Bordighera – Sasso di Bordighera – Seborga

Caratteristiche

Difficoltà: T
Dislivello in salita: 520 m circa
Tempo: 2 – 2.30 ore
Ultima ricognizione: Dicembre 2017

I graziosi paesini di Sasso di Bordighera e Seborga sono comodamente raggiungibili in automobile. Esiste però anche un percorso segnalato che li collega al centro di Bordighera, seguendo il crinale collinare tra il Rio Borghetto e il Rio Sasso. È un percorso di media lunghezza, molto comodo, che unisce l’interesse storico dei due borghi (tre, se si conta il bellissimo centro storico di Bordighera) a vasti panorami, dal mare ai monti Grammondo, Toraggio, Pietravecchia e Caggio. L’itinerario si svolge per lo più lungo stradine asfaltate: solo in pochi punti rimangono le tracce dell’antica mulattiera che seguiva il crinale. Gli escursionisti più allenati possono collegare il presente itinerario a quest’altro percorso, ottenendo una lunghissima salita da Bordighera al Monte Bignone.

Accesso

In treno fino alla stazione ferroviaria di Bordighera (5 m). Alternativamente è possibile uscire al casello autostradale di Bordighera e parcheggiare nell’ampio spiazzo davanti al centro storico.

Itinerario

Dalla stazione ferroviaria si percorre verso nord via Roma per sbucare sull’Aurelia; la si segue verso destra fino in piazza Ruffini. Si imbocca sulla sinistra via della Libertà, che poi si abbandona per andare ancora a sinistra in via 20 Settembre; la mulattiera attraversa due stradine, poi arriva al cospetto del centro storico di Bordighera Alta (40 m).

Bordighera Alta, detta anche Città Vecchia, è il centro storico di Bordighera, e ha mantenuto l’antico aspetto di borgo fortificato, risalente al Medioevo. Ha una pianta pentagonale irregolare, ed è costituita da una fitta rete di vicoli e piazze, costruiti intorno alle due vie principali: la via Lunga e la via Dritta. Sorge sul promontorio di Capo Sant’Ampelio, che rappresenta il punto più meridionale di tutta la Liguria.

Si attraversa il centro storico con un percorso a piacere, quindi ci si ritrova sulla circonvallazione a monte. Qui si va a cercare l’imbocco di via della Madonnetta, che sale verso nord immettendosi perpendicolarmente in via Beodo. Questa va seguita verso destra, per poi imboccare sulla sinistra via Corombeire (qui si trovano i primi segnavia bianco-rossi). La mulattiera mattonata sale ripida tra belle villette, attraversando l’asfaltata via dei Colli e congiungendosi con via degli Inglesi presso un tornante.
Pochi metri più in alto si riprende a destra via Corombeire, ora asfaltata, che percorre il pianeggiante colmo della prima propaggine dello spartiacque Sasso-Borghetto. Poco più avanti ci si ricongiunge a via degli Inglesi presso alcune serre e alcuni ripetitori (quota 139), e la si segue dritti verso nord. La stradina procede lungamente sul lato destro del contrafforte, aggirando in ultimo anche il colle boscoso dove si trovano i ruderi della Torre Sapergo.

Si tratta di una delle due torri cinquecentesche costruite sulle colline immediatamente dietro Bordighera per avvistare l’eventuale arrivo di navi turche nemiche. L’altra torre, detta Torre dei Mostaccini, si trova poco a ponente, all’interno di una proprietà privata.

Poco più avanti ci si congiunge all’ampia rotabile per Seborga, proveniente dal vicino casello autostradale (quota 164). La si segue verso nord per circa mezzo chilometro, passando l’autostrada su un cavalcavia e andando a trovare sulla sinistra l’imbocco di via Penne Nere. Si prende la stradina, che segue fedelmente il filo del contrafforte, poi si segue a destra una mulattiera che riporta sulla strada principale. La si attraversa, si sale una scalinata e si giunge sul piazzale davanti al caratteristico borgo di Sasso di Bordighera (219 m).

Microscopico paesello, costituito da un vero e proprio “grumo” di case, così strette tra loro che buona parte delle viuzze del paese sono in galleria. Si dice che sia stato fondato da abitanti di Taggia. Nel 1686 prese parte ad una ribellione contro Ventimiglia insieme ad altri sette paesi del vicinato. Il paese entrò nel Regno di Sardegna nel 1815 come comune autonomo, e così rimase fino al 1928, quando fu accorpato a Bordighera. Destò scalpore il fatto che tra 1815 e 1816 ben tre persone persero la vita a causa di attacchi da parte di lupi e linci. Per questo furono indotte battute di caccia straordinarie che si conclusero con la decimazione di queste popolazioni animali.

Seguendo i segnavia si attraversa il paese, quindi ci si ritrova in via Benedetto Cairoli, che si segue in salita lungo il crinale, tra villette e orti. Quando la stradina asfaltata piega a destra, si continua dritti lungo un tratto di mulattiera che attraversa la provinciale e sale dolcemente fino ad incontrare via Bellavista, stradina asfaltata che si tiene sul crinale. Presto ci si ricongiunge alla provinciale e si passa accanto alla chiesetta della Madonna della Neve (289 m).
Si abbandona quindi la provinciale, che si allontana a destra, per proseguire dritti lungo via Madonna della Neve. Giunti tra alcune villette si abbandona la stradina per andare a destra, prima su cemento e poi brevemente su sentiero, e riportarsi sulla provinciale. La si segue per una cinquantina di metri, quindi si sale a destra lungo via Rocca Scura, che passa sotto ad una parete rocciosa stratificata, poi sale costeggiando case isolate (l’ultima villetta che si incontra ha la scultura di un’aquila posta su un roccione in giardino!). Si ritrova quindi la provinciale presso un tornante (quota 395), e la si segue per un’altra cinquantina di metri prima di imboccare a destra una stradina asfaltata che sale più direttamente.
Riattraversata la provinciale, si segue una bella mulattiera acciottolata che sale con due tornanti tra gli orti prima di riportarsi su asfalto. Si attraversa la provinciale ancora una volta, quindi si sale prima su mulattiera e poi su carrareccia, aggirando sulla destra la collina di San Giusto. Ritornati sulla provinciale, si è ormai al cospetto di Seborga (479 m); si può quindi imboccare la mulattiera mattonata che sale direttamente al paese e visitarlo in lungo e in largo. I segnavia portano poi all’ampio piazzale-parcheggio subito a monte (510 m), da cui si può prendere la corriera per tornare a Bordighera (ce ne sono poche, quindi attenzione agli orari!).

Seborga, stupendo paesino medievale, sorge sul crinale collinare tra le vallette del Rio Sasso e del Rio Battagli (Vallebona). È piuttosto nota per le sue “rivendicazioni” d’indipendenza rispetto all’Italia in virtù di un antico status di principato e ad un’annessione ritenuta irregolare al Regno di Sardegna. II paesani ci tengono molto a mantenere vivo il principato: a fianco del sindaco infatti viene ancora oggi eletto un principe, si conia una moneta (il “luigino”, ovviamente senza nessun valore legale ma utilizzabile come buono nei negozi di Seborga), si stampano carte d’identità e patenti del principato.

La monumentale “Scibretta” (Ficus macrophylla) a Bordighera Alta (22 dicembre 2017)
Al cospetto di Sasso di Bordighera (22 dicembre 2017)
Panorama su Vallebona, sullo sfondo il Monte Grammondo (22 dicembre 2017)
La Madonna della Neve (22 dicembre 2017)

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