Metato – Caverne della Penna – Grotta del Tambugione
Caratteristiche
Difficoltà: T/E fino alle Caverne della Penna, poi E/EE
Dislivello in salita: 170 m circa
Dislivello in discesa: 30 m circa
Tempo: 0.45 – 1 ora
Ultima ricognizione: Dicembre 2019
Passeggiata piuttosto breve, che permette di visitare alcune grotte sul versante nord-occidentale del Monte Prana. Il percorso è facile fino alla Cava dello Schizzolino, poi diventa un po’ più impervio nell’ultimo tratto prima della Grotta del Tambugione.
Accesso
Si esce dall’autostrada a Viareggio-Camaiore e, seguendo la SP1, ci si porta a Camaiore. Da qui, seguendo le indicazioni, si imbocca la diramazione che sale a Metato (383 m).
Il paese si trova appeso ad un ripido versante esposto a sud-ovest; è composto da un nucleo principale, circondato da numerosi gruppetti di case sparse. Il toponimo indica l’essicatoio per le castagne.
Itinerario
Dal parcheggio si continua lungo una stradetta pedonale in salita (via per l’Alpe di Cima), che subito si abbandona per imboccare a destra una diramazione (via Metato) che sale con un tornante. Passati accanto alla chiesetta di Santa Maria Assunta, si giunge nei pressi del nucleo principale del paese; qui si svolta bruscamente a sinistra lungo una mulattiera che sale in diagonale (segnavia CAI 104), per poi innestarsi in una stradina cementata. La si attraversa per imboccare una diramazione che prima sale ripida, poi spiana.
Dopo alcune centinaia di metri si abbandona la stradina per imboccare a sinistra una mulattiera (segnavia bianco-giallo della Traversata delle Frazioni Camaioresi) che attraversa un impluvio con brevi saliscendi. Si perde quota in diagonale e si giunge all’ampia sella ai piedi del Monte Penna (quota 450 circa). Da qui una breve deviazione a sinistra porta ai piedi dello spigolo del Monte Penna; costeggiando la parete rocciosa verso destra si giunge in breve alle Caverne della Penna.
Si tratta di due antri, il primo di piccole dimensioni, il secondo invece piuttosto vasto, che si addentrano per pochi metri nella strapiombante parete nord-orientale del Monte Penna. Le due caverne sono di interesse archeologico.
Si ritorna alla sella e si prosegue lungo la mulattiera principale, giungendo in breve ad un bivio. Seguendo le indicazioni per la Grotta del Tambugione, si abbandona il sentiero segnalato e si sale a destra.
Al momento della mia visita (dicembre 2019) il cartello indicatore recava la scritta “sentiero franato”; tuttavia, la traccia era perfettamente percorribile.
Si segue un’ampia mulattiera sorretta da un muretto a secco fino al suo termine, dove si piega a destra e si effettua una ripida rampa. La salita porta alla Cava dello Schizzolino, seminascosta nella boscaglia.
Dalla cava, attiva dal XVII secolo fino all’Ottocento, si estraeva la “breccia grigia”: un calcare brecciato non metamorfico. Si intuiscono ancora i fronti di cava e la discarica di materiale sottostante, su cui si sviluppa questo breve tratto di sentiero.
Si taglia in piano verso sinistra per tracce poco evidenti, attraversando il piccolo “ravaneto” ormai invaso da erba e arbusti. Si riprende il sentierino, che presto svolta a destra e risale un piccolo costone roccioso con passi di elementare arrampicata. Ad un certo punto la traccia, poco evidente, devia a sinistra ed entra nel bosco, costeggiando la base di una paretina rocciosa. Salendo in diagonale si raggiunge in breve la Grotta del Tambugione (525 m).
Il grande antro è facilmente visitabile con l’aiuto di una torcia, in quanto si sviluppa per solo poche decine di metri. Scavi archeologici permisero il ritrovamento di resti umani, appartenenti ad almeno sei individui; ad accompagnarli vi erano una sepoltura con corredo funebre, frammenti di vasi, di frecce e di selce.
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