Colla d’Oggia – Monte Grande – Monte Fenáira – Passo della Teglia – Colla d’Oggia

Caratteristiche

Difficoltà: E
Dislivello in salita: 410 m circa
Tempo: 3.15 – 3.45 ore (intero anello)
Ultima ricognizione: Maggio 2017

La Colla d’Oggia e il Passo della Teglia sono collegati da un breve tratto di crinale molto panoramico, su cui si elevano le vette del Monte Grande e del Monte Fenáira. Si propone qui un giro ad anello, che all’andata segue fedelmente il filo di cresta, mentre al ritorno utilizza vecchie mulattiere per aggirare le varie cime. È un percorso facile e abbastanza breve, ma bisogna fare un minimo d’attenzione alla totale mancanza di segnalazioni.

Accesso

a) Dal casello autostradale di Albenga si seguono le indicazioni per Alassio, andando ad imboccare la superstrada. Subito dopo la seconda galleria si esce a destra per Pieve di Teco, quindi si risale la Valle Arroscia fino a Muzio. Qui si imbocca a sinistra per Imperia, seguendo il lungo svincolo che immette in una superstrada; si esce presto a destra, salendo al Colle San Bartolomeo; qui si va ancora a destra fino al paese di San Bernardo di Conio. Subito oltre si trova un bivio; si sale a sinistra e, in breve, si è al valico della Colla d’Oggia.
b) Si esce al casello autostradale di Imperia Est e si imbocca la superstrada in direzione di Torino. Si imbocca l’uscita per Cesio e per il Colle San Bartolomeo, da cui si svolta a sinistra per San Bernardo di Conio. Da qui si va ancora a sinistra e si sale alla Colla d’Oggia.
c) Dal casello autostradale di Arma di Taggia si scende alla stazione ferroviaria, quindi si gira a sinistra (SP548) superando Taggia e Badalucco. Si imbocca poi a destra la diramazione che sale a Montalto Ligure, Carpasio e alla Colla d’Oggia (1160 m).

Si tratta di una sella poco marcata sullo spartiacque tra i bacini del Torrente Impero e del Torrente Argentina, attraversata dalla strada provinciale che mette in comunicazione San Bernardo di Conio e Carpasio. Il toponimo potrebbe derivare dal latino opulus, cioè “acero”. Con una breve deviazione sul crinale verso sud si può salire sul panoramico Poggio Amandolini (1187 m), sormontato da un traliccio e da una piccola croce in metallo.

Itinerario

Sul lato settentrionale del valico, accanto ad un pannello esplicativo sulle lotte partigiane di questa zona, si imbocca un sentierino che inizia a salire il ripido dorso sovrastante, tra erba, arbusti e rocce affioranti. Seguendo una traccia poco evidente, si guadagna rapidamente un panoramico spallone. Da qui il contrafforte sud-ovest del Monte Grande si fa più marcato, e la vetta compare alla vista (quota 1250 circa). Si risale il contrafforte verso sinistra per alcune decine di metri (segni blu), quindi si segue un sentierino pianeggiante che aggira sulla destra una piccola cima. Sorpassata la selletta successiva, si risale direttamente l’ultimo ripido tratto del contrafforte, che conduce alla croce di vetta del Monte Grande (1415 m; 40 – 50 minuti dalla Colla d’Oggia).

Si passa accanto ad un ripetitore e si segue il crinale principale in direzione ovest, scendendo brevemente e andando ad imboccare un’ampia mulattiera. Procedendo tra boschetti e radure, si supera una selletta e si scavalcano le due cime poco pronunciate del Monte Carpasina (1412 m). Sulla più elevata si trova un ometto di pietre. In breve si giunge al successivo intaglio (quota 1390 circa), da cui la mulattiera piega a destra. Con una rampa più decisa, si scende al Passo di Fenáira (o Passo Carpasina; 1357 m), dove si trova un crocevia.

Presso il valico si trovano i ruderi delle due Caselle di Fenáira, che in tempi passati erano utilizzate dai falciatori nel periodo della fienagione.

Si trascura la mulattiera principale e si sale brevemente a sinistra per portarsi sul crinale sovrastante. Lo si rimonta in salita per un piccolo sentierino, prima tra elementari roccette, poi tra i prati, fino all’allungata cima del Monte Fenáira (1458 m; 1.25-1.45 ore dalla Colla d’Oggia), segnalata da una piccola croce.

Si scende per l’ampio crinale opposto, entrando presto nella boscaglia e congiungendosi con un’ampia traccia pianeggiante pochi metri prima del Passo della Teglia (1385 m).

Si tratta di una sella poco marcata sul crinale tra il Monte Fenáira e il Carmo dell’Omo. È attraversata dalla strada provinciale che collega Rezzo (Valle Arroscia) a Molini di Triora (Valle Argentina). Il toponimo è una storpiatura di “tiglio”.

Senza arrivare al passo, si gira bruscamente a destra imboccando l’ampia traccia pianeggiante che aggira a nord il Monte Fenáira. Si incontra quindi una carrareccia che si segue verso destra e, sorpassati i ruderi delle Caselle di Fenáira, si giunge all’omonimo passo. Si lascia a sinistra la diramazione per San Bernardo di Conio e, seguendo ora il percorso dell’andata, si risale all’intaglio di quota 1390 circa.
Ora, invece che seguire il crinale verso il Monte Carpasina, si scende lungo il versante opposto, rintracciando quel che rimane di una vecchia mulattiera inerbita che taglia verso sud-est. Ci si congiunge quindi con un sentiero più evidente, che prosegue in piano verso sinistra, confondendosi con le numerosissime tracce di bestiame. Tra erba, boschetti e roccette, si percorre in piano o in lieve discesa il ripido versante, passando sotto al Monte Grande e ad un’evidente selletta sul crinale sovrastante. Si continua a scendere in diagonale, seguendo le tracce della vecchia mulattiera. Doppiato un ampio contrafforte, si punta direttamente verso l’ormai visibile Colla d’Oggia e si ritorna in breve al punto di partenza.

Salendo al Monte Grande: vista su Carpasio, sul Monte Faudo e sul mare
Salendo al Monte Grande: vista su Carpasio, sul Monte Faudo e sul mare (16 maggio 2017)
La croce di vetta del Monte Grande
La croce di vetta del Monte Grande (16 maggio 2017)
La cresta verso il Monte Fenáira
La cresta verso il Monte Fenáira (16 maggio 2017)
Panorama dal Monte Fenàira: sullo sfondo a destra il Monte Mònega, al centro il Monte Frontè, a sinistra le Alpi Marittime
Panorama dal Monte Fenáira: sullo sfondo a destra il Monte Mónega, al centro il Monte Frontè, a sinistra le Alpi Marittime (16 maggio 2017)

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