Chionea – Colla di Chionea – Pizzo d’Ormea

Caratteristiche

Difficoltà: E/EE
Dislivello in salita: 1380 m circa
Tempo: 4 – 4.30 ore
Ultima ricognizione: Ottobre 2016

È la via più frequentata per salire al Pizzo d’Ormea, lievemente più corta rispetto a quella che sale da Quarzina, ma con un po’ più di dislivello. Si segue la lunghissima Costa Valcaira per sentieri poco evidenti, quindi si risale il picco sommitale della montagna per facili rocce. A circa due terzi dell’escursione si trova una breve deviazione che porta al Rifugio Valcaira, utilizzabile come punto d’appoggio.

Accesso

a) Dal casello autostradale di Ceva si risale la Val Tànaro (direzione Imperia) fino a Ormea. Qui si gira a destra lungo la stretta rotabile che sale a Chionea.
b) Dal casello autostradale di Imperia si segue la superstrada in direzione Torino, scavalcando poi il Colle di Nava ed entrando in Val Tànaro. Giunti a Ormea si gira a sinistra e si sale a Chionea (1102 m).

Secondo Padre Ignazio Pellazza il toponimo (dialettale Ciunèa) deriverebbe da “cian”, a indicare i dolci declivi su cui è adagiato il paese, contrapposti ai ripidi versanti dei monti circostanti (vedi Saggio di toponomastica ormeese, pag. 113).

Itinerario

Dalla chiesa del paese si continua a salire lungo la stradina asfaltata, che termina subito a monte dell’ultimo gruppo di case. Si imbocca a destra una rampa cementata (segnavia A17), che presto si trasforma in carrareccia acciottolata e sale dolcemente tra fasce terrazzate e radi alberi. Si giunge in breve alla Colla di Chionea (1223 m), dove si trova un crocevia.

Un tempo questo valico poco marcato era una frequentata via di comunicazione tra Chionea e Valdarmella, posta ai piedi della Cima Ciuaiera.

Si trascura la mulattiera principale per imboccare a sinistra un sentierino che risale il costolone sovrastante, in direzione degli appicchi rocciosi delle Rocche Butti. Si procede prima sul filo del contrafforte, tra erba, rocce e radi alberi, poi si taglia sul versante sinistro per aggirare alcuni spuntoni rocciosi (attenzione ad un breve traverso su roccette). La salita poi continua, a tratti ripida, con brevi svolte nei pressi del contrafforte, fino ad una selletta pianeggiante dove si trova un abbeveratoio (quota 1510 circa). Oltre la spianata ha inizio una carrareccia inerbita; i segnavia invece risalgono più a destra, più vicini al filo di cresta (traccia praticamente assente).
Seguendo i segnavia si rintraccia un sentierino più evidente, che poi si perde nel pendio erboso. Si taglia quindi dritti fino ai piedi dello spuntone roccioso successivo e si ritrova la traccia, che taglia a sinistra tra enormi massi ai piedi delle rocce. Con una ripida salita ci si riporta sul contrafforte, quindi si aggirano i due dossi successivi: il primo sul versante destro, il secondo sul versante sinistro. Si giunge così alla selletta ai piedi della Costa Valcaira (1821 m), l’ultimo tratto del costolone che sale verso l’evidente vetta del Pizzo d’Ormea. Si scavalca una gobba di pietrame, poi si incrocia un sentiero pianeggiante e si sale ripidamente tra erba e sassi fino ad un bivio (quota 1950 circa).

Il sentierino di sinistra guida in pochi minuti di cammino al piccolo Rifugio Valcaira (1987 m), di proprietà del CAI di Mondovì. Inaugurato nel 1977, il rifugio è in genere chiuso, e le chiavi sono disponibili presso il bar “dell’Olmo” a Ormea. Il locale principale è dotato di 18 posti letto, locale cucina e acqua corrente. C’è poi un piccolo locale secondario, sempre aperto, che dota di 3 ulteriori posti letto.

Si prosegue risalendo direttamente il dosso sovrastante, quindi si lascia a sinistra un’altra diramazione per il Rifugio Valcaira e si continua su un sentierino più evidente. Con qualche tornante ci si porta sul dosso successivo, dove si trova un’altro bivio (quota 2204).

Il sentiero di destra conduce in qualche decina di minuti all’appartata conca dove giace il bellissimo Lago del Pizzo (2073 m). Il piccolo bacino di origine glaciale è sovrastato direttamente dalla severa parete nord-est del Pizzo d’Ormea.

Si prosegue dritti lungo il costolone, arrivando in breve alla base dell’ultimo dosso della cresta. Il sentiero si inerpica con strette svolte tra erba e detriti, quindi taglia sul ripido versante settentrionale per evitarne la sommità, su cui sorge un grande pannello ripetitore. Si giunge quindi alla selletta subito a monte (quota 2350 circa), posta proprio alla base del cono sommitale del Pizzo d’Ormea. Trascurando il sentiero che lo aggira a sinistra, si sale con ripide svolte tra erba e rododendri, raggiungendo le roccette sommitali. Si risale un canalino roccioso, angusto ma breve e facile (oltretutto attrezzato con corda fissa), quindi si attraversa un canalone che precipita vertiginoso sul sottostante Lago del Pizzo. In breve ci si sposta sul versante opposto, e, sfruttando le ripide rampe erbose tra le rocce, si sbuca sulla vetta del Pizzo d’Ormea (2476 m), su cui si trovano una croce metallica ed una tavola d’orientamento.

Il Rifugio Valcaira
Il Rifugio Valcaira (5 ottobre 2016)
Risalendo l'ultima parte della Costa Valcaira
Risalendo l’ultima parte della Costa Valcaira (5 ottobre 2016)
Panorama verso est, con la catena della Cima Ciuaiera e dell'Antoroto
Panorama verso est, con la catena della Cima Ciuaiera e dell’Antoroto (5 ottobre 2016)
Panorama dalla vetta verso il Mongioie e le Alpi Marittime
Panorama dalla vetta verso il Mongioie e le Alpi Marittime (5 ottobre 2016)

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