Crocetta di Tiglieto – Colla Albergasso – Colle dei Ferri – Bric del Dente

Caratteristiche

Difficoltà: E
Dislivello in salita: 580 m circa
Dislivello in discesa: 90 m circa
Tempo: 3.30 – 4.15 ore
Ultima ricognizione: Marzo 2017

Lunga camminata sull’ampia dorsale che divide il bacino idrografico del Torrente Orba da quello del Torrente Stura. La prima parte, fino al Colle dei Ferri, si svolge su stradette sterrate ed è piuttosto monotona, anche se molto panoramica. Al Colle dei Ferri si ritrova poi l’altro percorso di crinale, proveniente da Campo Ligure, e l’itinerario si fa un po’ più movimentato.

Accesso

a) Si esce dall’autostrada al casello di Masone-Campo Ligure, quindi si svolta a sinistra lungo la ex-SS456 che supera Campo Ligure e giunge a Rossiglione. Qui si svolta a sinistra, seguendo le indicazioni per Tiglieto, e si sale fino al valico della Crocetta di Tiglieto.
b) Usciti dall’autostrada a Ovada, si risale la Valle Stura fino a Rossiglione. Qui si svolta a destra (indicazioni per Tiglieto) e si sale fino al valico della Crocetta di Tiglieto (619 m).

Il valico si apre tra il Monte Calvo e il più modesto Bric Scaglione, ed è l’unica via di comunicazione stradale tra le valli Orba e Stura.

Itinerario

Fino al Colle dei Ferri il percorso è segnalato con due quadrati gialli vuoti. Dal valico, seguendo le indicazioni per “area panoramica Monte Calvo”, si imbocca una stradina asfaltata che taglia verso est tra villette sparse, in direzione dell’evidente anticima del Monte Calvo. Si entra in una pineta, poi si giunge ad un bivio dove si gira a destra in salita. La stradina doppia il contrafforte sud-ovest del Monte Calvo (punto panoramico), poi ne taglia il versante meridionale fino alla Colla Albergasso (701 m).

Il toponimo deriva dal termine dialettale abergu, che indica il secchereccio, costruzione in muratura utilizzata per essicare le castagne.
Girando bruscamente a sinistra e risalendo l’ampio costone di erba e pini (segnavia: pallino giallo) si può raggiungere in pochi minuti la panoramica vetta del Monte Calvo (739 m), nei pressi di cui sorgono i ruderi di una casermetta. Si può quindi proseguire fino alla vicina anticima ovest, dove sorge la croce di vetta.

Subito più avanti si trova un trivio, dove si prosegue dritti al centro, seguendo le indicazioni per un “punto panoramico” segnalato a 0,6 km di distanza. La strada sale tranquillamente lungo un costone alberato, giungendo in breve alle Case Catoccia (726 m), oltre le quali è chiusa al traffico. Poco dopo si giunge alle vasche dell’acquedotto, dove la stradina diventa sterrata e piega a destra, aggirando un’ampia gobba arbustiva sul lato dell’Orba (vasto panorama sul massiccio del Béigua e sulle Alpi Liguri).
Con una breve discesa si ritorna sullo spartiacque in corrispondenza di un’ampia sella ai piedi dell’arrotondato rilievo del Poggio. La stradina si sposta quindi di nuovo sul versante dell’Orba salendo decisamente, poi piega a destra e contorna lungamente il Poggio. Sorpassato un intaglio roccioso (località Scaiùn) si scende brevemente, quindi si raggiunge la selletta detta Fumella Morta (795 m).

Il termine “fumella” indica la femmina della lepre, evidentemente trovata morta in questa località. Spesso il toponimo viene italianizzato in “Femmina Morta”.

Si gira a destra, salendo nei pressi dello spartiacque Orba-Gargassa fino ad un dosso; la carrareccia prosegue quindi con brevi saliscendi tra radure e boschetti, lasciando a destra una diramazione per Tiglieto (località Morbetto; quota 829). Aggirate alcune gobbe, si effettuano una curva a sinistra ed una a destra, giungendo alla selletta di Pràa d’ Mrizzu (833 m), ai piedi del Monte Faiottu.

Il toponimo vuol dire letteralmente “prato del meriggio”: era il luogo in cui, in estate, si portava il bestiame a riposare e ruminare nelle ore più calde del pomeriggio.

Lasciando a sinistra una diramazione ripida e dissestata, si continua orizzontalmente, tagliando il versante occidentale del Monte Faiottu prima in lieve discesa, poi in piano. Con una breve salita si raggiunge quindi l’importante crocevia del Colle dei Ferri (o Colla di Masca, o Passo Fruia; 821 m), dove si incontrano i segnavia “punto e linea gialli“, proveniente dalla Cappella della Maddalena, “triangolo giallo vuoto“, proveniente da Campo Ligure, “rombo giallo pieno” proveniente da Rossiglione e “due quadrati gialli pieni”, proveniente da Masone.

È un’importante insellatura sul contrafforte divisorio tra le valli Stura e Orba, crocevia di antiche mulattiere. Il toponimo più utilizzato, cioè Colle dei Ferri, deriva dal fatto che qui transitavano i portatori di ferro provenienti dalle ferriere della Valle Stura. Il termine “masca”, diffuso più nelle Alpi occidentali che nell’Appennino Ligure, indicava una figura femminile dotata di poteri magici, tendenzialmente cattiva (solo in rare volte benigna), che abitava nei boschi di montagna. Il toponimo spesso indica luoghi impervi e inospitali, di solito ripidi e selvaggi. Il toponimo “Fruia” invece deriva dal termine dialettale früa, cioè la castagna secca che si consuma bollita.

Si segue verso sinistra la mulattiera principale (segnavia: triangolo giallo vuoto), che raggiunge in breve una selletta dove si incontra il segnavia “tre punti gialli” proveniente da Masone. Si prosegue quindi lungo l’ampia dorsale spartiacque, tra radure e boschetti, scavalcando la poco pronunciata sommità della Rocca Giana (902 m), poi si scende dolcemente alla sella del Prato della Saliera (869 m), dove si incontra un altro sentiero segnalato proveniente da Masone.

Nei pressi della sella si possono ancora vedere i ruderi degli edifici di un’antica saliera: qui veniva depositato il sale che transitava dalla Riviera ligure verso il Piemonte.

Proseguendo verso meridione, si aggira a sinistra il roccioso Bric Dentino, poi si taglia in piano un bosco cosparso di massi e, con alcune svolte, ci si riporta sullo spartiacque tra Orba e Stura.

Una breve deviazione verso destra, segnalata con tre punti gialli, guida prima in lieve discesa, poi in salita tra rocce, arbusti e alberelli fino alla panoramica cima del Bric Dentino (o Bric della Saliera; 972 m).

Il sentiero principale continua a seguire l’arrotondata dorsale, tra radure e faggi. Giunti ad un bivio si lascia a sinistra il segnavia “rombo giallo pieno”, che taglia verso la Porta del Dente e la Sella del Barnè, per continuare dritti lungo il sentiero segnalato col triangolo giallo. Poco più avanti si lascia a destra un’altra diramazione che conduce al Colle Cerusa, quindi si sale ripidamente tra prati e macchie di bosco, fino a sbucare improvvisamente sul dorso erboso ai piedi del dente roccioso sommitale. Si gira a sinistra e, salendo a zigzag per facili rocce, si arriva in vetta al Bric del Dente (1109 m).

Panorama dal Monte Calvo verso le Case Preisa e la valle del Gargassino
Panorama dal Monte Calvo verso le Case Preisa e la valle del Gargassino (7 maggio 2017)
Le Case Catoccia
Le Case Catoccia (30 marzo 2017)
Il Monte Pavaglione visto dalla Fumella Morta
Il Monte Pavaglione visto dalla Fumella Morta (30 marzo 2017)
Lo stretto intaglio della Porta del Dente
Lo stretto intaglio della Porta del Dente (11 marzo 2017)

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