Piampaludo – Lago della Biscia – Monte Rama
Caratteristiche
Difficoltà: E
Dislivello in salita: 380 m circa
Dislivello in discesa: 80 m circa
Tempo: 2.45 – 3.15 ore
Ultima ricognizione: Maggio 2022
È una salita dolce e graduale, tra i folti boschi e le vallette nascoste che costituiscono il versante settentrionale del massiccio. Si sbuca poi sullo spartiacque al Prato Ferretto, da cui si segue la cresta sommitale del Monte Rama.
Accesso
a) Dal casello autostradale di Albisola ci si porta a Sassello, da cui si sale a destra per Palo. Proseguendo in direzione di San Pietro d’Olba si raggiunge il bivio a destra per Alberola e Piampaludo.
b) Si esce al casello autostradale di Masone, quindi si gira a destra salendo al Passo del Turchino. Subito oltre la galleria, si imbocca a sinistra la strada che scavalca il Passo del Faiallo e scende a Vara e San Pietro d’Olba. Qui si gira a sinistra due volte, per imboccare la stretta rotabile che sale a Piampaludo.
c) Da Ovada si sale a Rossiglione e si prosegue a destra per Tiglieto, Martina Olba e San Pietro d’Olba. Qui si gira ancora a destra attraversando l’Orba su un ponte, quindi si va a sinistra salendo ripidamente a Piampaludo (854 m).
Si tratta di un paese diviso in vari piccoli nuclei di case, sparsi per un bell’altopiano allungato posto sul versante settentrionale del Monte Béigua. Parte del ripiano, nella stagione primaverile, si allaga dando origine a zone paludose, che giustificano il curioso toponimo.
Itinerario
Il percorso è stato segnalato con una croce gialla dai volontari della FIE. Dalla chiesa di Piampaludo si segue verso sud-sud-est la strada principale, fino ad un bivio dove si trovano i cartelli escursionistici per il Monte Béigua e il Monte Rama. Si va a destra e, lasciata a destra una seconda diramazione, si continua sulla stradina principale fino al nucleo di Buschiazzi (872 m). Qui si piega a sinistra e in breve ci si porta sulla rotabile che collega Piampaludo ad Alberola.
Si lascia a destra il segnavia “X gialla“, diretto al Monte Béigua, e si rimonta la rotabile verso sinistra per poco meno di un centinaio di metri, quindi si gira a destra su una diramazione, che scende dolcemente nel bosco portandosi ad attraversare un rio. Dopo un breve tratto in piano si trova un bivio dove si va a destra, salendo decisamente fino alle due case poste in località la Costa (quota 870 circa). Si lascia sulla destra la prima casa e si imbocca una mulattiera che scende verso sud-est lungo un crinale. Giunti nelle vicinanze di una radura pianeggiante si gira a destra lungo un sentiero che, con brevi saliscendi, attraversa due ruscelli (fonte nei pressi del secondo). Subito dopo si giunge ad un crocevia presso l’isolata Ca’ da Maiulla (844 m).
Si continua al centro su una pista sterrata, che sale dolcemente tra i faggi, poi contorna in piano un’ampia conca boscosa, lasciando in basso a sinistra la zona umida della Moglia del Gattone. La pista si congiunge poi con una carrareccia più ampia, che attraversa il Rio Cornetto e sale nella faggeta diradata. Giunti ad un bivio si va a sinistra, avvicinandosi gradualmente al Rio della Biscia, poi si continua in salita più ripida fino ad una conca ai piedi della Rocca del Trun. Si prosegue quindi lungo una vecchia mulattiera, a tratti acciottolata, che, lasciata a destra una diramazione, attraversa il Rio Zerbetto, poi sale tra gli alberi. Usciti all’aperto si contorna la piccola conca dove, in basso a destra, si trova il Lago della Biscia (961 m).
Si tratta di una piccolo specchio d’acqua di probabile origine nivale, che in estate tende a prosciugarsi. È particolarmente interessante per il gran numero di anfibi e insetti acquatici che ospita.
Superato un tratto ripido un po’ rovinato dall’erosione, si giunge ad un bivio (quota 995); si lascia a destra il segnavia “tre punti gialli” che guida verso il Laione, e si continua lungo la croce gialla, che sale nel vallone del Rio Ferretto. La salita si fa man mano più dolce, e il sentiero diventa meno evidente, procedendo tra pietraie e macchie di faggi contorti; a sinistra spunta il rilievo roccioso della Rocca del Turnou. Più in alto si esce dal bosco e, attraversato il Rio Ferretto, si entra nella vastissima conca pianeggiante del Prato Ferretto. Attraversando la conca, si passa al margine inferiore di un enorme block field.
I block stream (torrenti di massi) e i block field (campi di massi) sono curiosi fenomeni periglaciali di cui la zona del Béigua è ricca. Durante l’ultimo periodo glaciale, quando il clima era ben più freddo, gli affioramenti rocciosi di versante venivano frammentati a causa del crioclastismo, connesso ai cicli di gelo e disgelo: l’acqua che penetra nelle fratture tra le rocce, quando diventa ghiaccio aumenta di volume; la frattura quindi si allarga e provoca la rottura della massa rocciosa. Queste grandi pietraie poi scorrevano lentamente verso valle, aiutate dalla presenza di ghiaccio nel suolo sottostante. Oggi le troviamo quiescenti sul fondo di avvallamenti poco marcati e pianori.
Una breve salita porta alla carrareccia dell’Alta Via dei Monti Liguri, proveniente da Prà Riondo. La si segue verso sinistra fino al crocevia posto all’estremità orientale del pianoro (1091 m). Si gira a destra (segnavia: croce gialla, rombo giallo vuoto, due linee rosse), salendo in breve alla Colletta Montebello (1097 m), da cui prende origine il contrafforte della Cima Fontanaccia e del Monte Rama; qui si incontra anche il segnavia “rombo rosso vuoto” che sale da Sciarborasca. Si piega a sinistra, innalzandosi dolcemente nei pressi del filo di cresta, poi si aggira la Cima Fontanaccia sul versante sud.
Da qui si diparte una diramazione a sinistra che sale tra erba e rocce affioranti, poi supera un breve salto di roccia e guida in vetta alla Cima Fontanaccia (1151 m; difficoltà: EE).
Superata una selletta, si aggira anche la successiva cima senza nome, poi, con una breve salita tra rocce e arbusti, si guadagna la vetta del Monte Rama (1150 m), dove si trovano due croci metalliche.
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