto un marcato costone, lo si risale a sinistra per lastroni rocciosi per alcune decine di metri, poi si riprende a destra il sentiero che taglia con lievi saliscendi le fiancate rocciose del Monte Borgo. Con percorso un po’ aereo, si raggiunge infine l’intaglio occidentale del Passo della Serra (638 m), dove s’incontra il segnavia “due X rosse” proveniente dal Passo Spinarola. Si gira a destra, lungo la cresta quasi orizzontale tra rocce affioranti e, dopo poche decine di metri, si confluisce nella bella mulattiera proveniente da Chignero. Seguendola in salita, si giunge in breve al vero e proprio Passo della Serra (646 m).

L’ampia sella del Passo della Serra, situata tra il Monte Fascia e il Manico del Lume, è formata da due intagli  separati da un tratto di crinale quasi orizzontale. Nonostante l’intaglio occidentale sia più basso, il toponimo si riferisce all’intaglio orientale: qui infatti era situato il punto di valico dell’antica mulattiera che collegava Chignero, frazione di Rapallo, con Serra e Quartaie in Val Fontanabuona.

Lasciata a sinistra la mulattiera che scende a Serra, si prosegue dritti lungo il crinale salendo ad un bivio poco evidente: si lascia a sinistra il sentierino segnalato con due X rosse, che aggira il Manico del Lume sul versante settentrionale, e si prosegue dritti sul ripido filo di cresta. Passati sotto ad un elettrodotto, ci si inerpica per erba e lastroni rocciosi fino all’anticima ovest del Manico del Lume (780 m). Si scende una balza rocciosa attrezzata con catene, poi per rocce più facili si perviene ad un’impervia selletta. Dopo una breve salita, si supera una fascia rocciosa verticale alta una decina di metri con l’aiuto di altre catene. Si traversa a destra, poi si risale a sinistra su lastroni calcarei riportandosi in cresta; superata un’altra balza attrezzata con catena, le ultime roccette più facili portano alla vetta del Manico del Lume (802 m).

Panorama verso ovest dai fianchi del Monte Ampola
Panorama verso ovest dai fianchi del Monte Ámpola (22 novembre 2015)
Il Monte Bello e il Manico del Lume visti dal Monte Orsena
Il Monte Bello e il Manico del Lume visti dal Monte Orsena (22 novembre 2015)
Panorama su Rapallo dal Monte Bello
Panorama su Rapallo dal Monte Bello (22 novembre 2015)
In vetta al Monte Bello, con il Manico del Lume e, sullo sfondo, il Monte Ramaceto
In vetta al Monte Bello, con il Manico del Lume e, sullo sfondo, il Monte Ramaceto (22 novembre 2015)
Una capra sulle rocce del Manico del Lume
Una capra sulle rocce del Manico del Lume (11 luglio 2013)

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