Pieve di Zignago – Monte Castellaro – Monte Dragnone – Pieve di Zignago
Caratteristiche
Difficoltà: E
Dislivello in salita: 490 m circa
Tempo: 2.30 – 3.15 ore (intero anello)
Ultima ricognizione: Marzo 2023
I monti Dragnone e Castellaro sono due cime costituite da rocce ofiolitiche che si innalzano sullo spartiacque tra il vallone del Torrente Mangia e il vallone di Rocchetta di Vara. Sulla vetta del Monte Castellaro si trovano i resti di un antichissimo insediamento fortificato; il Monte Dragnone, facilmente riconoscibile anche da lontano, è più alto e panoramico, e sulla sua cima si trova una chiesetta. Partendo da Pieve di Zignago, si possono visitare le due cime con un piacevole percorso ad anello.
Accesso
Si esce al casello di Brugnato-Borghetto Vara dell’autostrada Genova-Livorno e si gira a destra per Brugnato. Attraversato il paese, si prosegue sulla strada principale che porta a Rocchetta di Vara. Continuando dritti, si sale a Pieve di Zignago (628 m).
Pieve è la sede del comune sparso di Zignago. È situata su un’ampia sella dello spartiacque tra i torrenti Mangia e Gravegnola, tra il Monte Zignago e il Monte Dragnone.
Itinerario
Dal crocevia sul crinale a Pieve di Zignago, si imbocca una stradina asfaltata (segnavia 141) che sale verso nord-est passando accanto ad alcune villette e offrendo una bella vista sul Monte Góttero. La strada diventa sterrata, entra nel bosco e sale sul lato sinistro del contrafforte.
Ad un certo punto si nota sulla destra un grosso masso, noto come Zampa du Diavu. Secondo la leggenda, un tempo le anime dei beati si riunivano a danzare sulla cima del Monte Dragnone. Il diavolo, infastidito, tirò allora una zampata sul monte, causando le frane che ne squarciano i versanti. L’impronta del diavolo sarebbe conservata su questo masso: in effetti, le pieghe negli strati di diaspro sembrano riprodurre un’enorme zampa.
Giunti ad un bivio presso un’area ginnica (quota 747), si abbandona la sterrata per imboccare a sinistra una diramazione che aggira a nord-ovest il Monte Dragnone. Doppiato un contrafforte, la pista si restringe a sentiero, che scende ripido per contornare una balza di rocce scure. Si taglia in piano tra erba e detriti, fino all’impluvio tra i monti Dragnone e Castellaro. Qui il sentiero piega a destra e rientra nella pineta. Innalzandosi con alcune svolte, si sbuca alla Foce del Castellaro (863 m), dove sorge una cappelletta. Lasciando a destra una sterrata, si prosegue a sinistra lungo il sentiero segnalato, che sale dolcemente tra erba e massi affioranti. Raggiunto un bivio si trascura il sentiero principale che taglia verso le Case Castellaro per deviare a sinistra; la diramazione procede tortuosamente tra rocce affioranti fino alla cima del Monte Castellaro (945 m; 1.15-1.30 ore da Pieve di Zignago).
Si ritorna alla Foce del Castellaro e, in corrispondenza della cappelletta, si imbocca una mulattiera scalinata (via crucis) che sale ripidamente tra i pini sul contrafforte nord del Monte Dragnone. La mulattiera diventa sentiero e si inerpica con stretti tornanti, affacciandosi sul ripidissimo e detritico versante sud della montagna. Si piega a destra e, attraversato un cancello, si arriva sull’ampia cima cima del Monte Dragnone (1007 m; 35-45 minuti dal Monte Castellaro).
Si imbocca la stradina sterrata che scende lungo il versante opposto, attraversando un cancello e rientrando nella pineta. Si toccano le pareti rocciose del versante nord, poi si piega a sinistra e si scende nel bosco fino a ricongiungersi al percorso dell’andata presso il bivio di quota 747. Da qui si ritorna in breve a Pieve di Zignago.
Torna a: Appennino Spezzino