Sciarborasca – Sorgente Montebello – Monte Sciguelo

Caratteristiche

Difficoltà: E
Dislivello in salita: 889 m
Tempo: 2.45 – 3.15 ore
Ultima ricognizione: Febbraio 2017

Camminata molto bella e interessante, poco faticosa nonostante il dislivello. Si segue l’antica mulattiera che da Sciarborasca saliva al valico di Prà Riondo: essa rimonta l’alpestre vallone del Rio Acquabuona con pendenze regolari e mai eccessive, regalando spettacolari panorami. Un tempo questa mulattiera era frequentata per il trasporto del legname proveniente dai boschi della Valle Orba e diretto ai cantieri navali della costa ligure.

Accesso

Dal casello autostradale di Arenzano si va a destra, scavalcando la Colletta e giungendo a Cogoleto. Si gira a destra per raggiungere la stazione ferroviaria, dove si va a sinistra seguendo le indicazioni per Sciarborasca. Proseguendo sempre lungo la strada principale (prima via Ronco, poi via Schivà), ci si congiunge con la strada provinciale che collega Lerca a Sciarborasca. Si va a sinistra, poi subito dopo si prosegue a destra (via Dattilo Cesare Oscar) raggiungendo la piazza della chiesa di Sciarborasca (213 m).

Il toponimo potrebbe derivare da exarborare, cioè “disboscare”, a cui è stato aggiunto il suffisso ligure prelatino -asca.

Itinerario

Si imbocca la strada asfaltata che sale sulla sinistra della chiesa e che subito si biforca: si prende la diramazione di destra (segnavia: quadrato rosso pieno), che taglia a sinistra in diagonale, poi va a raggiungere un crinale poco marcato e lo rimonta in decisa salita, fino ad uno spiazzo in località Pian di Nascio (quota 335; fino a qui si può arrivare in automobile). La stradina prosegue sterrata, passando accanto ad una costruzione dell’acquedotto; poco dopo si lascia a sinistra il sentiero che porta alla palestra di roccia dei Torrioni di Sciarborasca e si giunge ad un bivio. Si prende la diramazione di sinistra, che presto si restringe a mulattiera e sale tra boscaglia e arbusti, passando accanto alla sommità dei Torrioni di Sciarborasca (448 m).
Si rimonta l’ampio costolone che divide la valle del Rio Scorza da quella del Rio Acquabuona, dominata sulla sinistra dall’imponente mole del Monte Sciguelo. Superato un boschetto di pini, si passa accanto al pianoro detto Prato del Nespolo; la mulattiera prosegue quindi tra radi pini, erba e rocce affioranti, tagliando in diagonale sul lato occidentale del contrafforte. Si passa alla base dei contrafforti rocciosi del Bric dell’Orso, poi si giunge alla Sorgente Montebello (quota 763), segnalata da una targa della Comunità Montana Argentea. In poche decine di metri ci si congiunge al sentiero segnalato con un rombo rosso vuoto, che sale da Ponte Arma; i due segnavia procedono in comune fino ad un importante bivio.
Si abbandona quindi il rombo rosso, che sale alla Colletta Montebello e al Monte Rama, e si prosegue a sinistra lungo il quadrato rosso. Attraversato il Rio Acquabuona, si inizia a tagliare in dolce salita la testata dell’ampio vallone. Giunti ad un altro bivio, si lascia a destra una diramazione che sale alla Cappella degli Alpini e alla Casa della Miniera, quindi si passa alti sopra alla conca di Pian Canei.

Il bel pianoro di Canei è occupato dall’omonima zona umida, uno dei pochi ambienti palustri di origine naturale posti sul versante marittimo dell’Appennino Ligure. La palude è popolata da un fitto canneto a Phragmites, ed ospita anche specie curiose come la Drosera rotundifolia, minuscola pianta carnivora: le sue foglie sono dotate di piccoli “tentacoli” che secernono un liquido vischioso; esso attira ed intrappola gli insetti.

Si continua a salire dolcemente tra arbusti e grossi massi, fino a raggiungere un altro bivio posto sul culmine di una larga parete rocciosa (Rocche di Vatterasca; quota 960 circa). Qui si abbandona la mulattiera principale, segnata con il quadrato rosso, che sale al valico di Prà Riondo, per prendere a sinistra un sentiero segnalato con tre pallini rossi. Entrando nel bosco di faggi, si guada il Fosso di Vatterasca e, dopo essere passati sotto ad un roccione, si attraversa anche un suo piccolo affluente. Si sale quindi abbastanza decisamente tra gli alberi, fino a raggiungere la sella alla base del Monte Sciguelo (1055 m); qui transita la strada sterrata che scende da Prà Riondo alle Faie. La si trascura, imboccando a sinistra un sentierino che sale ripido tra erba e rocce, portando in breve alla croce di vetta del Monte Sciguelo (1102 m).

La conca di Pian Canei
La conca di Pian Canei (15 febbraio 2017)
Le Alpi Liguri e Marittime viste dal Monte Sciguelo
Le Alpi Liguri e Marittime viste dal Monte Sciguelo (15 febbraio 2017)

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