San Bernolfo – Rocca di San Bernolfo – Colle di Seccia – Lago di San Bernolfo – San Bernolfo

Caratteristiche

Difficoltà: E/EE dal Colletto di San Bernolfo alla vetta; E il resto del percorso
Dislivello in salita: 1050 m circa fino alla vetta, 1230 m circa l’intero anello
Tempo: 2.45 – 3.15 ore fino alla vetta, 6 – 7 ore l’intero anello
Ultima ricognizione: Luglio 2022

Seguendo un vecchio sentiero militare, si risale il vallone sospeso del Chiot della Roccia fino al Colletto di San Bernolfo, da cui velocemente si sale alla cima omonima. Fino al colletto, il percorso non presenta alcuna difficoltà, e, grazie alla pendenza molto regolare del sentiero militare, non è neanche faticoso. La deviazione dal colletto alla vetta è un po’ più impervia e richiede un minimo di attenzione. Si propone poi un ritorno ad anello di ampio respiro, passando dai laghi di Seccia, di Collalunga e di San Bernolfo. Lungo il percorso si trovano numerosissimi resti di opere militari, facenti parte del Vallo Alpino realizzato tra le due guerre mondiali.

Accesso

Da Cuneo si sale a Borgo San Dalmazzo, da cui si seguono le indicazioni per la Valle Stura. Si superano i paesi di Demonte e Vinádio, poi si imbocca a sinistra la diramazione per Bagni di Vinádio. Qui si gira a sinistra lungo la stradina che risale il Vallone dei Bagni; lasciata a sinistra la diramazione per Callieri, gli ultimi tornanti conducono a San Bernolfo. Si parcheggia presso l’ultimo tornante prima delle case (quota 1655).

Salita

Dal tornante prende origine una strada sterrata che attraversa il Torrente Corborant su un ponticello. Procedendo in dolce discesa, si passa accanto alla Fontana di Santo Stefano, quindi si giunge ad un bivio (quota 1630 circa). Si gira a destra lungo una strada ex-militare che si innalza con alcuni tornanti in un bel bosco di conifere (possibili scorciatoie). Usciti dal bosco, la sterrata taglia in diagonale passando accanto ad un edificio in rovina e giunge al Rifugio De Alexandris-Foches al Laus (1905 m).

Noto colloquialmente come Rifugio del Laus, è una costruzione a due piani posta nei pressi del Colletto del Laus, ricavata da un precedente edificio militare. Il rifugio originario venne realizzato nel 1950, per poi essere ristrutturato nel 1999. Di proprietà del CAI di Savona, è dotato di 18 posti letto e svolge servizio di alberghetto nel periodo estivo.

La stradina prosegue in salita giungendo in breve al Colletto del Laus (1927 m), affacciato sulla conca del Lago di San Bernolfo; presso il colle sorgono altri edifici militari in rovina. Si abbandona la stradina, che scende al lago, per piegare bruscamente a destra. Si imbocca un sentiero militare che sale in diagonale verso nord-ovest, effettuando un ampio semicerchio sopra al rifugio. Con numerosi tornanti tra radi larici, il sentiero rimonta un ripido gradino ed entra nel vallone sospeso del Chiot della Roccia, sovrastato dalla Rocca e dalla Guglia di San Bernolfo. Attraversato un ripiano, si riprende a salire con altri tornanti; il sentiero si allontana dal fondo del vallone, caratterizzato da gigantesche pietraie, per tenersi alla base dei dirupi sul versante sinistro idrografico. Salendo con pendenza regolare, si passa sotto ad alcuni notevoli denti rocciosi, quindi si costeggiano le verticali pareti della Guglia di San Bernolfo. Più in alto il sentiero piega a destra e si infila in un ripidissimo canalino; gli ultimi tornanti sorretti da muretti a secco guidano al Colletto di San Bernolfo (2565 m), posto tra la Rocca e la Guglia di San Bernolfo.

Da qui è consigliabile la breve deviazione alla Guglia di San Bernolfo (2601 m). Si gira a destra su un sentierino marcato da segnavia rossi, che taglia in piano poco sotto al filo di cresta e guida alla base della slanciata cuspide sommitale. Una ripidissima ma breve salita guida alla croce di vetta (difficoltà: E/EE, 10 minuti dal colletto).

Si abbandona la mulattiera militare, che scende nel Vallone di Seccia, e si piega a sinistra imboccando la via normale alla Rocca di San Bernolfo (segnavia rossi). Si scende brevemente per aggirare uno spuntone roccioso, quindi ci si riporta nei pressi della cresta. Il sentiero sale ripido in diagonale, tenendosi qualche metro a destra del filo sullo scosceso versante sud-ovest. Superato un elementare gradino roccioso, si guadagna una spalla detritica poco sotto alla vetta. Da qui si può seguire il sentiero segnalato che effettua un giro più lungo a sinistra, oppure salire direttamente senza difficoltà alla cima della Rocca di San Bernolfo (2682 m; 2.45 – 3.15 ore da San Bernolfo).

Ritorno ad anello

Ridiscesi al Colletto di San Bernolfo, si prende a sinistra il sentiero militare che si abbassa con lunghi tornanti nel Vallone di Seccia. Dapprima il versante è erboso, poi bisogna attraversare una fascia rocciosa che lo interrompe, dove un brevissimo tratto franato è attrezzato con catena. A quota 2420 circa, la discesa termina: il sentiero taglia in orizzontale, poi riprende finalmente a salire sul fianco destro idrografico del vallone. Si raggiunge il fondovalle in corrispondenza di una selvaggia conca detritica. Da qui, una breve salita porta al solitario Lago di Seccia (2493 m).

Il lago, esteso per circa 5900 mq e poco profondo, occupa il fondo di un bel circo glaciale. Presenta una forma irregolare, che si modifica a seconda del livello acqueo: può capitare che a fine stagione si riduca ad una pozzanghera. Riguardo al toponimo, comune al sottostante vallone, vi sono due interpretazioni: potrebbe indicare un luogo secco e arido, oppure avere il significato di “catino” o “secchio”.

La mulattiera contorna il lago a destra, quindi prende quota con altri tornanti tra erba e rocce. Si lascia a destra una diramazione per la Cima di Collalunga e si raggiunge subito il Colle di Seccia (2560 m).

Si tratta di una sella erbosa che separa il Vallone di Seccia dalla conca dei Laghi di Collalunga. Vi transita il confine di stato Italia-Francia, che in questo tratto non segue lo spartiacque principale alpino, ma devia sul versante della Valle Stura per contornare i Laghi di Collalunga (oggi in territorio francese).
Con una deviazione a sinistra sulla dorsale di erba e pietrame, tra ruderi di postazioni militari e reticolati, si può salire alla Cima Tommy (2614 m; 10 minuti circa). La vetta, sormontata da una croce, è dedicata a Thomas “Tommy” Benedetto di Monteu Roero, mancato a soli 12 anni. Mancando un nome ufficiale, prima della dedica la montagna era informalmente nota come Cima di Seccia. Offre un bel panorama su monti e valli circostanti, in particolare sui Laghi di Collalunga e sul Lago di San Bernolfo.

Sul valico si trova un bivio, dove si va a sinistra; il sentiero attraversa il valico e taglia il versante sud della Cima Tommy con brevi saliscendi, offrendo bei panorami sui Laghi di Collalunga. Raggiunto il contrafforte sud della Cima Tommy, lo si discende con alcuni tratti ripidi. Si raggiunge quindi un colletto (2470 m circa) poco sopra al più alto dei Laghi di Collalunga.

Scendendo brevemente a destra si possono raggiungere i due Laghi di Collalunga (Lacs de Colle Longue). Si tratta di due specchi d’acqua dalla forma ellittica, situati in una conca sospesa alla testata del Vallone di Collalunga. Questa conca, originariamente italiana, venne ceduta alla Francia negli anni ’80, a seguito delle lunghissime trattative originatesi dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Il lago superiore (2453 m) si estende per circa 4200 mq, mentre il lago inferiore (2429 m) è molto più vasto (circa 20000 mq). Tuttavia i due laghi, specialmente l’inferiore, sono soggetti a notevoli variazioni di livello. Immissari ed emissari si attivano solo nei momenti di massima piena.

Il sentiero segnalato si sposta a sinistra, evitando i Laghi di Collalunga ed affacciandosi sul sottostante Vallone di Collalunga. Una breve discesa porta presso i ruderi di alcune postazioni militari (2418 m).

A valle del piazzale che fronteggia la casermetta principale, si trova un curioso pulpito a forma di prua di nave, proteso verso il fondo del Vallone di Collalunga. Il motivo della costruzione di questa struttura rimane dubbio. Le storie locali vorrebbero che fosse stato realizzato in concomitanza con l’arrivo in valle di Mussolini, che da lì avrebbe arringato i soldati della guardia di frontiera.

Si percorre tutto il piazzale davanti alla casermetta principale e ci si congiunge con la stradina sterrata ex-militare che sale dal Lago di San Bernolfo ai Laghi di Collalunga. Si piega a sinistra e si segue la sterrata in discesa, percorrendo il fondo del Vallone di Collalunga con numerosi tornanti; a tratti, i segnavia portano su scorciatoie che permettono di tagliare le curve più lunghe. Procedendo tra dossi di erba e pietrame, si contorna dall’alto la conca del Lago di Mezzo (2293 m).

Il bel laghetto occupa un piccolo terrazzo sorretto da una balza rocciosa. Di forma triangolare, si estende per circa 4500 mq. Da esso prende origine il corso d’acqua principale del Vallone di Collalunga, che alimenta il Lago di San Bernolfo.

Lasciato a sinistra il Lago di Mezzo, sono nuovamente possibili due alternative: si segue fedelmente la sterrata che prosegue con ampi tornanti, oppure si sfruttano le scorciatoie indicate dai segnavia bianco-rossi. Man mano che si va avanti, in direzione del ben visibile Lago di San Bernolfo, la pendenza del vallone diminuisce, e la sterrata diventa quasi rettilinea. Lasciata a destra la diramazione per il Colle della Guercia, si attraversa la piccola piana alluvionale che precede il Lago di San Bernolfo (1908 m).

Localmente noto come “il Laus” (cioè “il lago”), è un lago piuttosto esteso (circa 23000 mq), situato in una bella conca di origine glaciale. A valle è chiuso da un rilievo roccioso, che obbliga l’emissario a deviare verso nord-est e ad inforrarsi. A monte del lago si estende una piana alluvionale, in cui l’immissario si ramifica in un piccolo delta.

La stradina costeggia il lago sulla sponda sinistra, poi si innalza con due tornanti per raggiungere il Colletto del Laus (1927 m). Da qui, seguendo il percorso dell’andata, si ritorna a San Bernolfo.

Il Rifugio De Alexandris-Foches al Laus
Il Rifugio De Alexandris-Foches al Laus (24 luglio 2022)
Il selvaggio vallone del Chiot della Roccia
Il selvaggio vallone del Chiot della Roccia (24 luglio 2022)
La Rocca di San Bernolfo vista dalla Guglia
La Rocca di San Bernolfo vista dalla Guglia (24 luglio 2022)
La croce di vetta della Rocca di San Bernolfo
La croce di vetta della Rocca di San Bernolfo (24 luglio 2022)
Il Lago di Seccia visto dal colle omonimo
Il Lago di Seccia visto dal colle omonimo (24 luglio 2022)
Scorcio del Lago di San Bernolfo
Scorcio del Lago di San Bernolfo (24 luglio 2022)

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