Sant’Andrea di Foggia – Chignero – Manico del Lume (anello)
Caratteristiche
Difficoltà: E fino a Chignero, poi EE
Dislivello in salita: 750 m circa da Sant’Andrea di Foggia. 450 m circa da Chignero
Tempo: 3.30 – 4 ore (intero anello)
Ultima ricognizione: Febbraio 2019
Si tratta di un percorso abbastanza breve ma piuttosto ripido ed impegnativo, uno dei più belli per salire al Manico del Lume. Il primo tratto, tra Foggia e Chignero, segue una bella mulattiera a mezza costa. La salita da Chignero al Manico del Lume invece si svolge lungo un’arditissima e ripidissima scalinata, purtroppo in cattivo stato di conservazione, che risale l’erto fianco della montagna tra antiche fasce terrazzate fino a depositare nei pressi della vetta.
N.B. Attualmente, il percorso segnalato è stato spostato: non segue più la scalinata, ma rimonta l’aerea cresta sud del Manico del Lume. Qui descrivo ancora il vecchio percorso lungo la scalinata, da me effettuato nel febbraio del 2019. Una relazione del percorso della cresta sud è disponibile sul libro Golfo Paradiso, Portofino, Tigullio scritto a quattro mani con Andrea Parodi.
La discesa si snoda invece lungo la rocciosa cresta ovest del Manico del Lume, che presenta numerosi passaggi di facile arrampicata attrezzati con catene; infine, giunti al Passo della Serra, si ritorna a Chignero seguendo un’antica e bellissima mulattiera. Propongo l’anello in questo senso perchè percorrere la scalinata in discesa richiederebbe un impegno mentale ben maggiore rispetto ai tratti attrezzati lungo la cresta, specie con terreno fangoso (cioè sempre). Prima di intraprendere la scalinata è bene informarsi sul suo stato di manutenzione: se la si trovasse inghiottita dai rovi, è meglio salire e scendere dal Passo della Serra. In ogni caso, si consiglia di effettuare il percorso durante la stagione invernale, quando l’ingombro della vegetazione è minimo.
Accesso
Si esce dal casello autostradale di Rapallo e si gira a sinistra in direzione del centro del paese. Subito dopo però si devia ancora a sinistra in direzione di San Pietro di Novella e Chignero, raggiungendo dopo 2 km circa la chiesa di Sant’Andrea di Foggia (98 m). Per abbreviare l’escursione si può salire ancora in automobile fino alla Cappella di San Rocco a Chignero.
Il toponimo, che fa pensare alla nota città pugliese, in realtà deriva dal ligure feuggia, cioè “foglia”. La chiesa è intitolata alla Madonna del Carmine, e ogni 16 luglio vi si svolge la festa patronale.
Salita
Si segue il segnavia “linea rossa”, che ha origine di fronte alla chiesa e segue una ripida scalinata. Dopo poche decine di metri si giunge ad un bivio, dove si va a sinistra (attenzione: segnavia assente), superando poco dopo un cancelletto di protezione contro i cinghiali. Il viottolo, dapprima cementato, passa tra alcune case, poi diventa a fondo naturale e taglia in diagonale fino ad una stradina asfaltata. La si segue verso sinistra in piano fino ad un bivio, dove si imbocca la diramazione di destra.
Si segue la stradina che sale a tornanti tra case ed orti, poi la si abbandona per piegare a sinistra: qui si imbocca un viottolo scalinato che sale fiancheggiando una ripida stradina cementata. Subito a monte di una sbarra ci si congiunge con la stradina, e la si segue fino al suo termine, presso un cancello. Qui si imbocca a destra la vecchia mulattiera, che sale dolcemente tagliando un ripido versante boscoso. Superati alcuni tratti dissestati o franati, si incontrano i primi ruderi e le prime cascine isolate che precedono il paese di Chignero (346 m), dove la mulattiera si fa cementata.
Il paese di Chignero si trova sulla testata della valletta omonima, che poco più in basso si unisce al Rio Serra per formare il Torrente Foggia. Le case sono appollaiate sul ripido versante occidentale del Manico del Lume, in posizione selvaggia e curiosamente alpestre: la cupola boscosa del Monte Orsena copre la vista del mare vicinissimo, mentre la valletta è chiusa dagli aspri contrafforti dei monti Bello e Borgo, dove affiorano fitte stratificazioni calcaree.
Tra le case, ad un bivio si va a destra; subito prima di immettersi in una strada asfaltata si svolta ancora a destra (freccia rossa sbiadita); poco più avanti si gira a sinistra, lungo una mulattiera chiusa tra muretti a secco che guida alla cappelletta di San Rocco (380 m).
Qui ha termine la strada provinciale di Chignero, e qui si trova il capolinea della corriera che sale da Rapallo. Per abbreviare l’escursione si può arrivare alla cappelletta in automobile.
Si imbocca una “strada privata” e la si segue per poche decine di metri, quindi si riprende a sinistra la mulattiera (“via pedonale”), che poco dopo si biforca.
Il segnavia “linea rossa” gira a destra, lungo una mulattiera che taglia a mezza costa fino alla cresta sud del Manico del Lume. Si rimonta poi la cresta fino alla vetta, incontrando alcuni passaggi rocciosi attrezzati con catene.
Si va a sinistra passando accanto ad un rudere (targa dedicata ad Anita Fazzini) ed entrando nella boscaglia. Pochi metri dopo si incontra un bivio; si abbandona la mulattiera principale, che sale al Passo della Serra (la seguiremo in discesa) per prendere a destra una diramazione poco evidente, indicata da una sbiadita linea rossa. Giunti accanto ad una casa si piega a sinistra, e si inizia a risalire l’arditissima scalinata in pietra diretta al Manico del Lume. Con percorso ripido e faticoso, si prende quota tra boscaglia e terrazze abbandonate, giungendo nei pressi di un ripetitore.
Subito oltre si supera una brevissima “galleria” tra i rovi, quindi si piega a destra e si percorre quel poco che resta di un’antica terazza ormai completamente franata. Si riprende quindi la scalinata, man mano più malandata, che sale ora tra alberelli, radure e rocce affioranti. Superata una zona di enormi massi, il versante sembra spianare lievemente; si gira a destra, poi a sinistra, seguendo attentamente i segnavia per vaghe tracce tra gli alberi. In ogni caso, anche se si perdessero i segnali, si punta verso l’ormai visibile crinale sovrastante, che si raggiunge in pochi minuti (quota 743).
Il crinale è percorso da un sentierino, anch’esso proveniente da Chignero, che mi riprometto di esplorare, prima o poi. In questo punto la vista si apre improvvisamente sulla valle di Montepegli, sulla Val Fontanabuona e sul Monte Pegge.
Si segue la cresta verso sinistra e, quasi subito, si incontra il sentiero segnalato con un rombo rosso pieno, proveniente dal Monte Pegge. Risalendo l’ultimo tratto di crinale, tra boscaglia e roccette, si guadagna la vetta del Manico del Lume (802 m; 1.45 – 2.15 ore da Sant’Andrea di Foggia; 1 – 1.15 ore da Chignero).
Discesa
Seguendo il segnavia “triangolo rosso vuoto”, si scende per la rocciosa cresta occidentale della montagna, da subito attrezzata con catene. Dopo un tratto orizzontale si scende una prima balzetta verticale, quindi si prosegue per lastroni e cengette. Scesa anche la seconda balza verticale, un po’ più alta e impegnativa della prima, si giunge ad una selletta erbosa; si risale quindi la paretina di rocce gradinate (catene) che, in poche decine di metri, guida sull’anticima del Manico del Lume (780 m). Il percorso di cresta si fa ora più agevole, per lastroni e tracce di sentiero; sorpassato un traliccio, si incontra il poco evidente sentiero segnalato con due X rosse, proveniente dal Passo Giasea. Con l’ultima discesa tra prati e boschetti, si giunge al Passo della Serra (646 m).
Il Passo della Serra è un’ampia sella posta tra il Monte Fascia e il Manico del Lume, sullo spartiacque tra la valle di Rapallo e la Val Fontanabuona. È composto in realtà di due intagli, di cui il più basso è quello occidentale; tuttavia, il toponimo si riferisce all’intaglio orientale (dove ci troviamo adesso), perchè qui transitava l’antica mulattiera di collegamento tra Chignero e la Val Fontanabuona.
Si scende a sinistra sulla bella mulattiera in direzione di Chignero. Poco più avanti si lascia a destra il segnavia “triangolo rosso vuoto“, diretto a Recco, per continuare dritti lungo la mulattiera (rare linee rosse, il percorso è comunque evidente). Si effettua un tornante, poi si taglia in diagonale un ripido versante di erba e rocce e si entra nella boscaglia. Si scende con alcuni erti tornanti, quindi si superano due ripidi tratti scalinati e ci si congiunge con una mulattiera più ampia e dolce. Proseguendo verso sinistra, si attraversa un rio su una passerella in legno e si giunge poco dopo al bivio con il percorso in salita, al rudere e alla cappelletta di San Rocco. Da qui si torna a Sant’Andrea di Foggia seguendo il percorso dell’andata.
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