Ponte Calchéira (Livigno) – Alpe Federia – Laghetto di Federia – Passo di Federia
Caratteristiche
Difficoltà: T fino all’Alpe Federia, poi E/EE
Dislivello in salita: 1060 m circa
Tempo: 4 – 5 ore
Ultima ricognizione: Agosto 2023
La Val Federia, tributaria di sinistra della Valle di Livigno, è un vallone lunghissimo, monotono, in gran parte pascolivo. Tuttavia, proprio in cima alla valle, si trova un laghetto bellissimo, spesso ingombro di neve fino ad estate inoltrata. Subito sopra si apre il panoramico Passo di Federia, sulla cresta di confine italo-svizzero. L’escursione è piuttosto noiosa; l’unica difficoltà che si incontra è l’attraversamento di un ripido canalone franoso poco prima del Laghetto di Federia.
Accesso
Attraverso la Fòrcola di Livigno si raggiunge il paese omonimo. Giunti quasi in fondo si gira a sinistra in direzione della Val Federia, e si parcheggia a Ponte Calchéira (1859 m); oltre il ponte c’è divieto di accesso alle auto.
Itinerario
Senza attraversare il ponte, si imbocca sulla sinistra un’ampia mulattiera (segnavia 167; indicazioni per la Val Federia) che costeggia il Torrente Federia sul lato destro idrografico. La stradetta procede in lieve salita tra i larici, passando accanto a numerosi tavoli e panche, e transitando sotto al dosso dove sorge la Chiesa di Federia.
Rispetto al nostro sentiero, la chiesa si trova sulla sponda opposta del torrente, in cima ad un piccolo poggio roccioso. In realtà si tratta di una ricostruzione abbastanza recente, terminata negli anni ’80; l’originaria chiesetta, molto antica e ormai in precarie condizioni di stabilità, si trovava poco più a valle.
La stradina attraversa il torrente su un ponticello, quindi prosegue lungamente sul lato sinistro idrografico. Più avanti, ad un bivio, si può scegliere se rimanere sulla stradina oppure seguire a sinistra un breve sentiero che attraversa due volte il torrente passando da un’area picnic. Le due varianti si ricongiungono in fretta, e la stradina continua in lieve salita fino a congiungersi con la strada asfaltata (chiusa al traffico) della Val Federia, poco a valle rispetto ad una piccola diga (quota 2015).
Si segue verso sinistra la rotabile, attraversando subito un torrentello su un ponte; dopo circa 1,3 km si giunge ad un importante bivio (quota 2061). Lasciata a destra la strada sterrata ex-militare che sale al Rifugio Cassana, si continua sulla stradina principale. Si sorpassa il piccolo Baitél de la Cheseira (2146 m), si attraversa un rio e poi si prosegue lungamente in dolce salita fino alle costruzioni dell’Alpe Federia (o Cascine di Mortarecc; 2207 m).
L’alpeggio offre servizio di ristorante ed agriturismo, con anche possibilità di pernottamento.
Si scende brevemente sul lato opposto, quindi si lascia a sinistra la sterrata che attraversa il torrente per prendere a destra il sentiero per il Passo di Federia (Bocheta dal Plan da Vaca sui cartelli; segnavia 167). Il sentiero sale lungamente in diagonale per prati, poi effettua un tornante e guida al ripiano del Baitel dal Planon (2431 m). Subito oltre si trova un bivio, dove si continua a sinistra sul sentiero 167. Dopo una lunga e monotona salita tra erba e sfasciumi, si attraversa un valloncello tagliando quasi in piano.
Si doppia un contrafforte, quindi si supera un franoso canalone percorso da un rio (attenzione, passaggi lievemente esposti). Il sentiero ritorna agevole e riprende a salire in diagonale tra grandi pietraie, ai piedi dei suggestivi dirupi del Munt Cotschen; spesso in questo tratto si trovano brevi nevai anche in agosto inoltrato. Si affianca infine un ruscello e, in pochi minuti, si sbuca nella piccola conca del Laghetto di Federia (2865 m).
Il bellissimo specchio d’acqua è posto poche decine di metri al di sotto del crinale di confine. Si estende per circa 7700 mq, ed è spesso ingombro di neve e ghiaccio fino a luglio inoltrato.
Seguendo una ripida traccia, si risale la china detritica che sovrasta il lago e si giunge al Passo di Federia (2899 m), segnalato da un cippo di confine.
L’ampia sella detritica si apre sullo spartiacque tra l’Engadina e la Valle di Livigno, percorso dal confine italo-svizzero. A nord del valico si innalza il massiccio Munt Cotschen, mentre a sud-est si trova la ben più modesta elevazione del Matòc dal Mont. Sul versante svizzero si trova una costruzione che può offrire riparo in caso di maltempo. Dal valico si ha un ampio panorama fino al gruppo del Bernina.
Deviazione n. 1 – Via normale al Munt Cotschen. Dal passo si procede in direzione nord, verso la rocciosa anticima del Munt Cotschen. Si rimonta un ripido e largo contrafforte, prima su terreno ghiaioso, poi su erba, fino alla base delle rocce. Procedendo per tracce e gradini rocciosi, si guadagna l’aerea anticima (3018 m) situata all’inizio della cresta sud del Munt Cotschen. Da qui la cresta continua quasi orizzontale, rocciosa e dentellata; si procede sul filo o immediatamente a destra per aggirare le asperità maggiori, con alcuni passaggi esposti (attenzione alla scarsa qualità della roccia). Dopo alcune decine di metri, la cresta ritorna ampia e ghiaiosa. Si aggira un gradino roccioso a sinistra, poi si seguono le tracce che salgono le ultime decine di metri, fino alla vetta del Munt Cotschen (3104 m; 30-40 minuti dal Passo di Federia; difficoltà: F).
Deviazione n. 2 – Monte Garone per la cresta nord. Procedendo lungo la cresta di confine verso sud-est ci si porta in breve sul Matoc dal Mont (2982 m), panoramico dosso sassoso che fa da punto nodale tra la Val Federia, la Valle del Monte e la Val Chamuera. Mantenendosi sempre sulla larga cresta detritica, si scavalcano le successive elevazioni senza particolare difficoltà, fino ad un’ampia sella (2950 m). Da qui un sentierino sale in diagonale verso sinistra portando alla dolomitica vetta del Monte Garone (3029 m; 0.45-1 ora dal Passo di Federia; difficoltà: EE).
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