Trescolli – Foce di San Rocchino – Monte Matanna – Foce del Crocione – Grotta all’Onda – Trescolli
Caratteristiche
Difficoltà: E
Dislivello in salita: 900 m circa
Tempo: 5 – 6 ore (intero anello)
Ultima ricognizione: Dicembre 2019
Percorso ad anello lungo e molto vario, che permette di salire al Monte Matanna dal versante sud. La salita si svolge inizialmente tra folti boschi, per poi sbucare nell’arido ambiente carsico dei pendii superiori del Matanna. Si perviene alla vetta seguendo la cresta sud-est, in parte rocciosa, ma priva di vere e proprie difficoltà. Il percorso di discesa è ben più lungo della salita, ma è molto interessante: dopo il panoramicissimo crinale verso la Foce del Termine, si perviene alla spettacolare Grotta all’Onda, da cui si ritorna a Trescolli seguendo il tracciato di un vecchio acquedotto.
Il percorso qui descritto viene fatto partire dalla località Trescolli, poco a monte di Cásoli. Volendo è possibile partire anche dal centro di Cásoli, seguendo il sentiero 106 all’andata e il sentiero 2 al ritorno. In questo caso, però, bisogna calcolare altri 150 m di dislivello in salita, e bisogna tagliare via la deviazione alla Grotta all’Onda, che allungherebbe troppo il percorso. Per questo, a mio parere, la partenza da Trescolli è preferibile.
Accesso
Si esce al casello autostradale di Viareggio-Camaiore, da cui, seguendo la SP1, ci si porta a Camaiore; seguendo le indicazioni per Cásoli si attraversa il paese, poi ci si porta alla frazione Lómbrici. Lasciata a destra la strada per Metato e a sinistra la diramazione per Greppolungo, si giunge a Cásoli, da cui si prosegue lungo la strada principale. Effettuato un tornante si raggiungono le case sparse della località Trescolli. Ad un certo punto la stradina inizia a salire ripidamente; si può parcheggiare in uno spiazzo presso il primo tornante (quota 540) oppure in altre piazzole situate più a monte lungo la stradina.
Il toponimo “Trescolli” è un’errata trascrizione di “tre scogli”. Il luogo è frequentato dagli arrampicatori, per la presenza delle sovrastanti falesie attrezzate del Tanaccio.
Salita
Si prosegue a piedi lungo la stradina asfaltata, indicata dai segnavia CAI 106, in ripida salita. Ad un certo punto, poco prima di una sbarra sulla sinistra, i segnavia abbandonano la strada per un sentiero che sale direttamente nel bosco. Il sentiero sbuca sulla rotabile (qui transito vietato eccetto autorizzati) a quota 612, presso l’incrocio con un antico acquedotto. Si segue brevemente la stradina principale in salita, fino ad un tornante dove si imbocca a sinistra il sentiero segnalato. Si sale decisamente tra boschetti e radure, passando accanto ad una croce. Seguendo sempre il sentiero principale, e trascurando alcune diramazioni poco evidenti, si giunge ad un bivio ai piedi di un muraglione. Si gira a destra, si costeggia brevemente il muro e, con una breve salita in un boschetto di conifere, si giunge alla Foce di San Rocchino (803 m).
Situata lungo lo spartiacque tra la valle del Vezza e la conca di Camaiore, quest’ampia sella separa il Monte Gevoli dal Monte di Croce. Sulla sella si trova la piccola Cappella di San Rocco, con un locale sempre aperto che può fungere da riparo in caso di maltempo.
Trascurando la strada sterrata che scende verso Pomezzana, si piega a destra (segnavia 3 e 121) ritornando sul versante affacciato sulla conca di Camaiore. L’ampia mulattiera taglia quasi in piano offrendo viste fino al Lago di Massaciuccoli e al mare; si passa poco sopra all’Agriturismo “il Paesaggio” e poi si rientra nella boscaglia. Aggirato un roccione sormontato da un paletto, il sentiero si riporta in cresta presso la Foce di Grattaculo (855 m).
La foce separa il modesto Monte di Croce dal ben più elevato Monte Matanna. Non è un valico storicamente importante, ma oggi è crocevia di sentieri segnalati.
Si prende a sinistra il sentiero 121, con indicazioni per il Rifugio Forte dei Marmi. Dopo un centinaio di metri si trova un altro bivio; si abbandona il sentiero segnalato e si imbocca a destra la diramazione con freccia per il Monte Matanna (qui indicato “EE”, ma in realtà non ci sono difficoltà). Il sentiero sale ripidamente in diagonale nel bosco, costeggiando alcuni roccioni, quindi effettua un tornante e si porta sul crinale sud-ovest del Matanna presso una sella pianeggiante (quota 1020 circa). Si piega a sinistra e si rimonta il crinale in ripida salita, tra radure molto panoramiche e piccoli boschetti. Ad un certo punto il sentiero abbandona il crinale e piega a destra, iniziando ad attraversare l’arido versante meridionale della montagna.
Volendo è possibile proseguire direttamente lungo la cresta (difficoltà: EE). In questo modo si incontrano alcuni risalti rocciosi moderatamente esposti da superare in facile arrampicata; il percorso è tuttavia decisamente più breve di quello “facile” descritto qui.
Il panoramicissimo sentiero taglia prima in piano, poi in diagonale tra magre erbe, rocce affioranti e ghiaioni; in ultimo si attraversa un cancelletto divelto e si sbuca sul costone detto Colle delle Prata (1135 m). Qui si incontra la “via normale” al Matanna, segnalata con tacche blu; si piega bruscamente a sinistra e si inizia a risalire la cresta sud-est della montagna, tra rocce affioranti. Presso i resti di una piccola cava, il crinale si fa più ripido e roccioso; superato questo tratto impervio tenendosi poco a destra, la salita ritorna comoda e porta al Monte Matanna (1318 m; 2 – 2.15 ore da Trescolli).
Discesa
Si ridiscende lungo la cresta sud-est della montagna fino al Colle delle Prata, da cui si prosegue dritti lungo il crinale, scavalcando o aggirando una piccola gobba. Con percorso molto panoramico, si raggiunge la Foce del Pallone (1088 m), dove si incontra un’ampia mulattiera. Poco più in basso si trova una cappelletta.
Il toponimo deriva da un’infrastruttura quantomeno particolare: una funivia percorsa da un pallone aerostatico, che attraversava il crinale apuano proprio in questo punto. Realizzata nel 1910, la funivia collegava Camaiore al rifugio-albergo Alto Matanna. Durò solo pochi mesi, prima di essere completamente distrutta da una tempesta.
Si continua dritti lungo la mulattiera, che sale brevemente per scavalcare un dosso, poi scende in diagonale fino ad un crinale panoramico. Qui si effettua un brusco tornante e si prende il sentiero che, tra erba, arbusti e radi alberi, scende alla Foce del Crocione (o Foce del Termine; 974 m).
Importante valico sul crinale apuano, tra il Monte Matanna e le alture circostanti il Monte Piglione. I due toponimi riflettono diversi aspetti: il “crocione” indica l’incrocio di sentieri e mulattiere; il “termine” invece si riferisce al fatto che, fino al 1847, qui passava il confine tra il Ducato di Lucca e il Granducato di Toscana.
Si gira a destra (segnavia 2) scendendo rapidamente in un avvallamento; entrati nel bosco si guada un piccolo rio, quindi si procede sulle sue sponde per alcune decine di metri. Ad un certo punto il bosco si apre e la valle si approfondisce di colpo con alcune belle cascatelle; il sentiero si allontana sulla destra con alcuni saliscendi, quindi taglia in diagonale tra rocce affioranti. La discesa prosegue poi tra boscaglia e arbusti, alternando traversi a brevi svolte. Si passa nei pressi di alcuni ruderi, quindi si piega decisamente a destra doppiando un costone; segue un lungo tratto a mezza costa quasi in piano. Quando la mulattiera piega nuovamente a sinistra, iniziando a scendere con una nuova serie di tornanti, la si abbandona per continuare dritti lungo un sentierino (indicazioni per la Grotta all’Onda; quota 675).
Seguendo la mulattiera principale, sempre indicata dal segnavia 2, si raggiunge il paese di Cásoli.
Il sentierino, privo di segnavia, continua a tagliare verso nord con alcuni saliscendi. Si costeggia una parete attrezzata per l’arrampicata, in cui si aprono alcune grotticelle, e si giunge nei pressi di una filiforme cascata. Si passa nei pressi di un roccione, quindi si sale brevemente verso destra e si trova la larga apertura della Grotta all’Onda (quota 700 circa).
Tra le principali cavità del territorio di Camaiore, la Grotta all’Onda è costituita da un’apertura larga e relativamente bassa, che dà accesso ad un vasto ambiente interno, facilmente visitabile ma privo di particolari concrezioni. La grotta riveste un ruolo importantissimo dal punto di vista archeologico: vi sono stati trovati resti di Ursus spelaeus (orso delle caverne) e numerosissimi reperti umani, che testimoniano una frequentazione a partire fin dal Paleolitico medio. Nel Neolitico qui si trovava uno dei più importanti “centri” della zona, con scambi commerciali che arrivavano sicuramente fino alla Sardegna e alla Francia Meridionale. In epoca etrusca, poi romana e medievale, la frequentazione si fece man mano più rara.
Trascurando il sentiero che scende a Cásoli, si continua a costeggiare la parete, giungendo in breve sotto ad un tetto strapiombante da cui fuoriescono sottili cascate. Si attraversa un piccolo ruscello e si imbocca un sentiero segnalato con tacche rosse, che inizia a tagliare con brevi saliscendi verso sud. Ad un bivio si va a sinistra in discesa, quindi si continua a mezza costa. Si raggiunge una fonte con due vasche in cemento, quindi si sale fino ad un costoncino roccioso dove si trova un altro bivio. Si va a destra, scavalcando il costone, poi si scende ripidamente nel bosco fino a raggiungere l’acquedotto nei pressi di una passerella metallica (quota 612).
Piegando a destra si percorre la passerella metallica, che permette di superare una parete rocciosa strapiombante, quindi si continua sul comodo tracciato pianeggiante dell’acquedotto. Si procede lungamente tra boscaglia, radure e rari casolari isolati, attraversando una stradina e superando il vallone del Fosso Mezzana. Si continua passando accanto ad un’edicola sacra e giungendo nei pressi di alcune case. Un ultimo tratto su sterrata conduce al crocevia di quota 612 già incontrato all’andata, da cui in breve si ritorna al punto di partenza.
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