Piampaludo – Laione – Monte Béigua

Caratteristiche

Difficoltà: E
Dislivello in salita: 431 m
Tempo: 2 – 2.15 ore
Ultima ricognizione: Maggio 2017

La camminata da Piampaludo al Monte Béigua è abbastanza lunga, ma è poco faticosa e abbastanza piacevole. Nel primo tratto il sentiero segnalato incrocia varie volte la strada asfaltata che collega Piampaludo a Prà Riondo; si raggiunge quindi il Laione, la zona umida più importante del massiccio del Béigua, e si prosegue lungo una vecchia mulattiera tra faggeta e radure panoramiche. Volendo si può abbreviare l’escursione di un’ora circa, giungendo in automobile al Laione.

Accesso

a) Dal casello autostradale di Albisola ci si porta a Sassello, da cui si sale a destra per Palo. Proseguendo in direzione di San Pietro d’Olba si raggiunge il bivio a destra per Alberola e Piampaludo.
b) Si esce al casello autostradale di Masone, quindi si gira a destra salendo al Passo del Turchino. Subito oltre la galleria, si imbocca a sinistra la strada che scavalca il Passo del Faiallo e scende a Vara e San Pietro d’Olba. Qui si gira a sinistra due volte, per imboccare la stretta rotabile che sale a Piampaludo.
c) Da Ovada si sale a Rossiglione e si prosegue a destra per Tiglieto, Martina Olba e San Pietro d’Olba. Qui si gira ancora a destra attraversando l’Orba su un ponte, quindi si va a sinistra salendo ripidamente a Piampaludo (854 m).

Si tratta di un paese diviso in vari piccoli nuclei di case, sparsi per un bell’altopiano allungato posto sul versante settentrionale del Monte Béigua. Parte del ripiano, nella stagione primaverile, si allaga dando origine a zone paludose, che giustificano il curioso toponimo.

Itinerario

Il percorso è stato segnalato con una X gialla dai volontari della FIE. Dalla chiesa di Piampaludo si segue verso sud-sud-est la strada principale, fino ad un bivio dove si trovano i cartelli escursionistici per il Monte Béigua e il Monte Rama. Si va a destra e, lasciata a destra una seconda diramazione, si continua sulla stradina principale fino al nucleo di Buschiazzi (872 m). Qui si piega a sinistra e in breve ci si porta sulla rotabile che collega Piampaludo ad Alberola. Si lascia a sinistra il segnavia “croce gialla” diretto al Monte Rama e si continua lungo la strada asfaltata fino ad un importante bivio. Tralasciando a destra la provinciale per Alberola, si imbocca la strada per Prà Riondo, e pochi metri dopo la si abbandona per prendere a sinistra una stradina.
Poco più avanti si gira a destra lungo una carrareccia inerbita che si riporta sulla rotabile asfaltata presso alcune villette. Si sale a sinistra lungo la strada fino ad una casetta in pietra, dove si imbocca sulla destra una mulattiera che attraversa un prato, incrocia una carrareccia, e si riporta sull’asfalto (quota 943). Si scende sulla strada verso sinistra per pochi metri, poi, sul lato monte, si prende un sentiero che si innalza nel bosco. Mediante una pista sterrata che taglia a destra si va a riincontrare la strada asfaltata, che si risale per alcune decine di metri. I segnavia si portano poi a destra su una carrareccia che giunge ad un crocevia.

Deviando a destra si raggiunge il minuscolo Laghetto del Blockstream del Laione (973 m; 5 minuti dall’auto). Si tratta di uno specchio d’acqua tondeggiante, temporaneo, situato al piede di un enorme block stream. I block stream (torrenti di massi) e i block field (campi di massi) sono di curiosi fenomeni periglaciali di cui la zona del Béigua è ricca. Durante l’ultimo periodo glaciale, quando il clima era ben più freddo, gli affioramenti rocciosi di versante venivano frammentati a causa del crioclastismo, connesso ai cicli di gelo e disgelo: l’acqua che penetra nelle fratture tra le rocce, quando diventa ghiaccio aumenta di volume; la frattura quindi si allarga e provoca la rottura della massa rocciosa. Queste grandi pietraie poi scorrevano lentamente verso valle, aiutate dalla presenza di ghiaccio nel suolo sottostante. Oggi le troviamo quiescenti sul fondo di avvallamenti poco marcati e pianori.

Si sale a sinistra ritornando sull’asfalto. La strada varca una selletta dove si trova un pannello esplicativo riguardante le incisioni rupestri; qui si lascia a sinistra il sentiero segnalato con tre punti gialli per il Lago della Biscia. Proseguendo su asfalto per altri 200 metri circa, si sbuca nella conca del Laione (989 m).

Il Laione è la più importante zona umida naturale del territorio del Béigua. Giace in una conca poco incavata, ai piedi del Monte Grosso; la conca era probabilmente parte di una paleovalle che andava a raccordarsi con la spianata di Piampaludo, poi modificata da processi nivali. Il Laione ospita numerose specie animali e vegetali di grande interesse: la drosera, piccola pianta carnivora, anfibi quali il tritone alpestre, il tritone crestato e la salamandra pezzata, rettili come la natrice dal collare, e numerose specie di insetti acquatici. Per la maggior parte del tempo il Laione si presenta come una torbiera, cioè un prato umido ricco di piante palustri e percorso da numerosi rivoli d’acqua. Durante il disgelo, o dopo forti piogge, invece, si trasforma in un vero e proprio lago, lungo 150 m e largo 75.

La mulattiera segnalata si tiene poco sulla destra rispetto alla strada asfaltata, costeggiando il Laione più da vicino. Raggiunto l’asfalto per l’ultima volta, si gira subito a destra su sentiero (a sinistra si diparte il segnavia “tre punti gialli” che sale diretto a Prà Riondo). L’ampia traccia sale lungamente in diagonale tra prati e boschetti, attraversando una pista sterrata e piegando lievemente a destra. Ci si porta quindi a seguire un’ampia mulattiera sassosa e parecchio sconnessa, che sale dolcemente verso sud-ovest tra bosco e piccole radure panoramiche. Sbucati all’aperto, in un tratto di versante con rocce affioranti, ci si congiunge ad una sterrata, che si rimonta in salita per alcune decine di metri. Subito prima che questa entri nel bosco, si piega a destra salendo direttamente tra le rocce e rientrando nella faggeta in corrispondenza della piatta sella di Colle Cascina (1209 m).

Da qui si può girare a destra lungo una diramazione segnalata con tre punti gialli. Il sentierino risale l’ampio dorso sovrastante tra erba, rocce e faggi isolati, fino all’accumulo di massi e lastroni che costituisce la vetta del Monte Grosso (1264 m).

Si continua in direzione sud, salendo in una bellissima faggeta lungo una comoda pista. Giunti ad un bivio si va a destra, lungo la traccia meno evidente, e si taglia quasi in piano fino alla Sella del Béigua (1249 m), dove si incontra l’Alta Via dei Monti Liguri. Si gira a sinistra lungo la “via crucis” e, passando accanto ai primi ripetitori e all’albergo-ristorante “Monte Béigua”, si arriva alla chiesetta sulla vetta del Monte Béigua (1285 m).

Il Laione durante il disgelo
Il Laione durante il disgelo (marzo 2011)
I ripetitori del Béigua spuntano nella faggeta dal Colle Cascina
I ripetitori del Béigua spuntano nella faggeta dal Colle Cascina (28 maggio 2017)
Verso la vetta del Monte Grosso
Verso la vetta del Monte Grosso (28 maggio 2017)

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