Colle dei Giovetti – Bocchetta di Vétria – Monte Sotta

Caratteristiche

Difficoltà: E
Dislivello in salita: 390 m circa
Dislivello in discesa: 100 m circa
Tempo: 1.30 – 1.45 ore
Ultima ricognizione: Luglio 2022

Piacevole camminata per i folti boschi del crinale tra Tánaro e Bórmida. Si svolge quasi interamente su comode strade sterrate, e non presenta alcuna difficoltà. Fa eccezione l’ultimo tratto di salita, dove sono possibili due varianti: la prima ricalca il sentiero originale, che però in alcuni punti è cancellato dai tronchi caduti; la seconda invece aggira i tratti difficoltosi, ma prevede un breve segmento fuori sentiero.

Accesso

a) Usciti dall’autostrada a Millesimo, si seguono le indicazioni per Calizzano e Bardineto, imboccando la strada che risale la Val Bórmida. Superate le varie frazioni di Murialdo, si svolta a destra (indicazioni per Massimino, Bagnasco e Ceva) e si sale al Colle dei Giovetti.
b) Si esce al casello autostradale di Ceva e si gira a destra lungo la strada che risale la Val Tánaro. Giunti a Bagnasco si gira a sinistra salendo a Massimino e al Colle dei Giovetti (916 m).

È una profonda sella che separa il Monte Giovetti dal Bric Zotte. Il punto di valico non si trova sullo spartiacque tra Tánaro e Bórmida, ma su un contrafforte secondario che si spinge interamente in Val Bórmida. La strada provinciale valica lo spartiacque Tánaro-Bórmida circa 800 m più a nord, a quota 896, presso l’ex Albergo-Ristorante Belvedere.

Itinerario

Sul lato ovest della strada, si imbocca una sterrata in dolce salita (segnavia: croce gialla; indicazioni per Baraccone, Colletto del Monte Sotta e Garessio). Si passa sotto ad una casa diroccata e ad una piccola cava abbandonata, quindi si taglia in dolce salita il versante sud-est del Bric Giovetti. Alcune rampe più ripide conducono sullo spartiacque tra Tánaro e Bórmida (quota 985). Effettuato un breve saliscendi, la sterrata passa sul versante del Tánaro, e giunge sul fondo della valletta del Rio Pari. Si trascura una diramazione che scende a destra e si rimonta la vallecola fino al Baraccone (993 m).

Si tratta di una grande costruzione in rovina. Poco oltre, sulla destra, si nota un’ampia dolina a fondo piatto, in parte nascosta dal fitto bosco che la ricopre. Nei pressi si aprono anche alcune grotte, la cui percorrenza è riservata a speleologi esperti.

Lasciata a destra una diramazione, si prosegue in dolce salita lungo la sterrata principale. Presto si giunge ad un bivio dove si va a sinistra; seguendo sempre la sterrata principale, si effettua un ampio tornante e si guadagna l’ondulato Pian di Lisa (quota 1070 circa), coperto da una bella faggeta.

Sulla destra della pista sono visibili alcune buche. Si tratta di resti di trinceramenti piemontesi risalenti alla fine del XVIII secolo, quando in questa zona si svolsero combattimenti contro l’esercito di Napoleone.

Contornando la cima del Monte Bocchetta, si doppia un contrafforte, quindi si scende in diagonale fino alla Bocchetta di Vétria (1014 m), crocevia di sterrate. Qui si presentano due possibilità.

a) Seguendo la croce gialla (qui poco evidente) si gira a sinistra e poi subito a destra, lungo la pista di esbosco che sale lungo il crinale. La pista si sposta poi a destra e termina; una breve salita a sinistra riconduce sullo spartiacque, percorso da un sentierino poco evidente. Procedendo nel bosco, ora sul crinale, ora sul versante sinistro, si passa accanto ad un torrione roccioso. Usciti in una zona di bosco diradato, si trova un bivio; si sale a destra su una pista che porta su una spalla panoramica (quota 1115).
Si prosegue lungo la pista principale per alcune decine di metri, poi si imbocca a destra una diramazione che sale più ripida, tra arbusti e radi alberi. Si scavalca una spalla (1181 m) e si entra nel bosco, procedendo su traccia poco marcata. Aggirati sulla destra alcuni tronchi caduti, si ritorna sul crinale e si scavalca un’altra gobba. Oltrepassato un faggio plurisecolare, la strada è irrimediabilmente sbarrata dai tronchi caduti. Si gira a destra fuori sentiero e, tagliando in piano, si attraversa una macchia di abeti. Giunti sul fondo di un avvallamento svasato si svolta a sinistra e lo si risale fino al culmine; sulla destra si innalza la cima del Monte Sotta (1207 m), mentre a sinistra, in pochi passi, si è sulla spalla dove sorge la croce (1203 m).

b) Si abbandonano i segnavia e si segue la sterrata di destra, che taglia in lievissima discesa sul versante del Tánaro. Dopo alcune centinaia di metri, si piega a sinistra in salita e si passa accanto alla Fontana Lovera (quota 1100 circa). Poco più avanti, la strada curva a destra e attraversa un avvallamento. In questo punto la si abbandona, per imboccare a sinistra una pista di esbosco che sale lungo il fondo del valloncello.

In quest’area (segnata come “Baraccone” sulla carta IGM degli anni ’30) si trovano i pochi resti delle postazioni militari napoleoniche, risalenti alla fine del XVIII secolo.

Quando la pista termina, si procede dritti in direzione sud, assecondando il fondo del valloncello. Al suo culmine si sbuca sulla cresta sommitale del Monte Sotta: a destra si trova la vetta (1207 m), mentre a sinistra la spalla che reca la croce (1203 m).

Il Baraccone
Il Baraccone (10 luglio 2022)
La sterrata nella faggeta del Pian di Lisa
La sterrata nella faggeta del Pian di Lisa (10 luglio 2022)
Panorama verso l'alta Val Bórmida di Millesimo dai pressi della vetta
Panorama verso l’alta Val Bórmida di Millesimo dai pressi della vetta (10 luglio 2022)

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