Passo del Faiallo – Passo Pian di Lerca – Prato Ferretto – Prà Riondo (AVML)
Caratteristiche
Difficoltà: E
Dislivello in salita: Variante “a”: 320 m circa. Variante “b”: 330 m circa.
Dislivello in discesa: Variante “a”: 270 m circa. Variante “b”: 280 m circa.
Tempo: 2.30 – 3 ore
Ultima ricognizione: Ottobre 2013
Questo itinerario ricalca precisamente una delle più belle e panoramiche tappe dell’Alta Via dei Monti Liguri. Si percorre il tratto di spartiacque tra il Passo del Faiallo e il Prà Riondo per buoni sentieri, con percorso poco faticoso. Tutte le cime principali di questo tratto del massiccio sono raggiungibili con brevi deviazioni.
Accesso
a) Dal casello di Genova Prà si va a destra verso Voltri, da cui si imbocca a destra la strada che sale al Passo del Turchino. Subito prima della galleria si imbocca a destra la diramazione che sale al Passo del Faiallo.
b) Dal casello di Campo Ligure-Masone si sale a Masone e al Passo del Turchino. Subito oltre la galleria si svolta bruscamente a sinistra per il Passo del Faiallo.
c) Dal casello di Ovada si sale a Rossiglione da cui si imbocca la strada che conduce a Tiglieto. Giunti sul fondovalle dell’Orba si sale a sinistra superando Martina e San Pietro d’Olba, Vara Inferiore e Superiore, e giungendo al Passo del Faiallo (1050 m).
Si tratta di un’ampia sella dello spartiacque principale appenninico, posta tra il Monte Réixa e gli ampi altopiani della Costa Gias del Rosto. È l’unico passaggio naturale tra la Val Cerusa e la Valle Orba, importante fin dall’antichità: attraverso il Faiallo transitava la Via dell’Olba, una delle più importanti vie di collegamento tra i due versanti dell’Appennino Ligure. La strada asfaltata venne aperta nel 1972.
Il toponimo deriva molto probabilmente da fagus, cioè faggio, con il suffisso -allo di carattere collettivo; significherebbe perciò “luogo di faggi”. Nei pressi del passo, sul versante che guarda la Valle Orba, si trova l’albergo-ristorante “La Nuvola sul Mare” (tel. 348.8829978), posto tappa AVML.
Itinerario
Si imbocca l’AV, che taglia in piano nel bosco portando in breve alla radura del Cian de Toe (1052 m), dove si trova un crocevia. Qui si presentano due possibilità:
a) Si segue a destra il segnavia rosso-bianco-rosso lungo una carrareccia che scende verso sud, poi taglia in piano tra i faggi fino a due case isolate (località Palazzina Tassara; quota 1003). Si piega a sinistra e, con una decisa salita tra gli alberi man mano più radi, si raggiunge l’ampia sella del Passo Vaccaria (1116 m).
b) Si piega a sinistra imboccando il sentiero segnalato con un quadrato rosso vuoto, una M bianca e due pallini blu. La larga traccia rientra nel bosco e corre prima in piano, poi piega a sinistra salendo ripido fino ad una radura erbosa dove si incontra un sentierino segnalato con tre punti rossi proveniente da sinistra. Il sentiero gira quindi a destra salendo dolcemente tra piccoli faggi fino a raggiungere nuovamente lo spartiacque in corrispondenza di un notevole spuntone roccioso.
Si segue l’ampio crestone erboso verso destra superando una ripida rampa, e, lasciata a sinistra una stele, si percorre un ampio dorso erboso fino alla croce di vetta del Monte Réixa (1182 m; 30 – 40 minuti dal Faiallo), che offre un vastissimo panorama. Si prosegue lungo il sentiero segnalato con due pallini blu, che scende verso sud-ovest lungo l’ampio crinale erboso spartiacque fino al vicino Passo Vaccaria.
Con una deviazione di pochi minuti lungo un sentiero segnalato con una V bianca si può raggiungere la vicina cima della Rocca Vaccaria (1164 m; 0.45 – 1 ora dal Faiallo).
Si aggira la cima allungata della Rocca Vaccaria sul versante marittimo, poi si ritorna sull’ampia dorsale spartiacque, scendendo al pianeggiante Passo Crocetta (1068 m).
Una deviazione a sinistra conduce alla vicina Cima Pian di Lerca (1088 m), dove sorge il Rifugio Argentea, da cui si prosegue per la panoramica cresta rocciosa che porta sull’impervio Monte Argentea (1083 m; 1.10 – 1.20 ore dal Faiallo).
Si aggira a nord la cupola della Cima Pian di Lerca e si ritorna sullo spartiacque; con una breve discesa ci si porta al Passo Pian di Lerca (1033 m), dove si trova un crocevia. Si continua lungo il sentiero dell’AV, che aggira a nord la Cima Giassetti procedendo in lieve salita, passa nei pressi della selletta detta Gua Cascinassa e riprende lo spartiacque principale, scavalcando l’ampio dorso della Cima del Pozzo (1101 m), nei pressi della quale si trova l’omonimo riparo.
È una piccola costruzione in pietra addossata ad un grosso masso, che può offrire riparo in caso di maltempo. All’interno si trovano un tavolo in legno, alcune panche ed una stufa.
Il sentiero taglia in discesa fino al Passo Notua (1067 m), poi riprende a salire abbastanza decisamente in un bosco misto di pini e faggi. Si passa nei pressi della sommità pianeggiante del Bric Sciue Gianche e subito dopo si esce dal bosco, nell’ampia sella pianeggiante che lo separa dal Bric Damè (quota 1159).
Tagliando dritti per prati senza percorso obbligato si può raggiungere in pochi minuti la vetta del Bric Damè (1192 m; 1.50 – 2 ore dal Faiallo), costituita da un piccolo affioramento roccioso. Dal Bric Damè si può allungare ulteriormente la deviazione, superando una sella e risalendo alla Rocca del Turnou (1196 m). Entrambe le cime offrono ampi panorami con viste inusuali delle altre cime del massiccio del Beigua.
Qui si incontra il segnavia “rombo giallo vuoto” proveniente da Vara Inferiore. Si piega a sinistra, scendendo dolcemente tra erba e pini fino alla base del cocuzzolo roccioso del Bric Resunnou.
In questo punto si diparte a sinistra una diramazione segnalata con due pallini rossi che, con percorso tortuoso per roccette, pietraie, esili sentierini e boschetti, porta sull’esile cima del Bric Resunnou (1146 m), che offre un ampio panorama.
Aggirato il Bric Resunnou si raggiunge la selletta posta all’estremità orientale dell’ampio pianoro erboso del Prato Ferretto (1091 m), dove si trova un crocevia.
Seguendo il sentiero segnalato con vari segnavia, che si innalza lungo il contrafforte che si diparte verso est, si possono in breve raggiungere la Cima Fontanaccia (1151 m; difficoltà: EE) e il Monte Rama (1150 m).
Si imbocca a destra una strada sterrata che taglia prima in lieve discesa e poi in piano; la stradetta si porta sul versante marittimo dello spartiacque per scavalcare il dorso allungato della Cima Frattin, passando accanto al Riparo Casa Miniera (1080 m; fonte).
È una piccola costruzione in pietra, eretta negli anni ’40 come riparo per i minatori che lavoravano nella vicina miniera di ferro. Quando la miniera fu abbandonata, la casetta passò ai contadini, che salivano sui crinali per la fienagione. Recentemente, dopo anni di abbandono e rovina, la casetta è stata ristrutturata e trasformata in rifugio dai soci del Gruppo Alpini di Cogoleto. Poco sotto, su un’aerea cima che si sporge sul profondo vallone del Rio Acquabuona, si trova la piccola Cappelletta degli Alpini.
Con percorso a lievissimi saliscendi si raggiunge l’ampia sella pianeggiante del Prà Riondo, poi, con un’ultima breve salita, si raggiunge il Rifugio Pratorotondo (1110 m), posto tappa dell’AV.
Torna a: Massiccio del Monte Béigua