Masone – Cascata del Serpente – Bric del Dente
Caratteristiche
Difficoltà: E
Dislivello in salita: 720 m circa
Tempo: 2.30 – 2.45 ore
Ultima ricognizione: Luglio 2024
Si percorre il selvaggio vallone del Rio Masone, toccando la bellissima Cascata del Serpente, poi ci si innalza per folti boschi fino a raggiungere lo spartiacque tra Stura e Orba, percorso dal sentiero di crinale proveniente da Campo Ligure.
Accesso
Dal casello autostradale di Campo Ligure-Masone si svolta a destra e si raggiunge in breve il paese di Masone (398 m).
Si tratta dell’ultimo paese della Valle Stura; è costituito da una parte antica, costruita su un poggio sovrastante il torrente, dove si trovava un castello distrutto nel 1747, e da una parte più recente, situata sulla piccola piana alluvionale del torrente, intorno alla strada statale del Turchino. Il toponimo deriva dal latino mansionem, cioè luogo di fermata, lungo l’antica via di comunicazione tra Voltri ed il Monferrato.
Il percorso può essere abbreviato arrivando in automobile alla Cartiera di Savoi, dove sono presenti cinque posti auto.
Itinerario
Si imbocca via Pallavicini, che attraversa su un ponte il Torrente Stura, poi sale verso la parte antica del paese. Si gira poi a destra verso il cimitero, e poi si prende di nuovo a destra via Cascata del Serpente, che scende brevemente, poi passa sotto all’autostrada e giunge ad un bivio. Lasciato a destra il segnavia “due quadrati gialli pieni”, si prosegue dritti lungo la stradina che si snoda sul lato destro idrografico del Rio Masone (segnavia: tre pallini gialli). Si raggiungono quindi i ruderi della Cartiera di Savoi.
La cartiera, i cui ruderi sono venuti alla luce nel 1984, risaliva probabilmente al secolo XVII. Venne fatta costruire da Paolo Agostino Spinola come parte di un complesso comprendente anche un mulino ed una ferriera. Oggi ne rimangono pochi resti: alcuni blocchi di pietra verde lavorata e la vasca dove si mescolava la pasta di carta.
Si sorpassa il Rio Pestummu su un ponticello, poi si prosegue in salita tra gli alberi. Oltre un tornante si trova un bivio, dove si lascia a sinistra il segnavia “due rombi gialli vuoti” diretto al Forte Geremia; si prosegue dritti, salendo fino al cartello che indica il belvedere sulla Cascata del Serpente.
Scalinate sulla destra scendono lungo il ripido pendio fino a due terrazzi panoramici sulla cascata e sui bei laghetti che il rio forma subito a valle. La cascata è alta una quindicina di metri, ed è diventata uno dei simboli del Parco del Béigua; ai suoi piedi ha formato una tipica “marmitta”, cioè un profondo laghetto dalla forma circolare e dalle acque limpide.
Si prosegue lungo la stradina, passando nei pressi della Cascina Caice (=cascate; quota 461). Poco più avanti la strada diventa sterrata; si trascura una diramazione cementata a sinistra, poi, poco dopo, si lascia a destra una mulattiera che scende al torrente. La sterrata prosegue in dolcissima salita fino ad un terzo bivio. Si va a sinistra su una carrareccia dissestata, che regala suggestivi scorci sul sottostante Rio Masone e sulle sue belle pozze cristalline. Entrati nel “Demanio Forestale Regionale Tiglieto”, si effettuano due lunghi tornanti e si raggiunge la Cascina Troia (619 m), posta in un bella radura.
La cascina è stata restaurata dal Corpo Forestale dello Stato nel 1992, ed è oggi adibita a rifugio sempre aperto, con tavoli e panche e fonte. Il nome indica la femmina del maiale.
Si passa accanto alla cascina, si attraversa un’area con tavoli e panche e, in corrispondenza di un pannello con cartina, si riprende il sentiero segnalato. Subito si lascia a sinistra una diramazione segnalata per il Bric della Sorba e il Forte Geremia, e si seguono a destra le indicazioni per Saliera e Col Badè. Poco dopo, si trascura il Santée dl’èva der Brue, che sale al Col Badè, e si continua a sinistra in dolce salita sul sentiero principale.
La traccia, assai rovinata dall’erosione, inizia a salire più decisa e raggiunge un piccolo intaglio sovrastato da un traliccio (quota 651). Si gira a sinistra salendo brevemente, poi si taglia in dolce discesa a destra per guadare un piccolo rio. Il sentiero riprende quindi a salire ripido, con alcune curve tra boscaglia e radure. Più in alto il bosco diventa più fitto; si lascia a sinistra una diramazione (paline) e, poco dopo, si piega a destra, giungendo sulla piazzola di una carbonaia. Si prosegue ora più dolcemente fino ad incontrare il segnavia “triangolo giallo vuoto“, proveniente da Campo Ligure, poco a sud-est rispetto al Prato della Saliera (quota 868).
Nei pressi della sella sono presenti i ruderi degli edifici di un’antica saliera: qui veniva depositato il sale che transitava dalla Riviera ligure verso il Piemonte.
Proseguendo verso meridione, si aggira a sinistra il roccioso Bric Dentino, poi si taglia in piano un bosco cosparso di massi e, con alcune svolte, ci si riporta sullo spartiacque tra Orba e Stura.
Una breve deviazione verso destra, segnalata con tre punti gialli, guida prima in lieve discesa, poi in salita tra rocce, arbusti e alberelli fino alla panoramica cima del Bric Dentino (o Bric della Saliera; 972 m).
Il sentiero principale continua a seguire l’arrotondata dorsale, tra radure e faggi. Giunti ad un bivio si lascia a sinistra il segnavia “rombo giallo pieno”, che taglia verso la Porta del Dente e la Sella del Barnè, per continuare dritti lungo il sentiero segnalato col triangolo giallo. Poco più avanti si lascia a destra un’altra diramazione che conduce al Colle Cerusa, quindi si sale ripidamente tra prati e macchie di bosco, fino a sbucare improvvisamente sul dorso erboso ai piedi del dente roccioso sommitale. Si gira a sinistra e, salendo a zigzag per facili rocce, si arriva in vetta al Bric del Dente (1109 m).






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