Arenzano – Passo Tardíe – Monte Tardía Ponente – Passo Gavetta – Arenzano
Caratteristiche
Difficoltà: E
Dislivello in salita: 930 m circa
Tempo: 5.15 – 6 ore (intero anello)
Ultima ricognizione: Agosto 2015
Si sale lungo il contrafforte che delimita ad ovest la valletta del Rio Cantarena, per un sentiero poco frequentato. Ancora più che in altri percorsi della zona è brusco il passaggio dall’ambiente costiero mediterraneo all’ambiente montano delle zone sommitali. La discesa si svolge invece lungo il frequentato sentiero che collega Arenzano al Passo della Gava.
Accesso
In treno fino alla stazione di Arenzano, da cui ci si porta fino al vicino lungomare. L’itinerario ha inizio all’imbocco di via Vittorio Veneto (quota 3).
Arenzano è un noto centro balneare, posto in una bella insenatura nei pressi della foce del Rio Cantarena, e sovrastato dai severi versanti dei monti Tardìa, Argentéa e Rama, che gli fanno da sfondo alpestre. Il toponimo deriva probabilmente dal fundum Arentianis, cioè la proprietà della famiglia degli Arentii, in tarda età romana repubblicana e imperiale.
Salita
Dalla stazione ci si porta al vicino lungomare e lo si segue verso sinistra fino a trovare l’imbocco di via Vittorio Veneto. Si segue via Vittorio Veneto, poi si gira a destra via delle Olivete che, diventando scalinata, guida al Santuario delle Olivete (30 m). Qui inizia il segnavia “A rossa in campo bianco”, che collega il Santuario delle Olivete con la cappella di Sant’Anna di Lerca. Si imbocca a destra una mulattiera che dopo poche decine di metri si biforca; si va a sinistra lungo via della Bicocca, che si innalza lungo un panoramico costone. Superata l’autostrada su un cavalcavia, si effettua un tornante e si giunge sul ripiano del Cian da Bicocca (110 m), dove si trovano case e coltivi.
Si prosegue lungo una stradina cementata che va a congiungersi con la rotabile asfaltata proveniente da Terrarossa; lasciata a destra una diramazione, si continua lungo un costone fino al successivo bivio, dove si gira a destra giungendo a due case isolate. Si imbocca quindi un sentiero che sale ripido passando accanto ad una cascina abbandonata, poi giunge ad un bivio. Lasciata a destra la diramazione segnalata con una M bianca, si continua seguendo le A rosse, che conducono alle vicine Case Calzone (277 m). Si va a destra su strada sterrata, poi si gira a sinistra salendo in diagonale fino ad un crinale percorso da un metanodotto. Qui si abbandona la rotabile per seguire a destra il metanodotto, che sale decisamente tra boscaglia e arbusti fino ad un crocevia in corrispondenza di una selletta (quota 391).
Con una breve deviazione a destra si può raggiungere la sommità del Briccu de l’Omu (396 m), dove passa un elettrodotto. Questa piccola cima offre un vasto panorama su tutta la costa ligure.
Seguendo il segnavia si continua lungo il crinale, poi si gira a destra e si taglia in diagonale tra rocce, arbusti e radi pini. Il sentierino raggiunge quindi un altro costone, che si rimonta ripidamente verso sinistra. Scavalcato il dosso sassoso detto Bric del Vecchio (482 m), si lascia a destra il metanodotto e si aggira la piccola elevazione del Bric del Vento. Al successivo crocevia si continua lungo il crinale, in una fitta macchia di arbusti e pini, superando il poco rilevato Bric Negrixioa (541 m) e scendendo brevemente alla selletta del Collettu Gabba (531 m), dove si trova un importante bivio.
Si lascia a sinistra la A rossa, che taglia verso il vallone del Rio Cantarena, per proseguire ancora lungo il costone (segnavia: M bianca). Il sentiero supera la piatta sommità della Cima di Mezzo (563 m), dove si trovano due tralicci, poi esce dalla macchia, si fa più marcato e sale in ambiente aperto di erba e rocce. Si effettua un lungo traversone sul versante sud-orientale del Monte Pennone e ci si congiunge alla mulattiera segnalata con una X rossa proveniente da Voltri in corrispondenza del piccolo Riparo ex-Dazio (758 m).
È una piccola costruzione in pietra eretta nel 1929, a testimoniare che la “via dell’Olba” era ancora molto frequentata a quei tempi. Oggi è stata ristrutturata e può essere utile come riparo in caso di maltempo.
Si passa poco sotto una selletta erbosa, poi si taglia in lieve salita il roccioso versante sud del Monte Tardía Levante, con belle viste su Arenzano. Passando tra rocce dalle forme arzigogolate il sentiero perviene al Passo Tardíe (858 m), ampia sella erbosa tra le due cime del Monte Tardía. Qui si abbandona la mulattiera segnalata con la X rossa, che scende verso il Passo della Gava, per proseguire dritti lungo un sentierino segnalato con tre punti rossi. Rimontando un ampio crinale di erba e rocce in lieve salita si raggiunge la vetta del Monte Tardía Ponente (926 m; 2.45 – 3.15 ore da Arenzano), dove si trova una piccola croce metallica.
Discesa
Per effettuare un percorso ad anello, si può svoltare a sinistra e raggiungere in breve la panoramica Rocca dell’Erxo (897 m), dove sorge il Rifugio “ai Belli Venti”. Da qui, un sentierino segnalato con tre pallini rossi scende ripido tra erba e rocce al Passo Gavetta (718 m), dove si incontra il segnavia “due cerchi rossi pieni” diretto ad Arenzano.
Posto tra il Monte Tardìa e il Bric Gavetta, è un valico di importanza secondaria, che collega la costa di Arenzano con l’alta val Lerone.
Si segue il sentiero verso sinistra, giungendo presto ad un bivio: sulla sinistra si diparte la diramazione segnata con una V bianca, che scende al Santuario del Bambino di Praga. Proseguendo a destra lungo il sentiero con i due cerchi rossi, si passa nei pressi del Riparo Salve Regina, poi si contorna un roccione sormontato da una Madonnina. Si taglia il versante sud-orientale del Bric Gavetta, quindi si doppia un costone e si giunge ad un bivio (quota 586) nei pressi del Rifugio Lisêu.
Questa zona in origine era erbosa, denominata appunto Prato Lisêu; con l’abbandono da parte dei falciatori, è stato effettuato un rimboschimento, e adesso la zona è coperta da folta vegetazione.
Si gira a sinistra lungo il sentiero segnalato che taglia i tornanti di una strada sterrata. Più in basso si segue la rotabile per un centinaio di metri, fino ad un tornante; si riprende a sinistra il sentiero segnalato e si giunge ad un bivio, dove si trascura il segnavia “A rossa” per scendere a destra. Si ritrova la strada sterrata e, subito dopo, si trova un altro bivio.
A destra una stradina conduce in breve alle Case Forestali che ospitano il Centro Ornitologico del Parco del Béigua, da dove prende avvio il “percorso ornitologico”, un anello di circa 2 km attrezzato con pannelli esplicativi. Lungo il percorso, sulla vetta del Bric Cravieu (498 m), si trova una torre di avvistamento per osservare i rapaci.
Si prosegue dritti lungo la sterrata per mezzo chilometro, poi si oltrepassa una sbarra e si riprende a destra il sentiero. Scendendo più direttamente, si giunge al Pian del Curlo (290 m), dove si incrocia una strada asfaltata proveniente da Terralba. Si attraversa la rotabile, si lascia a destra l’area picnic e si continua lungo il sentiero segnalato. Ad un bivio si va a destra e si scende tra radi pini, incrociando vari sentieri secondari. Si prosegue per una stradina asfaltata, che poi effettua una curva verso destra.
Subito dopo si piega a sinistra in via Inipreti, una creusa scalinata che scende alla sottostante via Guglielmo Marconi. Si segue l’asfalto verso sinistra per poche decine di metri, poi si piega a destra in una galleria che passa sotto l’autostrada. Continuando lungo via Inipreti, prima a fondo cementato, poi asfaltato, si sbuca infine in via Carlin, che si segue verso sinistra fino alla stazione ferroviaria di Arenzano.
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