Fiorino – Case Seuggi – Passo della Cerusa – Monte Réixa – Case Seuggi – Fiorino
Caratteristiche
Difficoltà: E/EE
Dislivello in salita: 1000 m circa
Tempo: 5.30 – 6.30 ore (intero anello)
Ultima ricognizione: Novembre 2020
L’alta Val Cerusa, e in particolare il vallone del Rio Gardunea, è forse l’angolo più selvaggio e severo del comune di Genova: esposto a nord, ombroso, sovrastato da vertiginosi spuntoni e canaloni rocciosi. Il percorso di salita segue un’antica mulattiera ormai in disuso che taglia il fianco destro idrografico del vallone, permettendo l’accesso diretto da Fiorino al Passo della Cerusa. La discesa, invece, si svolge lungo il panoramicissimo crestone che divide l’alta Val Cerusa dal vallone del Rio Secco; non ci sono particolari difficoltà, se non alcuni tratti un po’ ripidi.
Accesso
a) In treno fino alla stazione ferroviaria di Genova Voltri, poi con l’autobus n. 97 fino a Fiorino.
b) In automobile si esce al casello di Genova Prà, poi si gira a destra, attraversando il centro di Voltri. Giunti all’estremità occidentale dell’abitato, subito prima del ponte sul Torrente Cerusa, si imbocca a destra la stradina che ne risale la valle terminando a Fiorino (239 m).
Il percorso da Fiorino al Passo della Cerusa era stato segnalato dalla FIE con un rombo rosso pieno. Tuttavia, da alcuni decenni è stato dismesso, e ufficialmente non viene più mantenuto. Nel tratto iniziale tra Fiorino e le Case Seuggi il segnavia è del tutto scomparso e, se la prima scorciatoia su sentiero si riesce a seguire, la seconda è irreperibile e bisogna seguire la stradina asfaltata. Dalle Case Seuggi in poi i segnavia, anche se molto vecchi, ritornano visibili.
Salita
Dalla piazza dove si trova il capolinea dell’autobus, si imbocca via dei Tartari, un viottolo asfaltato che scende in breve al sottostante Torrente Cerusa. Si attraversa il torrente su un ponticello metallico, quindi si prosegue lungo una mulattiera acciottolata che contorna a monte due case. Subito oltre la mulattiera termina: si piega a sinistra lungo un sentierino che passa accanto ad un’altra casetta, poi diventa più evidente ed entra nel bosco. Si risale un avvallamento, superando un grosso tronco caduto, quindi si sbuca su un ripianetto erboso.
Qui si gira a destra e si passa accanto ad un’altra casa, poi si piega a sinistra e, con una breve salita, si sbuca sulla stradina asfaltata che collega Fiorino alle Case Seuggi. Si segue la strada a destra per un centinaio di metri, poi si riprende a sinistra il vecchio sentiero, a tratti poco evidente, che permette di tagliare un lungo tornante. Ripresa la rotabile, la si percorre verso sinistra. Con un tornante, si giunge su un costone dove si trova un bivio; seguendo la diramazione di destra si giunge in breve alle Case Seuggi (o Case Soggi; 445 m).
Qui compaiono i primi segnavia “rombo rosso pieno”, vecchi e sbiaditi ma ben visibili; andranno seguiti fino al Colle Cerusa.
Al di là del gruppo di case, si sorpassa un cancelletto e si attraversa un prato. Oltrepassato un secondo cancelletto, si imbocca a destra la mulattiera segnalata, che attraversa un boschetto, poi taglia uno scosceso versante di erba e rocce con alcuni saliscendi. Si attraversa un altro cancelletto, quindi si sale dolcemente a mezza costa fino allo spallone erboso del Pian della Biscia (519 m), dove si trova un bivio.
Si lascia a sinistra il sentiero che sale verso il sovrastante crestone (lo si seguirà in discesa) e si continua dritti seguendo i segnavia ed entrando nell’aspra testata della Val Cerusa. L’ampio sentiero taglia un ripidissimo versante, passando alla base di tormentati dirupi e pareti rocciose; verso nord si apre uno spettacolare panorama sul fondovalle e sull’imponente Bric del Dente. Scavalcati alcuni costoncini con brevi saliscendi, si raggiunge l’isolato rudere della Casa Spravè (521 m).
Subito dopo si doppia un altro costone e si trova un bivio, dove bisogna seguire il ramo di sinistra. Il sentiero, a tratti ancora ben marcato, a tratti ridotto ai minimi termini, si addentra nel vallone del Rio Gardunea tra rocce affioranti, boschetti e ghiaioni. Con un passaggio malagevole si scende nell’alveo sassoso di un rio; lo si attraversa, quindi si risale un ripido costoncino di pietrame ritrovando la vecchia mulattiera. Dopo alcune centinaia di metri il sentiero si porta sul ramo principale del Rio Gardunea; se ne risale l’alveo per alcuni metri tra massi enormi, fino a trovare sulla destra il segnavia che indica l’imbocco del successivo tratto di sentiero.
Il sentierino sale con due tornanti in una pietraia, passando alla base di uno spettacolare pinnacolo roccioso, quindi attraversa un altro ruscello (quota 700 circa). Si entra in un bosco di piccoli noccioli e si guadagna velocemente quota effettuando numerose svolte. Giunti in un prato, si trova un bivio poco evidente; si sale a destra e, passati a monte di un roccione, si guadagna il ripianetto dove sorgono i ruderi delle Case Piccardo (873 m). Si imbocca sulla destra un ampio sentiero, che taglia in piano tra erba e arbusti offrendo bellissimi panorami fino a Genova. Entrati nel bosco, si sale dolcemente fino all’ampia sella del Passo della Cerusa (937 m; 2.30 – 3 ore da Fiorino), dove si incontra la strada provinciale del Faiallo.
Il Passo della Cerusa è una vasta sella coperta da prati e boschetti posta sullo spartiacque principale dell’Appennino Ligure; separa l’ampio rilievo del Bric Dato dal ben più individuato Bric del Dente.
Voltandosi a sinistra, si attraversa la strada asfaltata e si imbocca l’ampio sentiero dell’Alta Via dei Monti Liguri, che sale dolcemente tra boschetti e radure. Più in alto si riattraversa la rotabile e si prosegue salendo in diagonale in una bella faggeta. Tagliando un ripido versante, il sentiero sbuca nuovamente sull’asfalto in corrispondenza del Passo del Faiallo (1050 m).
Si tratta di un’ampia sella dello spartiacque principale appenninico, posta tra il Monte Réixa e gli ampi altopiani del Bric Dato. È l’unico passaggio naturale tra la Val Cerusa e la Valle Orba, importante fin dall’antichità: attraverso il Faiallo transitava la Via dell’Olba, una delle più importanti vie di collegamento tra i due versanti dell’Appennino Ligure. La strada asfaltata venne aperta nel 1972.
Il toponimo deriva molto probabilmente dal latino fagus, cioè faggio, con il suffisso -allo di carattere collettivo; significherebbe perciò “luogo di faggi”. Nei pressi del passo, sul versante che guarda la Valle Orba, si trova l’albergo-ristorante “La Nuvola sul Mare” (tel. 348.8829978), posto tappa AVML.
Si segue la strada asfaltata verso sud per alcune decine di metri, dirigendosi verso l’area picnic del Faiallo, quindi si riprende a sinistra il sentiero dell’AVML. Tagliando tra i faggi, si giunga in breve alla radura del Cian de Toe (1052 m), dove si trova un crocevia.
Volendo evitare di salire in vetta al Monte Réixa, si può seguire a sinistra il sentiero segnato con due cerchi rossi pieni, che porta direttamente al costone di San Gioachin.
Si piega a sinistra imboccando il sentiero segnalato con un quadrato rosso vuoto, una M bianca e due pallini blu. La larga traccia rientra nel bosco e corre prima in piano, poi piega a sinistra salendo ripido fino ad una radura dove si incontra un sentierino segnalato con tre punti rossi proveniente da sinistra (quota 1110). Il sentiero gira quindi a destra salendo dolcemente tra piccoli faggi fino a raggiungere nuovamente lo spartiacque in corrispondenza di un notevole spuntone roccioso. Si segue l’ampio crestone erboso verso destra superando una ripida rampa, e, lasciata a sinistra una stele, si percorre un ampio dorso erboso fino alla croce di vetta del Monte Réixa (1182 m; 3.15 – 3.45 ore da Fiorino).
Discesa
Si ritorna indietro lungo il sentiero dell’andata fino alla radura di quota 1110. Qui si imbocca a destra il sentiero segnalato con tre punti rossi, che rimonta il panoramico costone spartiacque tra le valli del Rio Secco e del Torrente Cerusa. In breve si giunge all’intaglio di San Gioachin (quota 1075), dove si incrocia il sentiero segnalato con due cerchi rossi pieni, che collega il Passo del Faiallo e il Passo della Gava. Lo si trascura e si continua dritti lungo il contrafforte, seguendo un sentierino segnalato con ometti di pietre. Si perde quota tra erba e rocce affioranti nei pressi del filo, con spettacolare panorama su Genova e sul mare. Oltrepassata una selletta il sentiero contorna la cima del Bric Riondo (992 m), raggiungibile con una brevissima deviazione.
Il Bric Riondo è la principale elevazione del contrafforte tra Rio Secco e Torrente Cerusa; la vetta è sormontata da una croce un po’ precaria, e offre una spettacolare vista frontale del versante sud del Bric del Dente.
Si prosegue in discesa più ripida, alternando traversi e stretti tornantini e tenendosi prevalentemente sul versante meridionale. Oltre un’altra insellatura, il sentierino aggira un dosso con croce (Monte Domenico Scarcella; 841 m) sul versante meridionale. Si passa accanto ad un curioso riparo sotto roccia e si ritorna nei pressi del filo di cresta. In breve si raggiunge il Pian Torre (742 m), oltre il quale il contrafforte diventa nettamente più ripido. Seguendo gli ometti, si perde rapidamente quota tra rocce affioranti con percorso malagevole, aggirando i tratti più impervi sul versante meridionale. Più in basso, il sentiero si sposta sul versante settentrionale, poi scende per ampi prati fino allo spallone del Pian della Biscia. Qui si ritrova il sentiero segnalato con il rombo rosso pieno seguito all’andata, e, rimontandolo a ritroso, si ritorna alle Case Seuggi e a Fiorino (2.15-2.45 ore dal Monte Réixa).
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