Sampierdarena – Madonna del Garbo – Forte Diamante
Caratteristiche
Difficoltà: E
Dislivello in salita: 700 m circa
Tempo: 3.15 – 4 ore
Ultima ricognizione: Giugno 2014
Lungo percorso che segue il crinale che delimita ad est la Val Polcévera, prima per dolci colline boscose, poi per le erbose cime del crinale dei forti. L’itinerario attraversa zone di grande pregio ambientale e panoramico, oltre che toccare varie fortificazioni e antiche chiese; lungo il percorso si trovano molti pannelli esplicativi a cura del Parco delle Mura.
Accesso
In treno fino alla stazione di Genova Sampierdarena (15 m).
Itinerario
Si esce dalla stazione in piazza Montano, che si attraversa per imboccare via Cantore. La si segue per un breve tratto, per poi svoltare a sinistra in corso Martinetti, che sale tra le case. Giunti al convento delle Suore Pietrine si imbocca a destra salita Belvedere (da qui al Forte Diamante si segue il segnavia “cerchio rosso vuoto”), una creusa mattonata e a tratti scalinata, che porta ad incrociare via Monti e poi prende quota diventando stradina asfaltata. Si raggiunge quindi la chiesa di Nostra Signora di Belvedere (126 m).
Belvedere, che porta questo nome per l’aspetto ridente e la bellezza delle villette, fu teatro di lotte tra guelfi e ghibellini nel XIV secolo. Poco lontano dalla chiesa si trovano i resti del Forte Belvedere, costruito tra il 1815 e il 1825 e poi trasformato in batteria per la difesa del porto.
Si taglia in piano lungo corso Belvedere, poi si gira a sinistra lungo salita al Forte Crocetta, che, oltre una breve discesa, raggiunge un crocevia dove si riceve da destra il segnavia “tre punti rossi”. Si riprende la salita, ora su creusa mattonata, che guida al Forte Crocetta (160 m).
Già nel 1747 sorgevano in questa zona alcune ridotte con trinceramenti, nei pressi di un convento e di una chiesetta dedicata al Santissimo Crocifisso. Tra il 1815 e il 1827 chiesa e convento vennero demoliti e si costruì il vero e proprio forte, poi ampliato nel 1829. Il toponimo “crocetta” si riferisce probabilmente al crocevia che si è superato poche decine di metri prima, e non alla chiesa demolita, come invece sostiene il pannello esplicativo.
Si supera un arco in pietra e si prosegue lungo una stradetta sterrata in piano nel bosco, lasciando a destra il segnavia “tre punti rossi” che sale al Forte Tenaglia. Quando la sterrata inizia a scendere la si abbandona per prendere a destra un sentiero che taglia pressochè in piano. Si lascia a sinistra una diramazione, poi si passa accanto ad una casa isolata e, poco dopo, si trascurano altri due sentieri con segnavia giallo che conducono al vicino Forte Tenaglia. Il sentiero passa accanto ad altre case rurali, poi taglia nel bosco; ad un certo punto si abbandona la traccia che prosegue dritta per piegare bruscamente a destra e salire decisamente a tornanti. Con un traverso a sinistra si raggiunge una mulattiera più importante.
A destra la mulattiera (segnavia: tre punti rossi) guida alla Torre e alla Porta di Granarolo, che si apre nella cinta Mura Nuove.
Si va a sinistra lungo la mulattiera che presto diventa stradetta asfaltata, e scende dolcemente passando accanto ad alcune case. Raggiunta una strada più ampia, si sale brevemente a destra e ci si porta al Santuario della Madonna del Garbo (193 m).
Il nome della chiesa deriva dalla seguente leggenda: nel XIV secolo un bambino trovò una statuetta della Madonna in un buco nel tronco di un vecchio castagno. Il bambino portò la statuetta a casa, ma essa scomparve per riapparire magicamente nel tronco del castagno; allora in quel luogo venne edificata una prima cappella, che fu chiamata Madonna del Garbo (che in dialetto significa “buco”).
Nei pressi della chiesa si trova il Museo del Garbo, dedicato a storia e cultura della civiltà contadina genovese.
Si svolta a destra lungo salita al Garbo, una ripida stradina asfaltata; poche decine di metri dopo diventa cementata, e qui bisogna imboccare a sinistra una mulattiera acciottolata che sale a tornanti. Si sbuca poi su una stradetta asfaltata (via ai Piani di Fregoso) che si segue verso sinistra, passando accanto ad altre case isolate. Ad un bivio si va a sinistra e, quando la strada inizia a scendere, si prende a destra un sentiero che sale ripido nel bosco.
Più in alto la salita si fa più dolce, e il sentiero contorna il colle boscoso su cui sorge il Forte Begato, incontrando l’ampia mulattiera proveniente da Begato. Si taglia dritti per un centinaio di metri e si raggiunge un crocevia nei pressi di un grosso cancello nelle Mura Nuove. Il segnavia porta a sinistra lungo una carrareccia che costeggia le mura, poi sale ripida col fondo in cemento, passando accanto ai bastioni del Forte Sperone.
Il Forte Sperone si trova sulla vetta del Monte Peralto (498 m) e funge da cardine della cinta muraria delle Mura Nuove. Il forte, provvisto di fossato e ponte levatoio, fu costruito a più riprese tra il XVIII e il XIX secolo. Tra tutti i forti del crinale tra Bisagno e Polcévera è il più grande e articolato. Nel periodo estivo vi si svolgono concerti, feste, mostre e spettacoli, mentre tra marzo e ottobre ci sono visite guidate aperte al pubblico.
La strada sterrata taglia in piano, poi raggiunge il panoramico crinale spartiacque tra Polcévera e Bisagno. Si scende dolcemente lungo il crinale fino ad una selletta con rudere (quota 471), dove si incontra il segnavia “rombo rosso pieno” proveniente da Righi. Si torna sul versante della Val Polcévera e, salendo dolcemente nel bosco, si contorna una gobba sormontata da ripetitori, poi si aggira il dosso su cui sorge il Forte Puin. La mulattiera, ora parecchio sconnessa, torna sul crinale presso la selletta subito a monte, poi ritorna sul versante ovest; lasciato a sinistra il rombo rosso pieno, diretto a Bolzaneto, si sale fino ad una selletta (quota 548).
Qui si trova un bivio: si trascura il tracciato principale che sale verso il Forte Fratello Minore e si prosegue a destra lungo una mulattiera pianeggiante sul lato della Val Bisagno; essa aggira il Monte Sellato e raggiunge il Colle del Diamante (555 m). Si imbocca quindi la mulattiera lastricata, che con stretti e regolari tornanti, risale il ripido versante erboso sovrastante fino al Forte Diamante (660 m), posto in splendida posizione panoramica.
Il forte venne costruito tra il 1756 e il 1758, primo baluardo difensivo di Genova contro gli attacchi provenienti da nord; fu soggetto ad un noto assedio nel 1800, quando Genova era in mano ai francesi di Napoleone ed era attaccata dagli austriaci. Da fine Ottocento cessò l’importanza strategica del forte, che andò incontro ad un inesorabile declino a causa di abbandono, crolli e saccheggi.
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