Caldirola – Monte Giarolo – Passo di Brusamonica – Monte Ebro – Rifugio Orsi – Caldirola
Caratteristiche
Difficoltà: E
Dislivello in salita: 900 m circa
Tempo: 5 – 6 ore (intero anello)
Ultima ricognizione: Giugno 2015
Dal paese di Caldirola, posto nell’alta Val Curone, un comodo percorso per sentieri e carrarecce porta alla tondeggiante vetta del Monte Giarolo. I più allenati possono poi percorrere il panoramicissimo crinale tra le valli Borbera e Curone, scavalcandone le varie cime e raggiungendo infine il Monte Ebro. Per ritornare a Caldirola si segue invece il percorso diretto che passa per il Rifugio Orsi.
L’anello può anche essere intrapreso dalla Colonia Provinciale, posta al termine della strada asfaltata che prosegue oltre Caldirola; in tal caso si risparmiano circa 170 m di dislivello, e una mezz’oretta di cammino. Tuttavia, la salita dalla Colonia Provinciale alla Bocca del Giarolo, anche se indicata da vecchi segnavia gialli, si svolge lungo piste da sci e sentieri per la mountain bike, questi ultimi formalmente vietati agli escursionisti.
Accesso
a) Da Tortona si risale la Val Curone. Giunti a Garadassi si prosegue per Caldirola.
b) Dal casello di Vignole Borbera si risale la Val Borbera fino a Pertuso, dove si gira a sinistra per Dernice e la Val Curone. Poco dopo si trova un bivio e si va a destra, seguendo le indicazioni per Caldirola e superando i paesi di Borgo Adorno e Giarolo. Giunti a Garadassi si svolta a destra e si sale a Caldirola (1012 m). Per raggiungere eventualmente la Colonia Provinciale basta seguire la strada asfaltata fino al suo termine, attraversando il Villaggio la Gioia e sorpassando la Colonia Pontificia.
Caldirola è l’unico centro sciistico della provincia di Alessandria. Si trova sul versante orientale del Monte Giarolo e conta di una seggiovia monoposto e di una pista da sci (i primi impianti apparvero nel 1927-28 e funzionarono per una cinquantina di anni; vennero poi riaperti nel 1990). Caldirola è anche un importante centro per la mountain bike: dai versanti dei monti Giarolo e Gropà scendono ben cinque diverse piste ciclistiche di varia difficoltà, molto frequentate dagli appassionati.
Salita
Si segue per un centinaio di metri la strada asfaltata che sale verso il Villaggio la Gioia, fino a trovare sulla destra la diramazione che sale ripida al Villaggio Cristina (segnavia 107). Costeggiato il villaggio, si prosegue su una strada sterrata che transita nei pressi di alcune stalle e poi si biforca. Si va a sinistra salendo tra gli arbusti, poi si entra nel bosco. Giunti ad una curva si abbandona la sterrata per seguire un sentiero che sale più direttamente, attraversando una macchia di conifere. Più in alto il sentiero sale con alcune svolte in una faggeta, per poi uscire all’aperto e portarsi sullo spartiacque tra Curone e Borbera, dove si incontra il sentiero 200. Con una breve deviazione a destra si sale sull’ampia vetta del Monte Giarolo (1473 m; 1.15 – 1.30 ore da Caldirola).
Si ritorna indietro per un breve tratto, poi si prosegue lungo il sentiero 200, che rimonta il crinale erboso molto ampio e poco pendente, scendendo alla Bocca del Giarolo (1399 m). La mulattiera riprende a salire e, attraversato un lembo di faggeta, scavalca l’allungato Monte Gropà (1443 m). Sulla cima si trova la stazione d’arrivo della seggiovia che sale da Caldirola. Si prosegue lungo una stradetta sterrata in discesa lungo il crinale boscoso fino ad una selletta, poi ci si porta sul versante nord-est per aggirare il poggio su cui sorgeva il Castello di Brusamonica.
Del castello rimangono oggi solo pochi resti del basamento, invasi dagli sterpi e circondati dai faggi tanto che dal sentiero non si vedono neanche. Il castello venne conquistato e poi ridonato ai Tortonesi da Federico Barbarossa, per poi essere confermato da Federico II. Nel 1964 furono effettuati degli scavi che rivelarono la presenza di un muro perimetrale lungo circa 50 metri.
La stradetta sterrata scende ancora dolcemente e, subito dopo alcune frecce indicatrici del CAI, si biforca in due sentieri. Si imbocca quello di destra che, con una ripida rampa, si riporta sullo spartiacque in corrispondenza del Passo di Brusamonica (1393 m).
Il toponimo “Brusamonica” è di origine incerta; secondo alcuni brusa potrebbe significare “brughiera”, secondo altri invece potrebbe derivare da “bruciare”.
Si piega a sinistra lungo un sentiero che sale dolcemente tra i faggi, poi attraversa un ripiano coperto di erba e arbusti. Con una ripidissima salita si risale il versante sovrastante, sbucando sul dorso allungato del Monte Panà (1562 m). Lo si percorre, poi si supera una bella selletta erbosa e si riprende a salire, più dolcemente, lungo l’ampio costone erboso spartiacque. Costeggiando una recinzione con percorso molto panoramico si raggiunge l’ampia vetta del Monte Cosfrone (1665 m), dove si incontra il segnavia 220 proveniente da Pòbbio Superiore.
Curiosamente su molte carte, tra cui quelle della nuova ristampa IGM, questa vetta è nominata erroneamente “Monte Oserone” o “Coserone”.
Si continua a costeggiare la recinzione, che segue l’ampia cresta erbosa scavalcando una gobba e raggiungendo una selletta (quota 1646). L’ampia mulattiera risale quindi un’ultima ripida rampa lungo la cresta, portando alla croce di vetta del Monte Ebro (1700 m; 3 – 4 ore da Caldirola).
Discesa
Si ritorna indietro fino alla sella di quota 1646 tra i monti Cosfrone ed Ebro. Qui si svolta a destra (nord) seguendo il segnavia 106 e si scende lungo la massima pendenza per vaste praterie cosparse di faggi e arbusti solitari. Si piega poi a sinistra e si taglia in diagonale fino ad entrare nella faggeta. Passati accanto ad una radura che ospita un minuscolo laghetto temporaneo, si scende ripidamente nel bosco fino a raggiungere la Fontana Pessina. Pochi metri più avanti si lascia a destra una carrareccia diretta alle Stalle di Salogni e si entra nella pittoresca radura dove sorge il Rifugio Orsi (1397 m).
Originariamente era un prefabbricato metallico aperto su richiesta. Nel 2004 è stato invece trasformato in un bel rifugio in pietra, che fa da alberghetto e ristorante tra il 15 luglio e il 30 agosto e nei fine-settimana (tel. 335.7056652); è dotato di 25 posti letto. Nei periodi di chiusura è comunque sempre aperto il locale invernale.
Attraversato un tratto di bosco in lieve discesa, si contorna una bella radura umida da cui fuoriesce un ruscello, quindi si sale fino alla Fontana del Butto (la fonte si può presentare secca in estate). Si continua lungamente con brevi saliscendi tra boschetti e radure, fino a scavalcare il contrafforte nord-orientale del Monte Panà. Ad un bivio si scende ripidamente a destra con alcune svolte, quindi ci si congiunge ad una mulattiera pianeggiante che va seguita verso sinistra. La mulattiera alla fine confluisce in una stradina sterrata che, in circa un chilometro di lieve discesa, porta alla Colonia Provinciale di Caldirola (1180 m).
Le due colonie di Caldirola risalgono rispettivamente al 1954 (la Provinciale) e al 1952 (la Pontificia), e hanno vissuto la loro stagione di gloria fino agli anni ’80. Ad oggi solo la Colonia Provinciale è ancora attiva, per l’organizzazione di campi estivi ed eventi.
Da qui si segue la strada asfaltata in direzione del paese, che presto va a costeggiare anche l’evidente edificio della Colonia Pontificia. Poco dopo si giunge ad un tornante, da cui si può sfruttare l’adiacente pista da sci per tagliare le successive curve della rotabile all’interno del Villaggio La Gioia. Giunti in fondo alla pista si gira a destra ricongiungendosi alla strada asfaltata; scendendo ancora per poche centinaia di metri si ritorna a Caldirola.
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