San Martino (Stella) – Passo Fo Lungo – Monte Béigua

Caratteristiche

Difficoltà: E
Dislivello in salita: 1010 m circa
Dislivello in discesa: 40 m circa
Tempo: 4 – 5 ore
Ultima ricognizione: Novembre 2018

Salita lunghissima e graduale, a dire il vero a tratti un po’ monotona, che segue il poco marcato crinale spartiacque tra la valle del Téiro e la Val Sansobbia. Nella prima parte del percorso si superano varie gobbe coperte da prati, arbusti e radi alberi, con panorami molto vasti sulla riviera di Ponente; nella seconda parte invece si sale lungamente per boschi solitari, prima di pino e poi di faggio, giungendo infine alla vetta del Béigua. Gran parte del percorso si svolge lungo la pista di un acquedotto, che si trova in pessimo stato di conservazione a causa dell’erosione; per questo, anche se il percorso non presenta particolari difficoltà, numerosi tratti sono piuttosto scomodi, assai dissestati e invasi da acque ruscellanti.

Accesso

a) Usciti al casello autostradale di Albisola, si segue la strada per Sassello fino alla Madonna del Salto, quindi si gira a destra e si giunge a San Martino.
b) Si esce al casello autostradale di Varazze, si scende in città e si imbocca la strada per Sassello, Alpicella e il Monte Béigua; seguendo le indicazioni per Sassello, si lascia a destra la strada per il Monte Béigua e si sale a San Martino (316 m).

Tra le più importanti frazioni di Stella, San Martino è un antico borgo, piuttosto suggestivo, posto in un’incavata sella sullo spartiacque tra Téiro e Riobasco (affluente del Sansobbia). Si pensa che sia stato il primo nucleo di Stella, in quanto fino al 1567 fu sede dell’unica chiesa parrocchiale della zona; del resto si trovava in una zona strategicamente importante, che faceva da crocevia tra le antiche strade che salivano da Varazze, Albisola e Celle. In età napoleonica fu comune a sé stante, separato dalle altre frazioni dell’attuale Stella.

Itinerario

Il percorso è segnalato con un cerchio rosso barrato. Sulla sinistra della chiesa parrocchiale di San Martino si imbocca una scalinata che, uscita dal paese, si trasforma in mulattiera e sale nella boscaglia. Lasciata a destra una cabina elettrica, si taglia in diagonale e ci si immette su un’ampia strada sterrata, che si segue in dolce salita verso nord-nord-est. Dopo alcune curve tra prati e boschetti si giunge alla base dell’arrotondato Bric Chicchillo; qui si riceve da destra un’altra sterrata e si piega a sinistra, tagliando quasi in piano fino ad una selletta erbosa (quota 504).
Attraversando la selletta, si entra per un breve tratto nell’appartata Val Polzemola, sovrastata dalle pale eoliche del Bric Burdone, quindi si giunge ad un’altra selletta (quota 513) dove si incontra una sterrata proveniente da Alpicella. Si gira a sinistra e in breve si giunge ad un bivio; qui si prende a destra la sterrata principale, che si innalza lungo lo spartiacque tra Téiro e Sansobbia. La sterrata passa alla base delle grandi pale eoliche poste sull’arrotondato Bric Burdone, quindi ne contorna la piccola cima e giunge alla selletta subito a monte (quota 619), dove sorge l’ultima pala eolica.
Si continua dritti lungo una vecchia pista assai sconnessa, percorsa da un tubo arrugginito dell’acquedotto; la pista sale dritta tra pini arbusti, poi scavalca la piatta e ampia cima del Bric Piano dei Bagni (726 m). Si scende brevemente, superando una piccola area acquitrinosa, quindi si giunge ad un bivio.

Il vecchio sentiero dell’acquedotto si dirige a sinistra, aggirando in piano il Bric Ghirolo e ricongiungendosi al sentiero segnalato presso il Passo Fo Lungo. Nonostante possa sembrare una variante più comoda e diretta al sentiero segnalato, la sua percorrenza è sconsigliabile a causa del pessimo stato di conservazione della traccia.

Si prende la diramazione di destra, che sale decisamente e porta in breve sull’ampio dorso sommitale del Bric Ghirolo (770 m); l’altopiano, caratterizzato da macchie di pini e radure cosparse di massi, offre bei panorami specialmente verso ponente. Entrati nel castagneto, si scende decisamente e in breve si giunge al Passo Fo Lungo (737 m), dove si incontra nuovamente il sentiero dell’acquedotto. Lo si lascia a sinistra, imboccando una pista un po’ dissestata che si tiene sul lato del Téiro, salendo dolcemente tra i pini. Ad un certo punto si ritorna a sinistra e, con una breve discesa, ci si riporta sulla traccia dell’acquedotto e la si segue in salita verso nord. Con percorso assai scomodo lungo la traccia rovinata dall’erosione si taglia verso sinistra, contornando dall’alto la Rocca di Prà Rossa, e si giunge ad un bivio (quota 823).

La diramazione di sinistra, segnalata con tre punti rossi, supera la sottostante spianata della Rocca di Prà Rossa e scende fino al Torrente Sansobbia, congiungendosi poco dopo al sentiero segnalato con un cerchio rosso vuoto che sale da Santa Giustina.

Si continua a destra sulla pista principale, ora più agevole, che si riporta sul lato del Téiro, per aggirare l’arrotondato Bric Mrizzo; il percorso si snoda ora in una solitaria e vasta pineta, che copre il tratto superiore della valle del Téiro. Si sale dolcemente nel bosco attraversando il cosiddetto Piano del Curlo, quindi si giunge ad un bivio dove si può andare sia a destra che a sinistra perchè i due rami si congiungono poco sopra. Continuando nella pineta, si lascia a destra una diramazione che scende verso il Torrente Téiro, quindi si sale dolcemente fino ad un crocevia (quota 971).
Trascurando le diramazioni a sinistra e a destra, si continua dritti lungo un sentiero in direzione est, che sale tra gli alberi, poi contorna un affioramento roccioso che offre un bel panorama. Proseguendo nel bosco a prevalenza di pini, si aggira a nord il rilievo arrotondato del Bric Galliano, poi si attraversa un piccolo rio e si sale in diagonale verso destra congiungendosi alla strada asfaltata che sale verso il Monte Béigua (quota 1107). La si lascia subito a destra per continuare lungo il sentiero segnalato, che prende quota nella faggeta; in questo tratto si aggiunge anche il segnavia del Sentiero Napoleonico Rosso. Con una rampa più ripida si raggiunge una selletta dove si trova un crocevia.

La diramazione di sinistra, indicata da un cartello, porta in breve alla cima della Rocca Becciavè (1177 m), un piccolo affioramento roccioso che sul versante opposto precipita con una parete verticale alta alcune decine di metri. Dalla rocca si dominano le vaste faggete che ricoprono l’alta Val Sansobbia; il panorama si spinge anche verso i colli delle Langhe e verso l’arco alpino occidentale.

Si piega a destra e, salendo tra boschetti e radure, ci si immette in una comoda strada sterrata. La si segue verso sinistra e, tagliando quasi in piano, si sbuca nell’ampia radura del Pian di Stella (1227 m), dove si trovano numerosi tavoli e panche per il picnic. Attraversato il pianoro si tocca la strada asfaltata, ma la si lascia subito a destra per salire dolcemente fino alla vicina Sella del Béigua (1249 m), importante crocevia di sentieri. Si gira a destra e, seguendo la via crucis indicata con numerosi segnavia, si tocca per l’ultima volta la strada asfaltata; superando l’ultima scalinata si raggiunge la chiesetta della Regina Pacis posta sulla piatta cima del Monte Béigua (1285 m).

La chiesa di San Martino
La chiesa di San Martino (18 novembre 2018)
Il Bric Burdone e le sue pale eoliche
Il Bric Burdone e le sue pale eoliche (18 novembre 2018)
L’arrotondato Bric Aliberti emerge dalle pinete della Val Téiro
L’arrotondato Bric Aliberti emerge dalle pinete della Val Téiro (18 novembre 2018)
La chiesetta della Regina Pacis, in vetta al Monte Béigua
La chiesetta della Regina Pacis, in vetta al Monte Béigua (18 novembre 2018)

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