Sentiero Natura della Val Gargassa

Caratteristiche

Difficoltà: E
Dislivello in salita: 250 m circa
Tempo: 2.30 – 3 ore (intero anello)
Ultima ricognizione: Febbraio 2024

La Val Gargassa è uno dei luoghi più particolari dell’intero Parco Naturale del Monte Béigua. Il Torrente Gargassa, affluente dello Stura, ha inciso profondamente una formazione di conglomerati, creando un canyon dai versanti ripidi e rocciosi. Il paesaggio, che è spoglio, impervio e desolato, ricorda da vicino quello di alcuni canyon del Far West, suggestione accentuata dal colore bruno-rossastro delle rocce. Sul fondo del canyon il torrente scorre inforrato, formando bellissimi laghetti dalle acque cristalline. Tutta la valle è percorsa dall’omonimo Sentiero Natura del parco, un itinerario ad anello che prima percorre il fondo del canyon, poi lo contorna dall’alto. I tratti potenzialmente impervi e pericolosi sono abbondantemente attrezzati con ringhiere e catene; solo sulla via del ritorno, una breve cengia attrezzata sul versante della Rocca Giana può dare fastidio a chi soffre di vertigini.

Accesso

Si esce al casello autostradale di Campo Ligure-Masone, da cui si scende lungo la Valle Stura fino a Rossiglione. Qui si gira a sinistra lungo la diramazione per Tiglieto e la si segue per 2 km circa; si imbocca quindi a sinistra una breve diramazione che scende ad attraversare il Torrente Gargassino presso la confluenza con il Gargassa, e giunge al campo da calcio “R. Tognocchi” (località Case Gargassino; 322 m).

I toponimi “gargassa” e “gargassino” potrebbero derivare dal tardo latino gurgum, cioè “gorgo”, con suffisso peggiorativo, oppure potrebbero essere una deformazione di gargalia, cioè “pietraia alluvionale”, in riferimento all’aspetto del conglomerato in cui sono incise le due valli.

Itinerario

Seguendo il cartello indicatore del Sentiero Natura (segnavia: due X gialle), si supera una staccionata in legno e si costeggia sulla destra il campo da calcio. Entrati nel bosco, si piega a destra e si effettua un breve saliscendi per contornare una piccola frana, poi si prosegue più comodamente. Costeggiando il torrente, si giunge ad un primo tratto inforrato tra le serpentiniti, in cui il sentiero è protetto con ringhiere di legno. Sorpassato un traverso su rocce accidentate, attrezzate con catene, il sentiero ritorna più comodo e costeggia la recinzione dell’azienda agricola Monterosso.
Attraversato un boschetto e superato un rio su un ponticello in legno, si entra nel conglomerato. La valle si rinserra man mano tra ripidi versanti rocciosi, su cui crescono radi pini, mentre il Torrente Gargassa forma bei laghetti. L’ultimo tratto del canyon è il più impervio, e qui si ritrovano tratti protetti da ringhiere in legno e un altro traverso attrezzato con catene. Si giunge quindi ad un’ansa del torrente ai piedi del Muso del Gatto (quota 370 circa), spettacolare torrione strapiombante di conglomerato.

Il Muso del Gatto (in dialetto Muru der Gattu) era così chiamato per il suo curioso profilo; negli anni ’70, purtroppo, una frana lo ha modificato, e oggi non assomiglia particolarmente ad un gatto.

Ai piedi della parete strapiombante, si guada il Torrente Gargassa sfruttando i massi affioranti. Si imbocca poi un sentiero che sale decisamente tra gli alberi allontanandosi dal corso d’acqua. Quando la valle si fa un po’ più agevole, il sentiero si riporta sul torrente, lo guada, e in breve sbuca nell’amena radura pianeggiante dove sorgono le case di Veirera (406 m; 1.10-1.20 ore dalle Case Gargassino).

Veirera è un gruppetto di case, ormai in gran parte diroccate, che si trovano su un bel pianoro allo sbocco superiore del canyon del Gargassa. Il toponimo indica che tra le costruzioni doveva trovarsi una vetreria. Una delle case è stata ristrutturata e trasformata in rifugio dal Parco del Béigua.

Deviazione – Sorgente sulfurea. Passando in mezzo alle case, si imbocca il sentiero segnalato con un cerchio giallo barrato, che taglia in piano accanto al torrente. Presto si trova un bivio: si lascia a sinistra il cerchio giallo barrato, che attraversa il Gargassa su un ponte, per proseguire dritti seguendo le indicazioni per la sorgente. Qualche centinaio di metri più avanti, presso la confluenza del Rio Sorie nel Torrente Gargassa, si trova un altro bivio. Si abbandona la mulattiera principale per scendere a sinistra: si guada il Rio Sorie, si sale brevemente e si riprende a tagliare in piano sul versante sinistro idrografico del Gargassa. Giunti presso un’ansa, pochi metri sopra il torrente, un’indicazione a sinistra guida alla sorgente sulfurea (425 m; 15 minuti da Veirera). La sorgente è indicata da due ometti di pietre, ed è riconoscibile per i caratteristici depositi di sali arancio-rosati.

Senza raggiungere le case, si piega a destra, seguendo il cartello in legno del Sentiero Natura (segnavia: tre punti gialli). Si scendono i muretti di due vecchie terrazze, quindi si guada un piccolo rio e si imbocca un sentiero che sale ripido tra gli alberi. Man mano il bosco si dirada, e si rientra nella zona dei conglomerati, di fronte agli appicchi rocciosi della Rocca Giana e della Rocca dra Crava.

Sul costolone roccioso che scende dalla Rocca dra Crava verso il fondo della Val Gargassa, si riconosce un caratteristico arco di roccia. Localmente è noto come Barcun dra Scignura, cioè “balcone della signora”.

Si attraversa una valletta, poi si taglia brevemente in diagonale e si piega a sinistra, risalendo un ripido costolone detritico verso i dirupi della Rocca Giana. Giunti alla base della parete, la si costeggia in piano verso destra, con panorami spettacolari sulla valle. Sorpassata una cengia un po’ esposta attrezzata con cavo metallico, si giunge ad una selletta. Una breve salita verso destra conduce in vetta alla Rocca dra Crava (512 m; 40-50 minuti da Veirera) che offre un vasto panorama sul canyon e sui monti circostanti.
Ritornati alla selletta, si riprende il sentiero segnalato che scende con un tornante sul versante nord-ovest della Rocca dra Crava. Si taglia poi tra pini, erba e rocce affioranti attraversando alcune vallecole. Guadati due piccoli rii, si continua in salita lungo un ampio sentiero rovinato dall’erosione. Dopo un tratto in piano, ci si congiunge alla pista segnalata con un cerchio giallo pieno (quota 430), e la si segue verso destra superando un cancello. Ad un crocevia presso l’azienda agricola “Monterosso” si continua dritti, quindi si incontra un altro bivio dove si va a sinistra. Si contorna la radura dove sorge la Cascina Camilla, quindi si attraversa un altro cancello e si continua lungo una mulattiera sconnessa che scende nel bosco. Si sorpassa un’area picnic e in breve si ritorna al punto di partenza (40-50 minuti dalla Rocca dra Crava).

Uno dei tanti laghetti nel canyon del Gargassa
Uno dei tanti laghetti nel canyon del Gargassa (30 marzo 2017)
La bella radura pianeggiante di Veirera
La bella radura pianeggiante di Veirera (30 marzo 2017)
Il canyon visto dai versanti della Rocca Giana
Il canyon visto dai versanti della Rocca Giana (30 marzo 2017)
La Rocca dra Crava e il curioso Barcun dra Scignura
La Rocca dra Crava e il curioso Barcun dra Scignura (30 marzo 2017)

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