Arenzano – Passo Gavetta – Rocca Vaccaria (“V bianca”)

Caratteristiche

Difficoltà: E
Dislivello in salita: 1120 m circa
Tempo: 3.15 – 4 ore
Ultima ricognizione: Giugno 2010

È un percorso relativamente diretto che collega la costa alla cima della Rocca Vaccaria, segnalato inusualmente con una V bianca dai soci del CAI di Arenzano.

Accesso

Si esce al casello di Arenzano e si va a sinistra verso il centro del paese. Ad una rotonda si gira a sinistra passando davanti alla stazione ferroviaria e imboccando via Don Minzoni. Si prosegue a destra in via Zunino, poi si sale a sinistra lungo via Sanzio fino al Santuario del Santo Bambino (quota 46).

Il santuario, dedicato al Santo Bambino di Praga, è stato costruito tra il 1904 e il 1908, per poi venire ampliato nel 1963. L’immagine del Bambino apparve a Praga nel 1628; venne donata ai Carmelitani dalla principessa Polissena di Lobkowitz. Su spinta di padre Cirillo del Carmelo, l’immagine venne diffusa in altre comunità carmelitane, tra cui anche quella di Arenzano. Qui oggi sorge l’unica basilica al mondo dedicata al Santo Bambino.

Itinerario

Seguendo le V bianche si imbocca via Costa dei Frati, che sale abbastanza decisamente con alcuni tornanti, passando nei pressi della Torre dei Saraceni.

La caratteristica Torre dei Saraceni venne eretta in seguito ad un grande saccheggio del borgo di Arenzano, avvenuto nel giugno del 1559 ad opera del capitano Amoret Rais. Doveva essere presidiata notte e giorno, e aveva il compito di avvertire tempestivamente gli arenzanesi e le analoghe torri dei borghi vicini nel caso di avvicinamento di navi sospette.
Presso il terzo tornante della stradina oltre la torre si diparte a sinistra il Sentiero dei Saraceni, un sentiero di collegamento che sale dolcemente fino a Pian del Curlo. Qui si congiunge con il segnavia FIE “due cerchi rossi pieni“, che sale comunque al Passo Gavetta.

Dopo circa un chilometro il sentierino segnalato si stacca a destra, salendo nella boscaglia fino ad un colletto (166 m) dove si incontra nuovamente l’asfalto in corrispondenza di un crocevia. Si va a sinistra lungo una stradina che presto si biforca; prendendo a destra si raggiunge una casa isolata, nei cui pressi si abbandona definitivamente l’asfalto per imboccare a sinistra un sentierino che sale nella fitta macchia di pini e arbusti. Più in alto il panorama si apre sulla conca di Arenzano e si passa a fianco della Fonte Brassetto (448 m).
Poco dopo si incontra il sentiero segnalato con una A rossa in campo bianco. Lo si segue verso destra per alcune centinaia di metri, superando la Fonte Suvia Brassetto, oltre la quale le V bianche si staccano su una diramazione a sinistra. Il sentierino sale decisamente tra erba e rocce, passando nelle vicinanze di alcuni tralicci dell’alta tensione e raggiungendo il più importante sentiero segnalato con due cerchi rossi pieni, proveniente da Arenzano e diretto al Passo del Faiallo. Andando a destra si raggiunge in breve la marcata sella del Passo Gavetta (718 m).

Posto tra il Monte Tardìa e il Bric Gavetta, è un valico di importanza secondaria, che collega la costa di Arenzano con l’alta val Lerone. Sulla destra inizia il sentiero segnalato con tre pallini rossi, che sale ripidamente al Monte Tardìa Ponente (926 m; 2.15-2.30 ore da Arenzano) transitando per la sua anticima sud. Su questa anticima, detta Rocca dell’Erxo, si trova il piccolo Rifugio “ai belli venti”, che può servire come spartano ricovero in caso di maltempo.

Proseguendo lungo un sentiero che taglia in piano verso nord, si giunge ad un bivio. Si trascura la traccia principale che sale verso il vicino Passo della Gava per prendere la diramazione di sinistra, che si tiene più in basso e va a raggiungere la strada sterrata chiusa al traffico proveniente da Arenzano nei pressi del piccolo invaso artificiale antincendio. Si attraversa la sterrata e si guada il Rio Gava poco a monte dell’invaso (fonte), quindi si passa sotto alla Casa Gava (727 m), raggiungibile con brevissima deviazione.

La graziosa Casa Gava, antico riparo per falciatori, è oggi un rifugetto non gestito per escursionisti. La ristrutturazione è ad opera del CAI di Arenzano.

La V bianca prosegue salendo in diagonale, prima attraversando una pietraia, poi nella pineta, fino ad incontrare il sentiero segnalato con tre punti rossi proveniente dal Passo della Gava. Lo si segue verso sinistra, attraversando il Rio di Costaboera e, poco dopo, il Rio Leone (in vernice su un masso è scritto erroneamente “Lione”). Subito dopo si trova la Fonte Leone (866 m).

La fonte sgorga copiosa tutto l’anno da un profondo anfratto accanto ad un grosso masso. Il ruscelletto che ne trae origine scende velocemente ad unirsi al Rio Leone.

Il sentiero prende quota con due tornanti e giunge ad un bivio; qui si abbandonano i tre pallini rossi diretti al Monte Argentéa per imboccare a destra la diramazione segnalata dalle V bianche. Dopo poche decine di metri si giunge ad un altro bivio.

Il sentiero di sinistra guida in breve al Rifugio Buniccu (950 m), piccola costruzione in pietra nascosta in una bella macchia di pini. Può offrire riparo in caso di maltempo.

Si continua a destra in salita lungo la massima pendenza per prati e sentierini poco evidenti, seguendo i segnavia dipinti sui massi affioranti. Passati nei pressi dei ruderi del Riparo Garduin, si raggiunge con un’ultima salita l’ampia sella del Passo Vaccaria (o Giasso del Cue; 1116 m), posta tra l’omonima Rocca e il lievemente più alto Monte Réixa. Si segue il sentiero dell’AV verso sinistra per alcune decine di metri, poi lo si abbandona per imboccare a destra la diramazione che, seguendo l’ampio crinale erboso cosparso di rocce affioranti, guida sull’ampia vetta della Rocca Vaccaria (1164 m).

Il Monte Tardìa Ponente visto dalla mulattiera della V bianca
Il Monte Tardìa Ponente visto dalla mulattiera della V bianca (28 gennaio 2018)
Il piccolo Rifugio Buniccu
Il piccolo Rifugio Buniccu (28 gennaio 2018)
Panorama verso ovest dalla Rocca Vaccaria, con il Monte Argentéa, il Monte Rama e le Alpi Liguri sullo sfondo a destra
Panorama verso ovest dalla Rocca Vaccaria, con il Monte Argentéa, il Monte Rama e le Alpi Liguri sullo sfondo a destra (24 giugno 2009)

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