MONTE EBRO – 1700 m

Settore: Appennino Ligure
Gruppo: Catena del Monte Ántola

Descrizione

Il Monte Ebro (1700 m) è la montagna più bella e panoramica dell’intera Catena dell’Ántola, e una delle più belle e panoramiche dell’intero Appennino Ligure. È una gigantesca piramide in gran parte erbosa che si innalza sullo spartiacque tra Borbera e Curone, a poca distanza dall’importante nodo del Monte Chiappo.
I versanti della montagna sono generalmente ampi e poco pendenti, coperti da folti boschi alle quote più basse, prativi al di sopra dei 1400-1500 metri. Fa eccezione l’imponente versante sud, che sovrasta, altissimo e ripido, il paese di Aie di Cósola. Verso occidente la montagna si allunga in un’ampia anticima a forma di dorso, il Monte Cosfrone (1665 m). Da questa vetta secondaria prende origine l’importante contrafforte che si dirige verso nord-ovest a formare il Monte Giarolo.
Sulla cima del Monte Ebro si trova una croce metallica, recante una piastra con riportati i versi del Salmo 84: “Beato l’uomo che ha in te la sua forza e nel cuore le ascensioni”. Essa venne posta da un gruppo escursionistico di Isola del Cantone il 19 giugno 1966; ogni anno vi si celebra una messa. Accanto alla croce sorge un cippo dell’ANA di Alessandria, eretto il 10 giugno 1973 “a ricordo delle penne mozze” e del centenario di fondazione degli Alpini.
Il panorama che si osserva dal Monte Ebro nelle giornate limpide è semplicemente indescrivibile. La Pianura Padana sembra vicinissima, quasi 1700 metri di dislivello sotto, e oltre la grande distesa piatta di campi coltivati e cittadine, si stende tutto l’arco alpino, dalle Alpi Liguri alle Dolomiti: si riconoscono chiaramente il Mongioie, l’Argentera, il Matto, il Monviso, il Rocciamelone, il Gran Paradiso, i monti Bianco, Cervino e Rosa, e poi, ben più a destra, il Monte Disgrazia e il gruppo del Bernina. A est, oltre i vicini crinali erbosi del Monte Chiappo e del Lésima, si vedono i monti della Val d’Àveto, con dietro il Monte Gòttero e le lontane Alpi Apuane; poi tutta la Catena dell’Àntola dal Monte Cavalmurone al Monte Buio; andando verso destra l’Appennino si abbassa, e, dietro alle cime dei gruppi del Figne e del Béigua si vede buona parte della Riviera di Ponente, con il mare che si estende fino all’orizzonte.
​Il toponimo significa probabilmente “tasso” (la conifera, non l’animale), ed effettivamente in antichità tutti questi monti erano coperti da foreste di conifere. Secondo altri deriverebbe dall’aggettivo hebrus, cioè “umido”, in riferimento alle numerosissime sorgenti che sgorgano dai fianchi della montagna. Altri ancora fanno derivare il toponimo dalla tribù ligure degli Euburiati, che, secondo alcune supposizioni, doveva vivere in questi luoghi.

Vie d’accesso

Il Monte Ebro visto dal Castello di Roccaforte
Il Monte Ebro visto dal Castello di Roccaforte (12 dicembre 2015)

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