PIZZO D’ORMEA – 2476 m
Settore: Alpi Liguri
Gruppo: Alpi del Marguaréis
Descrizione
Il Pizzo d’Ormea (2476 m) è la montagna più bella ed elegante delle Alpi del Marguaréis. Si innalza sullo spartiacque tra Tànaro e Corsaglia, e rappresenta l’ultima vetta veramente elevata dell’asse principale di questo gruppo montuoso, prima che la catena si abbassi gradualmente verso l’ampio valico della Colla dei Termini.
Proprio per questa sua posizione particolare, il Pizzo d’Ormea ha due caratteristiche uniche nella catena alpina. Prima di tutto, quando si guarda l’arco alpino da lontano (ad esempio dalle vette dell’Appennino o dalla costa ligure), il Pizzo sembra essere la “prima” cima delle Alpi, quella da cui prende l’inizio tutto l’arco. Inoltre, sempre per lo stesso motivo, il panorama che si osserva dalla vetta è insuperabile: verso est e sud-est non ci sono montagne di quote simili fino ai Monti Sibillini in Umbria, e la vista si apre sconfinata sulla Liguria, sul mare, sull’Appennino Ligure e Tosco-Emiliano, sulle Alpi Apuane, sull’arcipelago toscano e sulla Corsica, che si staglia sull’orizzonte.
A nord, vicinissima, si stende la Pianura Padana, con tutte le cittadine del Cuneese; ad ovest si innalzano i vicini crinali calcarei del Bric di Conoia, del Mongioie e della Cima delle Saline, oltre i quali l’arco alpino continua con le Marittime, curva con le Cozie (tra cui, come al solito, svetta il Monviso) e ancora con le Graie, le Pennine (con il gigantesco Monte Rosa) e così via fino alla Lombardia e, se si è fortunati, fino al Veneto.
La montagna si eleva proprio sopra al paese di Ormea, con una caratteristica forma conica che lo rende facilmente riconoscibile. La cima si presenta slanciata e maestosa, un appuntito groppo roccioso che sovrasta di un centinaio di metri i circostanti versanti in gran parte erbosi. Poco ad est sorge un’arrotondata anticima (2365 m), su cui sorge un pannello ripetitore. Ai piedi dei dirupi del versante nord, invece, si trova un’appartata conca di origine glaciale in cui giace il minuscolo Lago del Pizzo, vera e propria perla nascosta di colore azzurro intenso.
Il toponimo “pizzo”, abbastanza frequente sia nelle Alpi che negli Appennini, segnala proprio questa forma acuta della slanciata; nel territorio di Ormea la montagna è nota proprio come “il Pizzo”, in senso assoluto. Come succede spesso per vette eminenti e dalla forma elegante, il Pizzo d’Ormea era venerato dalle antiche genti liguri come montagna sacra. Secondo il Casalis, noto storico dell’Ottocento, la tribù dei Liguri Epanteri Montani riteneva che la vetta fosse la dimora del dio celtico Toutatis.
La vetta del Pizzo d’Ormea è accessibile da più versanti senza troppe difficoltà, ma sempre con marce abbastanza lunghe e faticose. Per questo, se non si è particolarmente allenati, conviene spezzare in due l’ascesa usufruendo del piccolo Rifugio Valcaira, edificato sul versante orientale della montagna nei pressi dell’omonimo costone.
Proprio per questa sua posizione particolare, il Pizzo d’Ormea ha due caratteristiche uniche nella catena alpina. Prima di tutto, quando si guarda l’arco alpino da lontano (ad esempio dalle vette dell’Appennino o dalla costa ligure), il Pizzo sembra essere la “prima” cima delle Alpi, quella da cui prende l’inizio tutto l’arco. Inoltre, sempre per lo stesso motivo, il panorama che si osserva dalla vetta è insuperabile: verso est e sud-est non ci sono montagne di quote simili fino ai Monti Sibillini in Umbria, e la vista si apre sconfinata sulla Liguria, sul mare, sull’Appennino Ligure e Tosco-Emiliano, sulle Alpi Apuane, sull’arcipelago toscano e sulla Corsica, che si staglia sull’orizzonte.
A nord, vicinissima, si stende la Pianura Padana, con tutte le cittadine del Cuneese; ad ovest si innalzano i vicini crinali calcarei del Bric di Conoia, del Mongioie e della Cima delle Saline, oltre i quali l’arco alpino continua con le Marittime, curva con le Cozie (tra cui, come al solito, svetta il Monviso) e ancora con le Graie, le Pennine (con il gigantesco Monte Rosa) e così via fino alla Lombardia e, se si è fortunati, fino al Veneto.
La montagna si eleva proprio sopra al paese di Ormea, con una caratteristica forma conica che lo rende facilmente riconoscibile. La cima si presenta slanciata e maestosa, un appuntito groppo roccioso che sovrasta di un centinaio di metri i circostanti versanti in gran parte erbosi. Poco ad est sorge un’arrotondata anticima (2365 m), su cui sorge un pannello ripetitore. Ai piedi dei dirupi del versante nord, invece, si trova un’appartata conca di origine glaciale in cui giace il minuscolo Lago del Pizzo, vera e propria perla nascosta di colore azzurro intenso.
Il toponimo “pizzo”, abbastanza frequente sia nelle Alpi che negli Appennini, segnala proprio questa forma acuta della slanciata; nel territorio di Ormea la montagna è nota proprio come “il Pizzo”, in senso assoluto. Come succede spesso per vette eminenti e dalla forma elegante, il Pizzo d’Ormea era venerato dalle antiche genti liguri come montagna sacra. Secondo il Casalis, noto storico dell’Ottocento, la tribù dei Liguri Epanteri Montani riteneva che la vetta fosse la dimora del dio celtico Toutatis.
La vetta del Pizzo d’Ormea è accessibile da più versanti senza troppe difficoltà, ma sempre con marce abbastanza lunghe e faticose. Per questo, se non si è particolarmente allenati, conviene spezzare in due l’ascesa usufruendo del piccolo Rifugio Valcaira, edificato sul versante orientale della montagna nei pressi dell’omonimo costone.
Vie d’accesso
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