Quinto al Mare – Monte Moro – Monte Fasce
Caratteristiche
Difficoltà: E
Dislivello in salita: 820 m circa
Tempo: 2.15 – 2.30 ore
Ultima ricognizione: Novembre 2020
È il percorso più bello ed elegante per salire sulla panoramica vetta del Monte Fasce. Si segue il ripido e aereo contrafforte sud della montagna, posto tra i valloni del Rio San Pietro e del Rio di Nervi. Lungo la strada si attraversano ambienti rupestri selvaggi di grande suggestione.
Accesso
a) Dalla stazione ferroviaria di Genova Brignole si prende l’autobus n. 17 e si scende all’altezza del cimitero di Quinto al Mare (fermata Europa 14/San Pietro).
b) Dalla stazione ferroviaria di Genova Quinto al Mare si percorre a piedi verso destra via Fabio Filzi che, dopo essere passata sotto la ferrovia sale a congiungersi a Corso Europa. Si va verso destra e, superati un convento e un campeggio, si raggiunge il cimitero di Quinto al Mare (32 m).
Itinerario
Il percorso è stato segnalato con una T rossa rovesciata dai volontari della FIE. S’imbocca la stradina che costeggia il cimitero di Quinto e, giunti al suo termine, si prosegue dritti su un sentiero che sale dolcemente. Si lascia a sinistra una diramazione e subito si prende quota con due tornanti. Poco dopo si abbandona il sentiero principale per imboccare il ramo di destra che sale più decisamente, con belle vedute sulla valle del Rio San Pietro. Giunti ad un altro tornante si trascura il sentiero che si stacca a sinistra e, superando una costruzione in rovina, si giunge ad una piazzola panoramica. Si sale con altre svolte, trascurando una diramazione indicata come percorso MTB: con alcuni tratti scalinati si raggiungono i ruderi di alcune batterie militari (quota 180 circa).
Si tratta di bunker, garitte e postazioni antiaeree in rovina, risalenti alla seconda guerra mondiale.
Il sentiero segnalato prosegue in salita ora più ripida, superando una piazzola e un’altra costruzione in rovina, poi entra in una macchia di lecci dove incontra una stradina asfaltata. Si segue quest’ultima verso sinistra per pochi metri, poi si riprende a destra il sentiero, che sale fino ad un incrocio. Lasciata a sinistra una stradina sterrata, si continua dritti lungo il sentiero segnalato, che contorna la cima del Monte Moro prima sul versante meridionale e poi sul versante orientale. Si guadagna quindi la sella a monte (quota 399), dove si incontra l’asfalto.
La vetta del Monte Moro (408 m) può essere raggiunta con una breve deviazione a sinistra. In cima si trovano un ripetitore e ruderi di altre installazioni militari; fino agli inizi del XX secolo erano visibili i resti di un telegrafo aereo a segnali, che metteva in comunicazione Genova con tutti i paesi della riviera (vedi Dizionario delle strade di Genova, pag. 1231). Il nome del monte deriva dalla presenza dei pini, che donano a questo tratto del contrafforte un colore più scuro rispetto ai pendii erbosi circostanti.
Superato un piazzale-parcheggio panoramico, si tiene la destra, abbandonando la stradina asfaltata ed imboccando il sentiero che segue il crinale. Si oltrepassano gli edifici isolati dell’Eremo di Santa Chiara, poi si sale decisamente lungo il ripido costone, costeggiando un muretto a secco. Costeggiando una macchia di pini, si rimonta una ripida rampa, poi si contorna sulla sinistra un’altra postazione militare abbandonata. Il sentiero percorre ora un tratto di cresta in dolce salita, con ampi panorami sul golfo di Genova; quando la cresta s’impenna di nuovo, si trova un bivio.
I segnavia più recenti vanno a sinistra, su un sentiero che sale in diagonale per prati evitando il dosso della Costa di Monte Moro, e ritorna in cresta presso la selletta a monte. È tuttavia più bello seguire il vecchio percorso, ormai dismesso, che si mantiene sul filo del panoramicissimo costone.
Si lasciano temporaneamente a sinistra i segnavia e si prosegue lungo il crinale, effettuando una ripida salita e guadagnando il dosso della Costa di Monte Moro (575 m), dove si trovano altri ruderi. Si scende brevemente lungo la cresta assai aerea, quindi si raggiunge la selletta a monte (562 m).
Sulla sinistra ha inizio un sentierino che scende in diagonale, e che in circa 5 minuti porta alla piccola grotta detta Pertuzo do Cantè. La grotta, chiusa da un cancelletto, è percorsa da un ruscello, che viene captato per rifornire la fonte adiacente (Aegua do Pertuzo). Nei periodi di piena, non tutta l’acqua viene captata, e dalla grotta fuoriesce un impetuoso ruscelletto.
Dal Pertuzo do Cantè, il sentiero prosegue in piano, attraversando i valloni che incidono il versante sud-ovest del Monte Fasce. In una ventina di minuti si raggiunge la strada provinciale che collega Apparizione al Monte Fasce, nei pressi della Trattoria del Liberale.
Si attacca un’altra ripida salita, risalendo un avvallamento ghiaioso compreso tra due roccioni affioranti. Poco a monte, a quota 610 circa, si lascia a sinistra una diramazione segnalata con tre pallini rossi, diretta alla Trattoria del Liberale, e si incontra un poco evidente sentiero proveniente dalla Val di Nervi. Con alcune strette svolte, si giunge su uno spallone dove si trova una casetta (località Prè de Ferretti, 695 m); qui il contrafforte diventa meno pendente. Si prosegue sull’ampio crestone erboso, superando alcuni ruderi e dirigendosi verso i grandi ripetitori che coprono la vetta del Monte Fasce. Si aggirano sulla destra le prime antenne, poi si risale una ripida rampa cementata; superata una catena, si confluisce in una stradina asfaltata, che s’innalza fra i ripetitori fino alla croce di vetta del Monte Fasce (832 m).
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