Camogli – San Rocco di Camogli – le Batterie – Passo del Bacio – San Fruttuoso

Caratteristiche

Difficoltà: EE
Dislivello in salita: 590 m circa
Dislivello in discesa: 620 m circa
Tempo: 3.15 – 3.45 ore
Ultima ricognizione: Maggio 2018

Si tratta di un itinerario suggestivo, tra i più belli e caratteristici dell’intera Riviera Ligure di Levante. Si tagliano i versanti meridionali del Promontorio di Portofino, a picco sul mare, attraversando il vallone di Cala dell’Oro e scavalcando l’erto valico di Costa del Termine. Cala dell’Oro è l’angolo più selvaggio del promontorio: ripidissimi contrafforti di conglomerato, in parte colonizzati dalla macchia mediterranea, si tuffano direttamente in mare con imponenti falesie.
La prima parte del percorso, da Camogli alle Batterie, è comoda. Invece, la seconda parte, dalle Batterie a San Fruttuoso, è impegnativa e impervia: vi si incontrano numerosi tratti esposti e passaggi su roccia, in gran parte attrezzati con catene. Tra questi il più caratteristico è il Passo del Bacio, un’ardita cengia a picco sul mare a più di cento metri di quota. I continui saliscendi, anche ripidi, fanno sì che il percorso sia piuttosto faticoso.
Si tratta quindi di un sentiero che non va sottovalutato: nonostante si svolga lungo la costa, è paragonabile ad un impegnativo percorso di montagna, e richiede: calzature adeguate, allenamento alla fatica, abitudine ai terreni impervi, assenza di vertigini ed un’abbondante riserva d’acqua, soprattutto nella stagione calda.

Accesso

a) In treno fino a Camogli.
b) In automobile si esce al casello autostradale di Recco e si seguono le indicazioni per Camogli (30 m).
c) Per raggiungere in automobile San Rocco di Camogli, da Recco si sale lungo la via Aurelia fino a Ruta, da cui si imbocca a destra la diramazione per San Rocco.

Itinerario

Dalla stazione ferroviaria si segue verso sud-ovest via XX Settembre, poi si imbocca a destra viale Nicolò Cuneo, dove hanno inizio le segnalazioni FIE (cerchio rosso vuoto e due pallini rossi) per San Rocco di Camogli. Giunti presso un ampia curva, i segnavia guidano a sinistra, lungo un viottolo che costeggia il Torrente Gentile. Si attraversa il rio su un ponticello, poi si piega a sinistra lungo un viottolo che in breve confluisce in una stradetta più ampia (via San Rocco). Dopo un centinaio di metri si gira a destra lungo la creusa che, con tratti scalinati e tratti mattonati, sale ripida fino a San Rocco di Camogli (221 m).

Il paesino si trova su uno spallone che ad ovest precipita direttamente sul mare con falesie di calcari stratificati alternati a ripidi versanti boscosi. Tutto questo versante è interessato da lenti movimenti franosi, causati sia dalla natura della roccia, sia dalla continua opera di scalzamento operata dal mare:«Negli anni compresi tra il 1960 e il 1964 i dissesti hanno colpito anche gli insediamenti di San Rocco e di la Mortola, rendendo necessarie opere di consolidamento adatte ad assicurare al versante una maggiore stabilità. A tal fine è stata costruita, circa trenta metri al di sotto della strada pedonale, una robusta traversa in calcestruzzo con la funzione di sostenere al piede la massa dei terreni pericolanti, ed il pendio è stato ripristinato con file di gabbionate di sassi che ne regolano la pendenza.» (A. Girani, Guida al Monte di Portofino, pag. 67).

Sulla destra della chiesa, si trascura il cerchio rosso vuoto che sale verso Gaixella e si prosegue seguendo via Mortola (segnavia: due pallini rossi e due triangoli rossi vuoti), una stradina asfaltata che taglia in piano. Lasciata a destra la diramazione che scende a Punta Chiappa, si superano i piccoli insediamenti di Poggio e Mórtola e si giunge alla Sorgente Vegia (quota 200 circa). Si continua su mulattiera nella boscaglia fino ad un importante bivio in località Fornelli (227 m). Si trascura il segnavia “due triangoli rossi vuoti”, che sale al Semaforo Nuovo e si va a destra sul comodo sentiero che taglia nel bosco con alcuni saliscendi, spesso affiancato da robuste ringhiere metalliche. Superata la postazione della “Sentinella”, si giunge alle Batterie (245 m).

Si tratta di postazioni militari diroccate, risalenti all’ultimo conflitto mondiale, situate sul ripido contrafforte che dal Monte Tocco scende verso Punta Chiappa; nelle giornate limpide da qui si ha una vista straordinaria sul mare e su tutta la Riviera Ligure, con le Alpi sullo sfondo. Accanto ai ruderi, si trova un piccolo rifugio-bar mantenuto e gestito dall’Ente Parco di Portofino.

Qui si incontrano due bivi in rapida successione: si va prima a sinistra, trascurando la diramazione che scende a Punta Chiappa, e poi a destra, ignorando il sentiero che sale al Semaforo Nuovo. Inizia ora il tratto “per escursionisti esperti”, indicato da una palina: tagliando tra boschetti e macchia arbustiva, s’incontrano i primi passaggi attrezzati su roccia. Scendendo in diagonale ai piedi di imponenti pareti di conglomerato, il sentiero giunge all’imbocco del Passo del Bacio (125 m).

Si tratta del passaggio più caratteristico (ma non il più difficile) del “Sentiero delle catene” per San Fruttuoso: una spettacolare cengia a picco sul mare, attrezzata con catene, che permette l’attraversamento di una parete rocciosa altrimenti invalicabile. Il toponimo deriva da una leggenda locale: due giovani innamorati, la cui unione era osteggiata dalle rispettive famiglie, si sarebbero gettati in mare da questa falesia dopo un ultimo bacio, come gesto ultimo contro l’egoismo dei genitori.

Attraversata l’aerea cengia lunga una ventina di metri, si doppia un contrafforte, da cui appare il promontorio dove sorge la Torretta Salvo d’Acquisto. Si contorna un valloncello con altri passaggi attrezzati su roccia; tra questi, il più impegnativo della traversata: un lastrone molto inclinato ed esposto, reso viscido dai continui passaggi. Aggirato un altro costone roccioso, il sentiero giunge ad uno spettacolare punto panoramico che si affaccia sulla Cala dell’Oro. Si scende brevemente su terreno roccioso, quindi si piega a sinistra e si taglia con bruschi saliscendi il versante ovest del vallone di Cala dell’Oro, superando numerosi tratti attrezzati. Si attraversa il fondo del vallone a quota 75 circa, poi si piega a sinistra.
Superati gli ultimi tratti attrezzati, il sentiero entra nel bosco e s’inerpica con numerosi tornanti. La faticosa salita guida al valico di Costa del Termine (275 m), sullo spartiacque tra i valloni di Cala dell’Oro e di San Fruttuoso; superata la sella si scende con innumerevoli svolte, tra lembi di bosco, macchie arbustive e rocce affioranti. Più in basso il paesaggio cambia, e si incontrano le prime terrazze, aggrappate al ripidissimo versante. Si attraversano due recinzioni, al cui interno si trovano alcune terrazze recentemente ripristinate, quindi, giunti in fondo alla discesa, si piega a sinistra, ormai in vista di San Fruttuoso. Si passa poco a monte dell’attracco per i battelli e si entra nel minuscolo borgo. Scendendo a destra è possibile raggiungere la piazza principale, da cui, attraverso un sottopasso, si arriva all’adiacente spiaggia.

​Tra le località più note e scenografiche della costa ligure, San Fruttuoso è un minuscolo paesino sorto intorno all’Abbazia omonima, che sorge proprio sulla riva del mare, in fondo ad un’accidentata insenatura intagliata nei conglomerati. Ancora oggi è raggiungibile solo a piedi oppure via mare con i battelli in partenza da Camogli o Portofino.
Nell’VIII secolo, il vescovo Prospero di Tartagona si rifugiò in questa baia, portando con sé le reliquie di San Fruttuoso; vi edificò una prima chiesa, situata più in alto dell’attuale e ormai andata completamente distrutta. L’abbazia vera e propria ebbe origine nel IX secolo; venne ampliato nel XII secolo dai monaci Benedettini, e nel XVI secolo per volere di Andrea Doria, che fece costruire il grande edificio loggiato affacciato sulla spiaggia e sul mare. Dopo un lungo periodo di abbandono, nel 1933 l’abbazia venne restaurata; attualmente gli edifici e i terreni circostanti sono di proprietà del Fondo Ambiente Italiano.
Il fondale della baia di San Fruttuoso ospita la nota statua del Cristo degli Abissi, posta nel 1954 ad una profondità di 17 metri.

Panorama su Camogli dal paese di Mòrtola
Panorama su Camogli dal paese di Mórtola (15 maggio 2016)
I pinnacoli rocciosi del Monte Campana
I pinnacoli rocciosi del Monte Campana (20 maggio 2018)
Catene al Passo del Bacio
Catene al Passo del Bacio (15 maggio 2016)
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Panorama sulla Cala dell’Oro e sul promontorio della Torretta (20 maggio 2018)
Scendendo verso la baia di San Fruttuoso, dominata dalla Torre Doria
Scendendo verso la baia di San Fruttuoso, dominata dalla Torre Doria (20 marzo 2024)

Escursioni sul Promontorio di Portofino
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