Colle Caprile – Passo Spinarola – Passo della Serra – Manico del Lume

Caratteristiche

Difficoltà: E fino al Passo Spinarola, poi EE
Dislivello in salita: 520 m circa
Dislivello in discesa: 190 m circa
Tempo: 2.45 – 3.15 ore dal Colle Caprile, 1.10 – 1.20 ore dal Passo Spinarola
Ultima ricognizione: Febbraio 2019

Si tratta di un itinerario di crinale che si svolge nei pressi dello spartiacque tra la Val Fontanabuona e le valli costiere di Recco e Rapallo. Il percorso integrale è piuttosto lungo, ma può essere notevolmente abbreviato giungendo in automobile al Passo Spinarola (in tal caso, diventa il percorso più breve per salire al Manico del Lume).
Nel primo tratto, coincidente con il tracciato della Via del Mare, si percorrono le pendici dei monti Serro, Rosso e Tugio passando nei pressi di antiche cave di ardesia ormai abbandonate. Dopo un trasferimento monotono, tra il Passo dei Casetti e il Passo Spinarola, si entra nella parte più impegnativa del percorso: per prima cosa si traversa il versante nord del Monte Borgo, su un sentierino parecchio esile e a tratti franato, quindi bisogna risalire la cresta ovest del Manico del Lume, in più punti attrezzata con catene per facilitare i brevi passaggi di arrampicata.

Accesso

a) In treno fino alla stazione ferroviaria di Recco, poi con la corriera (autolinee ATP) fino al Colle Caprile.
b) Si esce dall’autostrada a Recco, quindi si sale a sinistra per Uscio e il Colle Caprile (455 m).

Dopo la Sella di Bàvari, è il valico più basso dell’intera Catena Costiera; per questo è da sempre stato crocevia di importanti mulattiere e, al giorno d’oggi, di strade carrabili. Il valico principale mette in comunicazione la valle di Recco con Tribogna e la Val Fontanabuona, mentre un intaglio secondario posto poco più a sud-ovest ospita il paese di Calcinara; dal nucleo abitato prendono origine la strada provinciale per Pànnesi e la strada panoramica per il Monte Fasce.

Itinerario

Di fronte alla rimessa delle corriere ATP prende origine una carrareccia (segnavia: due cerchi rossi vuoti, bandierine bianco-rosse dell’Itinerario Storico Colombiano e targhette della Via del Mare), che sale nei pressi di un crinale. Si taglia in diagonale il versante sud del Monte Serro, con bella vista su Uscio, quindi si giunge nei pressi di alcune cascine isolate. Qui si piega a sinistra su una mulattiera che attraversa il crinale presso la Sella di Monte Rosso (547 m), poi continua in dolce salita sul lato della Val Fontanabuona. Valicato il contrafforte nord del Monte Rosso, si inizia a scendere in diagonale, passando accanto ai numerosi vuoti di coltivazione delle antiche cave di ardesia.

Fino all’inizio del secolo scorso, il Monte Rosso era uno dei poli principali dell’estrazione di ardesia, secondo solo al complesso del Monte Capenardo tra Lavagna e Sestri Levante. I vuoti di coltivazione sono disposti l’uno a fianco dell’altro, in discesa da ovest verso est e immergenti verso sud, a causa dell’assetto strutturale dello strato di ardesia. Nei pressi, e sul versante sottostante, si notano i resti dei macchinari utilizzati dai cavatori. Qualche anno fa era stato realizzato un sentiero tematico, con pannelli esplicativi e punti sosta; oggi, a causa della mancanza di manutenzione, i pannelli sono ormai illeggibili.

Ritornati sul crinale, si scende al Passo delle Pozzette (547 m), caratterizzato da un grande vuoto di coltivazione sul versante nord. La mulattiera aggira quindi un dosso sul versante di Uscio, poi attraversa il crinale presso il successivo Passo del Castello Vecchio (537 m) e, continuando quasi in piano nel bosco, giunge all’intaglio del Passo dei Casetti (535 m).

Il Passo dei Casetti è ben riconoscibile perchè l’intaglio da cui passa la mulattiera è scavalcato da una curiosa passerella in legno. Sul lato meridionale del valico si trova l’edicola sacra della Madonna du Ciappaieu (il “ciappaieu” è colui che estrae le “ciappe”, cioè le lastre di pietra): qui gli operai che lavoravano nelle cave del Monte Rosso si fermavano alla sera, ringraziando la Madonna per averli protetti durante la giornata di lavoro.

Si lascia a sinistra l’Itinerario Storico Colombiano e si scende sul versante di Uscio lungo la bella mulattiera acciottolata, quindi si passa sotto ad una “galleria” di rovi (bisogna chinarsi) e si giunge ad un bivio presso alcune case isolate (quota 499). Si lascia a destra la mulattiera principale, che scende verso Uscio, e si gira a sinistra lungo un tracciato secondario, ormai dismesso ma ancora marcato da vecchi segnavia. Scendendo nel bosco, si raggiunge in fretta una stradina asfaltata (quota 450 circa) dove si ritrovano i segnavia nuovi.
Si segue la stradina verso sinistra in lieve salita e, dopo circa un chilometro, si giunge all’entrata della Colonia Arnaldi (527 m). Seguendo attentamente i segnali, si attraversa la colonia in un dedalo di stradine e mulattiere, quindi si percorre uno stradello pianeggiante tra gli ultimi edifici in rovina. Attraversato un cancello si esce dalla Colonia, e si prosegue lungamente in piano nel bosco fino al Passo Spinarola (542 m).

Il valico separa il Monte Tugio dal Monte Borgo, ed è attraversato da una stretta rotabile asfaltata, che collega Uscio a Tribogna e a Ferrada in Val Fontanabuona.

Si attraversa il valico su una passerella, e subito dopo si abbandona la mulattiera dei due cerchi rossi e della Via del Mare, diretta al Passo del Gallo. Si scende brevemente a sinistra, quindi si imbocca sulla destra un sentiero segnalato con due X rosse (indicazioni per il Passo della Serra). Il sentiero taglia il versante settentrionale del Monte Borgo, e presto si fa molto stretto e scomodo, su pendio parecchio ripido; bisogna prestare attenzione, specialmente se il terreno è fangoso.
Procedendo a saliscendi, si attraversano vari canaloni percorsi da minuscoli ruscelli; presso uno di essi si trova una fonte. L’attraversamento del versante porta infine all’intaglio occidentale del Passo della Serra (638 m), dove si incontra il sentiero segnalato con un triangolo rosso vuoto, proveniente da Recco. Poco più avanti si incontra anche la mulattiera proveniente da Chignero, che si segue in salita fino al vero e proprio Passo della Serra (646 m).
Si procede in cresta, salendo ad un bivio; qui trascura il sentiero che taglia a sinistra (segnalato con due X rosse) e si prosegue sul filo di cresta, che si fa ora più ripido. Passati sotto un elettrodotto, si sale per erba e lastroni rocciosi fino all’anticima ovest del Manico del Lume (780 m). Si scende una balza rocciosa attrezzata con catene, poi per rocce più facili si perviene ad un’impervia selletta. Dopo una breve salita, si supera una fascia rocciosa verticale alta una decina di metri con l’aiuto di altre catene. Si traversa a destra, poi ci si riporta a sinistra in cresta con una risalita su lisci lastroni calcarei; superata un’altra balza attrezzata con catena, le ultime roccette più facili portano alla vetta del Manico del Lume (802 m).

Uscio visto dal Colle Caprile
Uscio visto dal Colle Caprile (7 febbraio 2019)
Cava di ardesia sul Monte Rosso
Cava di ardesia sul Monte Rosso (7 febbraio 2019)
Il Monte Borgo visto dal Passo della Serra
Il Monte Borgo visto dal Passo della Serra (7 febbraio 2019)
Discesa su roccette dall'anticima del Manico del Lume
Discesa su roccette dall’anticima del Manico del Lume (7 febbraio 2019)

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