Baratti – Sentiero dei Cavalleggeri – Cala San Quirico – Populonia – Baratti

Caratteristiche

Difficoltà: E
Dislivello in salita: 450 m circa
Tempo: 3.45 – 4.30 ore (intero anello)
Ultima ricognizione: Agosto 2019

Bellissimo percorso ad anello nella parte settentrionale del Promontorio di Piombino; la prima parte si svolge lungo il Sentiero dei Cavalleggeri, lungo la scoscesa costa rocciosa, e permette di visitare alcune bellissime calette. Si prende quota lungo la Via di San Quirico, visitando le rovine dell’omonimo monastero, e si giunge al bellissimo borgo di Populonia. Dopo una consigliata visita al sito archeologico, si torna a Baratti e al suo pittoresco golfo.

Accesso

Percorrendo la superstrada E80 Rosignano Marittimo-Roma, si esce a San Vincenzo Sud e ci si porta sul litorale di San Vincenzo. Si svolta a sinistra e, seguendo le numerose indicazioni, si raggiunge il  Porto di Baratti.

In epoca etrusca e romana, a Baratti veniva lavorato il ferro estratto nelle miniere dell’Isola d’Elba; le lavorazioni metallurgiche avevano portato all’accumulo di ingenti depositi di scorie minerali, poi colonizzati dalla vegetazione. All’inizio del XX secolo ci si accorse che molto metallo poteva ancora essere estratto da questi depositi di scorie: si procedette quindi al disboscamento e alla lavorazione di tutto questo materiale abbandonato. Fa impressione vedere foto di Baratti risalenti a quegli anni: colline spoglie, cumuli di detrito di miniera. Ci vollero quasi quarant’anni per esaurire tutte le scorie; solo nel 1969 la società Ferromin rinunciò alla concessione mineraria. Da quel momento Baratti ha lentamente guadagnato l’aspetto attuale, trasformandosi in una bella località balneare.

Itinerario

Ci si porta sul lungomare e lo si segue in direzione nord-ovest, raggiungendo in breve il Ristorante Canessa. Superando una sbarra si entra nel parcheggio del ristorante, ma, subito prima di raggiungere un cancello, si trova a sinistra l’imbocco del Sentiero dei Cavalleggeri (segnavia CAI 302).

L’antica via dei Cavalleggeri venne realizzata in epoca medievale per collegare Livorno a Piombino, e consentire la sorveglianza delle coste ai soldati a cavallo. In epoca napoleonica si tentò di rendere la strada carrabile, ma il progetto venne abbandonato in fretta a causa delle oggettive difficoltà di alcuni tratti, come ad esempio quello intorno al Promontorio di Piombino.
Curiosamente, lungo gran parte del percorso si trovano cartelli che mettono in guardia da fantomatici tratti franati e/o impercorribili, o addirittura annunciano la chiusura del sentiero. Al momento della nostra ricognizione (agosto 2019) il sentiero era perfettamente percorribile.

Si imbocca il sentiero, che prende subito quota con alcune svolte, poi taglia verso destra costeggiando una recinzione e giungendo ad un bivio. Qui si trascura una diramazione a destra, che conduce ad uno spiazzo con pannelli esplicativi, per proseguire a sinistra lungo la recinzione. Dopo alcuni tornanti si supera la recinzione, utilizzando due scalette in legno, quindi si prosegue a mezza costa nel bosco giungendo al Faro di Baratti (75 m).

Il faro è una piccola costruzione bianca a pianta quadrangolare, immersa nella boscaglia sull’estrema punta settentrionale del Promontorio di Piombino. Fu attivato agli inizi del ‘900 dalla Regia Marina.

In brevi tratti si aprono belle visuali sulle falesie sottostanti e sulla collina che stiamo aggirando, su cui sorge il borgo di Populonia. Procedendo a saliscendi, si supera una frana risistemata e si contorna dall’alto la spettacolare insenatura di Cala dei Piccioni (o Cala Buia), difesa da alte pareti arenacee. Ci si trova quindi presso un’altra recinzione; le scalette in legno per superarla sono crollate, quindi bisogna risalire per pochi metri a sinistra fino a trovare una breccia in cui si passa comodamente. Ritornati sul sentiero, si prosegue in lieve discesa fino a doppiare un piccolo contrafforte; qui si trova un crocevia segnalato da cartelli escursionistici (quota 24).

La diramazione di sinistra, non indicata e diretta verso il reciso, guida in una decina di minuti alla Necropoli Etrusca di Buca delle Fate. La zona della Buca delle Fate, con la sua grotta marina e le sue rocce tafonate, doveva esercitare un forte impatto sull’immaginario etrusco, tanto che gli abitanti di Populonia venivano qui a seppellire i loro defunti.

È consigliabile effettuare la deviazione a destra per la scogliera di Buca delle Fate: il sentiero scende in breve ad un aperto e panoramico ripiano, costituito da lastroni di roccia.

Percorrendo il ripiano verso destra (nord-ovest) si giunge in breve ad uno spettacolare campo di rocce tafonate. Gli alveoli sono prodotti dall’erosione operata dall’aria di mare, ricca in sali e quindi più aggressiva nei confronti delle parti più tenere dell’arenaria.

Scendendo ancora si approda sulla sottostante scogliera; piegando a sinistra si giunge in breve alle incantevoli spiaggette gemelle della Cala delle Tamerici, mentre percorrendo le rocce verso destra ci si affaccia sulla grotta marina della Buca delle Fate.

L’entrata della grotta si può raggiungere da sopra, scendendo in facile arrampicata (I/I+), o da sotto, con passaggio più agevole, ma mettendo in conto di bagnarsi i piedi. L’interno della grotta è piuttosto ampio e accogliente.

Si ritorna al crocevia e si prosegue lungo il Sentiero dei Cavalleggeri, seguendo le indicazioni per Cala San Quirico. In breve si scende ad attraversare il piccolo Fosso dei Tamerici, poi si risale per scavalcare un piccolo costone (stupendi panorami sulla costa, sul mare, sull’Elba e sulla Capraia). Lasciata a sinistra una diramazione, si scende in breve nella vallecola del Fosso San Quirico, dove si trova un’area picnic con tavoli e panche. Si gira a destra e, in pochi metri, si arriva alla Cala San Quirico (1.15 – 1.30 ore da Baratti).

Tra le più belle del promontorio, la spiaggia è costituita da ciottoli grossolani e appiattiti di arenaria. Di fronte alla spiaggia si trova una stupenda scogliera a pelo d’acqua, che si spinge fino ad una certa distanza dalla linea di costa.

Sul lato meridionale della spiaggia si imbocca un evidente sentiero, che sale ripido tra gli arbusti per qualche metro, poi rientra nel bosco e taglia verso destra. Procedendo con brevi saliscendi, si doppia il poco marcato contrafforte del Poggio Tondo e si attraversa il piccolo vallone dei Botrafichi. Presto si giunge in vista della splendida Cala del Lupo; poco prima di giungere sulla verticale della spiaggia, si trova sulla destra la deviazione per raggiungerla (quota 50 circa; cartello in legno con scritto: “Cala Spero”). Il sentiero, evidente ma non segnalato, scende ripido nel bosco, poi approda sulla scogliera; tagliando a sinistra per comodi lastroni inclinati si giunge in breve alla Cala del Lupo.

Analogamente alla Cala San Quirico, anche questa spiaggia è formata da grossi ciottoli appiattiti; l’ambiente è però ancora più selvaggio e solitario, e la frequentazione è minore. Consiglio di non stazionare alla base delle pareti che chiudono la spiaggia a sud, le quali hanno un’aria instabile.

Si ritorna al Sentiero dei Cavalleggeri e lo si segue verso destra (sud), attraversando il piccolo Fosso dei Botrafichi. Dopo una salita ripida tra grossi massi e rocce affioranti, immersi nella boscaglia, si effettuano alcuni tornanti. Lasciata a destra una diramazione che conduce a postazioni di caccia, si giunge ad un importante bivio segnalato (quota 116). Si lascia a destra il Sentiero dei Cavalleggeri e si imbocca a sinistra l’ampia mulattiera detta Via di San Quirico (segnavia 303), che taglia dolcemente in diagonale nel bosco. Seguendo il viottolo principale si trascurano numerose diramazioni a destra e a sinistra; dopo un lungo tratto a dolci saliscendi si giunge ai resti del Monastero di San Quirico (170 m circa).

L’origine di questo luogo religioso si situa intorno al XI secolo: in documenti del 1029 e del 1035 è citata una “chiesa di San Quirico”, mentre in un documento del 1048 è per la prima volta citato un vero e proprio monastero. Nacque probabilmente come romitorio, prima di passare alla Regola Benedettina. In ogni modo, il sito era frequentato, soprattutto per sepolture, fin dal III secolo d.C. Il declino del monastero avvenne in fretta: già nel XIII secolo ne venivano nominati i “ruderi”, e nel XVI secolo alcuni edifici erano utilizzati come stalla dai pastori locali. Quello che si può vedere oggi è il risultato di una campagna di scavi condotta nel 2002.

Si prosegue dritti lungo una stradetta sterrata in dolce salita; la pista va a congiungersi con la più ampia sterrata detta “Via di Crinale”. Seguendola verso sinistra in leggera discesa, in pochi minuti si raggiunge la Chiesetta di San Quirico (182 m; tavoli e panche). Si segue la strada sterrata verso sinistra, scendendo dolcemente fino alla Sella del Reciso (131 m); qui si incontra la strada asfaltata che collega Baratti a Populonia. È consigliabile seguire la strada asfaltata in salita, giungendo in poco meno di dieci minuti a Populonia (175 m).

Consigliatissima la visita del piccolo borgo medievale, e le visite guidate al castello e al sito archeologico dell’acropoli etrusca. Con il biglietto dell’acropoli è poi possibile visitare anche il sito archeologico della necropoli di Baratti.

Poco prima dell’entrata nel borgo medievale si nota, sul lato orientale della strada, presso un parcheggio, l’indicazione per la “Via della Romanella”. La si segue, attraversando il parcheggio e imboccando a destra l’ampia mulattiera acciottolata, che scende nella boscaglia. Sorpassata una recinzione, si trova un bivio con edicola sacra (Madonna delle Sette Spade). Si gira a sinistra in discesa, costeggiando un fosso spesso asciutto, e si confluisce nella strada asfaltata che collega Populonia a Baratti (quota 79). Da qui si segue la rotabile in discesa, ritornando in breve a Baratti e al parcheggio.

Il Golfo di Baratti
Il Golfo di Baratti (19 agosto 2019)
Arenarie tafonate presso la Buca delle Fate
Arenarie tafonate presso la Buca delle Fate (19 agosto 2019)
La Buca delle Fate
La Buca delle Fate (19 agosto 2019)
Panorama di Cala San Quirico
Panorama di Cala San Quirico (19 agosto 2019)
La Cala del Lupo vista da nord
La Cala del Lupo vista da nord (19 agosto 2019)
Il Castello di Populonia
Il Castello di Populonia (19 agosto 2019)

Escursioni sul Promontorio di Piombino
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