Vara Inferiore – Gola di Canai – Passo Vaccaria – Monte Réixa

Caratteristiche

Difficoltà: E/EE
Dislivello in salita: 600 m circa
Tempo: 3.15 – 3.45 ore
Ultima ricognizione: Agosto 2016

Percorso piuttosto lungo e avventuroso, che si sviluppa lungo il corso del Torrente Orba fino alla sua sorgente, in ambiente selvaggio e incontaminato; si attraversano folti boschi, si incontrano numerose cascine, alcune abbandonate, si attraversa lo spettacolare “canyon” della Gola di Canai (con qualche passaggio che richiede un minimo d’attenzione) e infine si sbuca sul panoramicissimo spartiacque principale, che si segue fino in vetta al Monte Réixa. Il percorso è piuttosto complesso, specie nella prima parte, e bisogna fare attenzione a non perdere i segnavia nei tratti meno evidenti.

Accesso

a) Dal casello autostradale di Masone-Campo Ligure si va ad imboccare la strada per il Passo del Turchino; subito oltre la galleria si gira a sinistra e si sale al Passo del Faiallo, da cui la strada scende prima a Vara Superiore, poi a Vara Inferiore.
b) Dal casello autostradale di Ovada ci si porta a Rossiglione, dove si devia a destra per Tiglieto. Scesi alla Badia, si svolta a sinistra e si risale la Valle Orba, superando Martina, San Pietro d’Olba e arrivando a Vara Inferiore.
c) Si esce al casello autostradale di Albisola e si sale al Colle del Giovo, da cui in breve si giunge a Sassello. Si gira a destra per Palo e San Pietro d’Olba, poi si va ancora a destra per giungere a Vara Inferiore (669 m).

Il toponimo “vara”, comune nel territorio ligure (basti pensare al Torrente Vara in provincia di La Spezia), deriva probabilmente da una voce prelatina che significa proprio “corso d’acqua”.

Itinerario

Il percorso è segnalato con una linea gialla fino alla Palazzina Tassara. Subito a monte rispetto alla chiesa di Vara Inferiore si imbocca via Dano, che scende dolcemente verso oriente tra case sparse e boschetti, poi giunge nei pressi del Torrente Orba. Si lascia qui la strada asfaltata, che attraversa il torrente su un ponte (e con essa il segnavia “quadrato giallo pieno” diretto al Monte Argentéa) per imboccare a sinistra una strada sterrata che guida in breve ad una casa.
La si aggira e, attraversata una recinzione, si imbocca un sentierino che scende nel bosco e si porta su un torrentello; il ponticello in legno che lo attraversa è malandato e pericolante, quindi si consiglia di scendere brevemente e guadarlo. Subito oltre si imbocca a sinistra una comoda mulattiera che sale dolcemente nel bosco, passando accanto ad una casetta nascosta e giungendo in breve ai ruderi della Casa Peroccio (730 m).
Si piega a destra e, con una breve salita, si sbuca su una stradina asfaltata che si segue in discesa verso destra fino ad un’altra villetta isolata. La si aggira a monte e si va a imboccare un sentiero che in breve giunge ad altre due case, presso una radura un po’ infrascata; si attraversa la radura tenendosi un pochino sulla sinistra e si va a prendere una carrareccia che giunge ad un bivio. Si va a destra e, con breve percorso pianeggiante, si arriva alla Casa Canai (739 m). Subito prima del cancello di proprietà privata si imbocca sulla sinistra il sentierino segnalato (cartello indicatore in legno), che prima sale ripido per contornare la villetta, poi taglia in piano fino all’imbocco della Gola di Canai.

Per un breve tratto il corso del Torrente Orba si rinserra tra selvagge pareti rocciose, alte fino a quasi 200 metri. Queste balze rocciose sono formate da serpentiniti granatifere; fino a qualche anno fa la zona era battuta dai cercatori di minerali, che qui potevano trovare bellissimi granati, da tipici cristalli di colore rosso scuro. Oggi la raccolta dei minerali è vietata in tutto il territorio del Béigua Geopark. Il toponimo “canai” significa “canali”, e si riferisce ai canaloni detritici che solcano le pareti rocciose. Tra gli arrampicatori, le pareti rocciose che contornano la gola sono note come Rocche dei Canaloni.

Il sentierino, qui parecchio stretto e impervio ma spettacolare, percorre il fianco destro idrografico della gola con numerosi saliscendi; non ci sono particolari difficoltà se non un passaggio un po’ esposto, l’attraversamento di alcune pietraie un po’ scomode e alcuni tratti di percorso un po’ contorto dove bisogna seguire attentamente i segnavia. Dopo un breve tratto nel bosco, si risale ripidamente sulla sinistra con qualche passaggio su roccette, poi si entra in una bella faggeta.
Giunti ad una valletta, il sentiero si tiene sulla sinistra (poco evidente; ci sono tra l’altro vecchi segnavia fuorvianti sugli alberi a destra), poi taglia lungamente nel bosco a poca distanza dal Torrente Orba. Giunti ad un bivio, si trascura il segnavia “due pallini gialli” per Fossa Granda e Manfrei per continuare dritti; più avanti si abbandona la traccia più marcata per deviare a destra (poco evidente). Con un passaggio malagevole, si scende nel letto sassoso di un rio e lo si attraversa; poi si sale più decisamente fino ad un altro bivio, dove si lascia a destra la diramazione per il Laghetto Faiallo. Passati sotto ad una linea elettrica, il sentiero arriva nei pressi delle Case Mogliazzi (953 m).
Si gira a destra lungo un’ampia mulattiera pianeggiante, che procede più o meno parallelamente alla linea elettrica contornando il piccolo rilievo della Rocca Fergione. Si oltrepassa la piccola radura umida delle Sorgenti dell’Orba, poi si attraversa un piccolo rio affluente e, con una breve salita tra i faggi, si giunge alla Palazzina Tassara (1003 m; fonte), dove si incontra l’Alta Via dei Monti Liguri. La si segue a destra, salendo in diagonale prima nella foresta di faggi, poi tra prati cosparsi di massi e piccoli boschetti. Si attraversa una recinzione e si sbuca sullo spartiacque principale al Passo Vaccaria (o Giasso del Cue; 1116 m); si gira a sinistra e, superata una seconda recinzione, si segue l’ampio costolone di erba e rocce che porta in breve alla croce di vetta del Monte Réixa (1182 m).

L'imbocco della Gola di Canai
L’imbocco della Gola di Canai (22 agosto 2016)
La Palazzina Tassara, immersa in una bella faggeta
La Palazzina Tassara, immersa in una bella faggeta (22 agosto 2016)
Luci del tramonto sul crinale del Monte Réixa
Luci del tramonto sul crinale del Monte Réixa (22 agosto 2016)

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