Varazze – Passo del Muraglione – Cappelletta delle Faie – Monte Béigua

Caratteristiche

Difficoltà: E
Dislivello in salita: Variante “a”: 1350 m circa. Variante “b”: 1420 m circa
Dislivello in discesa: Variante “a”: 60 m circa. Variante “b”: 130 m circa
Tempo: 4.30 – 5.30 ore
Ultima ricognizione: Novembre 2018

Lunghissima salita, dal mare alla cima del Monte Béigua. Questo percorso permette di attraversare ambienti notevolmente diversi tra di loro: dalle colline brulle alle spalle di Varazze, ai boschi di castagno sui versanti inferiori della montagna, fino ad arrivare alle praterie e alle faggete che ricoprono la parte sommitale. Nella parte alta si propongono due varianti: la prima segue il sentiero segnalato, che si tiene sui versanti della montagna tra boschi e radure; la seconda, sconsigliabile in caso di nebbia ma decisamente più suggestiva nelle belle giornate limpide, porta a scavalcare le panoramiche cime del Monte Priafaia e del Monte Cavalli. Il percorso può essere notevolmente abbreviato arrivando in automobile alle Faie (da lì ci vogliono 2.30 3 ore per arrivare alla vetta).

Accesso

a) In treno fino alla stazione ferroviaria di Varazze, da cui si continua a piedi verso sinistra (via Carlo Nocelli) fino alla rotonda da cui parte la strada asfaltata per Alpicella e il Monte Beigua.
b) In automobile, si esce al casello di Varazze e si scende in centro città, parcheggiando nei pressi del municipio (quota 6).

Il toponimo Varazze (in dialetto Väze) deriva probabilmente dalla forma popolare latina varagine, che indica un luogo dove si varano le navi. Nella Tabula Peutingeriana, risalente al VII-VIII secolo, è indicato come “Ad Navalia”, che ha praticamente lo stesso significato del toponimo attuale. Una leggenda ligure invece racconta che la Sacra Famiglia passò di qui durante la fuga dall’Egitto, e l’asinello di Giuseppe improvvisamente si fermò; Giuseppe gli intimò: «Va ase, va ase!», e la località fu chiamata Väze per questo.

Itinerario

Dal municipio ci si sposta verso nord, giungendo subito alla rotonda da cui si diparte la strada per Alpicella e il Monte Beigua. Si imbocca la rotabile, che costeggia il Torrente Téiro sulla sponda sinistra idrografica, e la si segue fino a che non si trova sulla destra l’inizio del segnavia “croce rossa”, che andrà seguito fino alla cima del Béigua. Si imbocca quindi una scalinata (via Bianca), che sale ripidamente tra terrazze abbandonate; si sbuca poi su una stradina asfaltata che si segue verso destra in salita. Tagliando nel bosco, la stradina raggiunge lo spartiacque tra Téiro e Arzocco, e lo rimonta in lieve salita.
Dopo un tratto ripido tra le case sparse della località Costa di Casanova, si raggiunge una chiesetta (188 m). Si continua a destra lungo una ripida stradina, quindi si imbocca sulla sinistra una mulattiera acciottolata. Sbucati nuovamente su asfalto, si sale a destra superando alcuni tornanti; poco più avanti si lascia a sinistra la rotabile e si riprende la mulattiera, che aggira l’arrotondato rilievo del Montado tra radi pini e arbusti. Si raggiunge quindi la piatta sella dove sorge la Cappella del Beato Iacopo (317 m).

La graziosa cappella è dedicata al frate Iacopo da Varagine, nato a Varazze 1230. Iacopo fu anche cronista e scrittore: tra le sue opere si ricordano la Legenda Aurea (sulle vite dei Santi) e la Cronaca di Genova. Nel 1292 divenne arcivescovo di Genova; nel 1298 morì, e nell’Ottocento fu beatificato.

Trascurato il segnavia “punto e linea rossi”, diretto all’Eremo del Deserto, si continua a sinistra su una stradetta cementata, che sale dolcemente sul crinale tra pini e arbusti. In breve si giunge al Passo Valle (o Passo Lecanà; 369 m), importante crocevia di stradette.

L’ampia sella si trova sul crinale spartiacque tra Téiro e Arenon, nella parte centrale di un piccolo gruppo di colline parecchio brulle e desolate. La vegetazione, costituita da radi pini e da macchia piuttosto disordinata, è tale a causa dei ripetuti incendi che hanno devastato questi colli. Dal Passo Valle si ha una bellissima vista sul versante meridionale dei monti Béigua, Sciguelo e Rama.

Si continua dritti lungo una stradina asfaltata, ma subito la si abbandona per prendere a sinistra un ampio sentiero sassoso che giunge in breve ad un bivio presso una costruzione dell’acquedotto. Si va a destra salendo in diagonale, poi, con un lungo tratto quasi in piano, si contorna dall’alto la grande discarica di rifiuti di Varazze, passando poco sotto alla cima del Bric della Forca. A quota 450 circa si scavalca un crinale, quindi si scende ripidamente al Passo del Muraglione (394 m).

Lo stretto valico, posto sullo spartiacque tra Téiro e Arrestra, è toccato dalla strada che sale da Varazze alle Faie, ed è attraversato dalla diramazione per l’Eremo del Deserto.

Si continua a sinistra lungo la strada asfaltata in direzione delle Faie, che sale dolcemente nel bosco. Dopo circa 900 metri, si giunge ad un trivio presso la Cappelletta delle Faie (448 m).

Il toponimo “Faie” potrebbe derivare da fagus, cioè faggio; effettivamente nei boschi della zona cresce già qualche faggio, nonostante le quote siano piuttosto basse. Secondo altri, invece, si tratta di una distorsione del dialettale faire, cioè “fate”, forse in riferimento a qualche leggenda locale.

Si imbocca la diramazione di destra che si tiene più in alto, diretta verso il vero e proprio paese delle Faie; dopo alcune centinaia di metri, subito oltre un ruscello, la si abbandona per prendere a sinistra un sentiero che sale decisamente nel bosco misto. Si incrocia una stretta stradina asfaltata, e si continua a salire fino alla casa isolata in località la Preisa (575 m). Se ne contorna la recinzione verso sinistra, incontrando una strada sterrata che va seguita verso destra.
Si costeggia un bel prato pianeggiante, posto ai piedi del brullo costone roccioso del Monte Greppino, quindi si riprende a sinistra il sentiero segnalato, che sale nel bosco con alcuni tratti ripidi. Superata un’edicola sacra, si contorna a monte una radura con casa diroccata, quindi si sale ripidamente lungo una bella mulattiera fiancheggiata da un filare di faggi maestosi. Al termine della salita, ci si congiunge con la strada sterrata che sale dalle Faie a Prà Riondo, e la si segue brevemente verso sinistra fino ad un crocevia (quota 683).

Sulla sinistra si diparte la Strada Megalitica, che scende in direzione di Ceresa; proprio all’imbocco, oltre il pannello esplicativo, si trova un piccolo recinto megalitico al cui centro sorge un altare (un lastrone appoggiato su un grosso roccione affiorante) rivolto verso il Monte Greppino. Secondo gli studiosi, si tratta di un antico luogo di culto risalente all’epoca dei Celti.

Si trascura a sinistra la Strada Megalitica, e a destra la sterrata per Prà Riondo, proseguendo lungo il sentiero segnalato dalla croce rossa. Il sentiero si innalza ripido nel castagneto, poi taglia in diagonale tra radi pini e radure cosparse di massi. Superata una piccola spianata, si giunge ad un bivio ai piedi del Monte Priafaia (quota 834). Qui si presentano due possibilità:

a) Si continua a destra seguendo il segnavia “croce rossa”, che taglia in lieve salita sul versante orientale del Monte Priafaia, offrendo vasti panorami. Giunti ai piedi del roccioso Monte Cavalli si trova un altro bivio (quota 940).

Il sentiero di sinistra è la cosiddetta “Variante Tullio”, che sale in diagonale fino alla selletta che separa il Monte Cavalli dal Béigua. Qui ci si riallaccia al sentiero descritto alla variante “b”.

Si continua a destra lungo il sentiero principale che taglia ancora in piano tra i pini, poi si addentra nella faggeta. Si piega a sinistra e si supera una zona umida, quindi si passa accanto a due prese dell’acquedotto (Sorgente Acquafredda; 1050 m). Il sentiero sale ripido nel bosco, sorpassando un ricovero seminterrato ed un’altra presa dell’acquedotto, quindi sbuca sugli ampi pendii erbosi che fanno capo alla vicina vetta del Monte Béigua. Attraversata la strada asfaltata, si raggiunge in breve la chiesetta della Regina Pacis posta sulla vetta.

b) Si prende il sentiero di sinistra, indicato da un cartello ma non segnalato; il sentierino sale ripido seguendo il sovrastante costolone, quindi supera alcune roccette e raggiunge la croce di vetta del Monte Priafaia (963 m).

Ultima cima di una certa altezza sullo spartiacque tra Téiro e Arrestra, il Monte Priafaia è per questo uno splendido balcone sul mare e sulla riviera ligure; bella anche la vista sui monti Béigua e Sciguelo. Il toponimo, analogamente a quello che si era detto per le Faie, potrebbe significare “pietra del faggio” o “pietra della fata”.

Si scende brevemente tra le roccette sul versante opposto, quindi si riprende il sentierino che scavalca una gobba coperta da una bella pineta. Sorpassata una selletta, si riprende a salire tra erba e rocce affioranti, sorpassando la poco marcata cima del Bric Montebè (980 m). Poco più avanti si incontra il sentiero segnato con un triangolo rosso vuoto, proveniente da Alpicella, e lo si segue quasi in piano tra i pini.
Giunti alla base del roccioso Monte Cavalli, si abbandona il sentiero segnalato e si sale a destra tra pini ed erba, portandosi sul poco marcato contrafforte meridionale della montagna. Si risale il ripido contrafforte per vaghe tracce tra erba e rocce, su terreno comunque molto facile (attenzione in caso di nebbia!); man mano che si sale le tracce si fanno più marcate e compare anche rari ometti di pietra. In ogni modo, si guadagna la cresta orizzontale del Monte Cavalli, che si rimonta fino al punto più alto (1112 m).

Il Monte Cavalli fu teatro di un violento scontro tra Francesi e Austro-Ungarici il 12 aprile 1800. Quel giorno, fino al tramonto, tremila soldati ungheresi resistettero agli assalti francesi.

Seguendo ora il segnavia del Sentiero Napoleonico Rosso, si percorre la cresta sommitale del Monte Cavalli fino al suo termine, quindi si scende in breve ad una sella pianeggiante (quota 1092). Si trascura la carrareccia che la attraversa e si prosegue dritti lungo il sentiero segnalato, che sale ripido tra lembi di faggeta e piccole radure. Ormai in vista dei ripetitori posti in vetta, si attraversa la strada asfaltata che collega Alpicella al Monte Béigua, e si giunge in breve all’ampia area picnic del Pian di Stella (1227 m), dove si trovano numerosi tavoli e panche.
Qui si incontra la sterrata segnalata con un cerchio rosso barrato, proveniente da Stella San Martino, e la si segue verso destra, ricongiungendosi in breve alla strada asfaltata. Trascurando l’asfalto, si sale a sinistra contornando l’area picnic e giungendo in breve al crocevia della Sella del Béigua (1249 m). Si devia a destra lungo la via crucis indicata con numerosi segnavia; toccata per l’ultima volta la strada asfaltata, si sale una breve scalinata e si arriva alla chiesetta della Regina Pacis in cima al Monte Béigua (1285 m).

La Cappella del Beato Iacopo
La Cappella del Beato Iacopo (18 novembre 2018)
Vista sui monti Béigua, Sciguelo e Rama dai pressi del Bric della Forca
Vista sui monti Béigua, Sciguelo e Rama dai pressi del Bric della Forca (18 novembre 2018)
Bella mulattiera fiancheggiata da filare di faggi, poco sopra le Faie
Bella mulattiera fiancheggiata da filare di faggi, poco sopra le Faie (18 novembre 2018)
Salendo al Monte Priafaia; panorama sul Monte Cavalli e sul Monte Béigua
Salendo al Monte Priafaia; panorama sul Monte Cavalli e sul Monte Béigua (18 novembre 2018)
Quasi in vetta al Monte Priafaia
Quasi in vetta al Monte Priafaia (18 novembre 2018)
Il Pian di Stella e i ripetitori del Béigua
Il Pian di Stella e i ripetitori del Béigua (18 novembre 2018)

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