Seborga – Monte Caggio – Colle Termini di Bajardo – Monte Bignone

Caratteristiche

Difficoltà: E
Dislivello in salita: 1070 m circa (650 m circa fino al Monte Caggio)
Dislivello in discesa: 280 m circa (60 m circa fino al Monte Caggio)
Tempo: 3.45 – 4.15 ore
Ultima ricognizione: Dicembre 2017

Percorso molto lungo ma abbastanza interessante: si parte dal noto paese di Seborga, gioiellino posto sulle alture di Bordighera, quindi si sale ripidamente fino allo spartiacque tra i bacini di Bordighera e di Sanremo. La vetta del Monte Caggio è raggiungibile con una breve deviazione, e può costituire una buona meta a sé stante. Il percorso si svolge per lo più all’interno di boschi misti di pino, leccio e castagno, ma non mancano belle vedute panoramiche sulla Val Nervia, su Sanremo e sulle Alpi Marittime.

Accesso

a) A piedi da Bordighera.
b) Si esce dall’autostrada al casello di Bordighera, si giunge subito ad una rotonda e se ne prende la terza uscita: la stradina sale a Sasso di Bordighera e quindi a Seborga (510 m). Subito a monte del paese si trova un ampio parcheggio.

Seborga, stupendo paesino medievale, sorge sul crinale collinare tra le vallette del Rio Sasso e del Rio Battagli (Vallebona). È piuttosto nota per le sue “rivendicazioni” d’indipendenza rispetto all’Italia in virtù di un antico status di principato e ad un’annessione ritenuta irregolare al Regno di Sardegna. II paesani ci tengono molto a mantenere vivo il principato: a fianco del sindaco infatti viene ancora oggi eletto un principe, si conia una moneta (il “luigino”, ovviamente senza nessun valore legale ma utilizzabile come buono nei negozi di Seborga), si stampano carte d’identità e patenti del principato.

Itinerario

Dal piazzale-parcheggio a monte del paese si continua a piedi lungo la SP57 in direzione di Negi. Dopo poche decine di metri si imbocca a destra una stradina acciottolata (strada della Costa; segnavia gialli), che sale più direttamente. Poco prima di arrivare ad un cancello si svolta a destra su un sentiero che, poco più in alto, sbuca su una stradina asfaltata. Si segue l’asfalto verso sinistra in piano per poche decine di metri, quindi si ritrova a destra il sentiero segnalato, che sale con alcuni tornanti tra arbusti e radi alberi. A tratti acciottolato e scalinato, il sentiero si innesta lungo un ripido costone, che offre un vasto panorama dal mare alle Alpi Marittime.
Più in alto ci si sposta sul versante sud del crinale, attraversando un ombroso boschetto di lecci per aggirare la Cima Ferrissoni. Si ritorna quindi in cresta e, con un curioso saliscendi, si raggiunge una strada sterrata (quota 750); si piega a sinistra su un largo sentiero che effettua un curvone, attraversa un’altra sterrata e poi sale per lastroni rocciosi tra i pini. Giunti presso l’arrivo di una terza sterrata si piega a sinistra tagliando in leggera salita nel bosco; il sentiero, il cui fondo è particolarmente rovinato dall’erosione, poi gira a destra e si inerpica tra gli alberi con molte svolte. Dopo un tratto in piano ci si congiunge con un sentiero più marcato proveniente dal Passo del Bandito (segnavia bianco-rossi). Seguendolo in lieve salita si riceve un altro sentiero che viene da Coldirodi e si giunge sulla prima cima del Monte Carparo (906 m).

Questa piccola cima, coperta da erba e radi pini, offre un bellissimo panorama sul mare, da Sanremo alla Costa Azzurra. Nei pressi della vetta si trova un curioso masso recante alcune incisioni. Si tratterebbe di una delle antiche pietre di confine del territorio di Seborga.

Proseguendo sul comodo sentiero di crinale si aggira la seconda cima del Monte Carparo, lievemente più alta ma boscosa, e si scende dolcemente fino ad una sella poco marcata. Tralasciando alcune deviazioni si continua nella pineta, e si passa sotto ad un elettrodotto. Scavalcato un gobbone sulla cui cima si trova un grande traliccio, si scende dolcemente fino ad un’altra selletta, poi ci si sposta sul versante orientale del contrafforte per aggirare la pronunciata cima del Monte Caggio. Giunti in una zona di enormi massi franati seminascosti dal bosco, si effettua una ripida discesa, poi si riprende una dolce salita che riporta sul crinale presso un trivio (quota 985).
Per salire sul Monte Caggio bisogna girare a sinistra di quasi 180 gradi, e seguire l’ampia traccia che percorre il crinale verso sud. Ci si sposta poi verso destra e, con alcuni ripidi tornanti, si guadagna un ripiano alberato dove sorge un ripetitore. Si arriva in breve ad una terrazza panoramica e, risalendo a sinistra il groppo sommitale, si raggiunge la croce di vetta del Monte Caggio (1090 m; 2 – 2.30 ore da Seborga).

Si ritorna al trivio di quota 985 e si continua verso nord sull’ampia mulattiera di crinale. Scavalcato un piccolo dosso, una breve discesa conduce al del Colle Termini di Perinaldo (960 m).

Sulla lunga costiera tra il Monte Caggio e il Monte Bignone si trovano due passaggi che portano il nome di Colle Termini, il primo di Perinaldo, il secondo di Bajardo. I toponimi si riferiscono al fatto che sono attraversati dalle antiche mulattiere che collegavano San Romolo a, rispettivamente, Perinaldo e Bajardo.

Si trascurano i sentieri che scendono a destra (verso San Romolo) e a sinistra (verso San Pancrazio e Perinaldo) e si continua lungo il sentiero di crinale, ora indicato anche con le targhette del Sentiero Liguria. Scavalcato un dosso allungato, si scende tra i pini superando un altro passaggio tra massi ciclopici. Si arriva quindi al Colle Termini di Bajardo (923 m).

Importantissimo crocevia di antiche mulattiere, il Colle Termini di Bajardo è oggi attraversato in galleria dalla strada provinciale che unisce San Romolo a Perinaldo.

Trascurando tutte le diramazioni laterali, si prosegue fedelmente lungo il crinale, seguendo anche i segnali del Sentiero Liguria. Superato l’intricato crocevia del colle, si prosegue lungo una carrareccia che arriva ad un trivio presso una tettoia in legno (quota 951). Si lascia a sinistra la diramazione per il Passo le Saline e a destra l’ennesimo sentiero per San Romolo, e si imbocca il sentiero centrale. Questo si sposta presto sul lato destro del crinale e inizia a salire con numerose svolte tra alberi e rocce; con un traverso quasi in piano si va a raggiungere il fondo di una valletta boscosa.
Si percorre per qualche metro l’alveo del rio che la percorre, poi si sale a sinistra per lastroni inclinati e si riprende il sentiero, che sale ripido tra alberi e fitti arbusti. A quota 1150 circa si inizia un lungo traversone verso est, tagliando il boscoso versante meridionale del Monte Bignone su un sentiero a tratti un po’ scomodo. Il sentiero passa accanto ad un rudere, poi gira a sinistra e sbuca sul dorso sommitale della montagna presso l’ex stazione d’arrivo della funivia e l’ex ristorante (quota 1240 circa).

Andando a destra si raggiungono le vaste praterie dello spallone orientale del Monte Bignone, dove sorge la chiesetta della Madonna del Carmelo.

Si piega a sinistra su una comoda sterrata e in breve si giunge ad un trivio. Si lasciano a destra i segnavia bianco-rossi che scendono a Bajardo per imboccare dritti un’ampia mulattiera che entra nel bosco arrivando presso il cancello di una villetta (indicazioni per sito archeologico e cartellone astronomico). Qui si gira a sinistra e, con l’ultima dolce salita scalinata, si arriva in vetta al Monte Bignone (1299 m).

Scorcio di Seborga (22 dicembre 2017)
La croce del Monte Caggio (22 dicembre 2017)
Il Monte Caggio visto dal sentiero che sale al Bignone (22 dicembre 2017)
Panorama dal Bignone verso il Monte Grammondo e le Prealpi francesi (22 dicembre 2017)

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