Anello degli Orridi di Montechiaro d’Acqui

Caratteristiche

Difficoltà: E (EE con acqua alta)
Dislivello in salita: 300 m circa
Tempo: 2.45 – 3.30 ore (intero anello)
Ultima ricognizione: Novembre 2017

Il suggestivo borgo di Montechiaro d’Acqui si trova arroccato su una collina lungo lo spartiacque tra il Fiume Bórmida di Spigno e il Torrente Erro; il versante che scende verso quest’ultimo è caratterizzato dalla ramificata vallecola del Rio Plissone e dei suoi vari affluenti. Nella parte sommitale questa valle è impostata su tenere rocce pelitiche e marnose, ed è caratterizzata da fenomeni calanchivi; nella parte più bassa invece i corsi d’acqua incontrano i conglomerati, rocce decisamente più resistenti, in cui hanno scavato impressionanti gole, pareti strapiombanti e piccoli orridi.
Questo percorso ad anello ricalca una parte del “Sentiero degli Alpini” di Montechiaro d’Acqui, e permette di visitare, con qualche piccola deviazione, tutti i luoghi d’interesse di questa valle poco conosciuta. In condizioni normali il percorso non presenta difficoltà; in periodi di piena invece i numerosi guadi possono diventare difficoltosi, e gli orridi invece diventano del tutto impercorribili. Per questo si consiglia di evitare i periodi successivi a forti piogge.

Accesso

a) Si esce al casello autostradale di Ovada, da cui si prosegue per Cremolino e Acqui Terme. Qui si imbocca la strada per Sassello e Savona; poco prima di Cartosio, in località Colombara, si trova a destra una deviazione (SP222) con numerosissime indicazioni (tra cui Bedina e Rogna). La si imbocca e la si segue fino al primo tornante; qui c’è posto per un automobile, e altre piazzole si trovano sul lato a valle della strada poco prima.
b) Si esce al casello autostradale di Albisola e si seguono le indicazioni per Sassello. Si prosegue in direzione di Cartosio e di Acqui Terme; superato Cartosio, in località Colombara, si trova a sinistra la deviazione (SP222) per Bedina, Rogna e molte altre località. Da qui si prosegue come per la possibilità “a”.

Itinerario

Presso il tornante (quota 244) si diparte una stradetta sterrata che, con qualche saliscendi, si addentra nella valletta del Rio Plissone, caratterizzata sul versante opposto da calanchi e dirupi di conglomerato. Presto si riceve da sinistra il segnavia CAI 577, che andrà seguito per tutto il resto del percorso. Si prosegue in piano nel bosco e, guadato un piccolo ruscello si giunge alla confluenza del Rio Ciapin nel Rio Plissone. Qui il sentiero segnalato si biforca ed ha inizio l’anello vero e proprio (quota 234). Si imbocca il ramo di destra, che si addentra nell’appartata valletta del Rio Ciapin, rimontandone il lato destro idrografico nel fitto castagneto. Si giunge quindi ad un ulteriore bivio.

Qui è possibile la prima deviazione, di circa 150 metri, ben indicata dai cartelli in legno. Proseguendo dritti si continua a rimontare il Rio Ciapin, attraversandolo varie volte con percorso un po’ contorto e superando la Sorgente del Cacciatore. Continuando a zigzag tra alberi e grossi massi si supera una caratteristica strettoia e si è all’imbocco dello spettacolare Orrido dei Laghi: addentrandosi nel canyon, dalle pareti strapiombanti e dal fondo strettissimo, si supera una passerella in legno, si effettua una curva e si giunge ai piedi di una bella cascata.

Il percorso principale svolta a sinistra in ripida salita, portando in breve al roccione di conglomerato detto Cappello dell’Alpino (con tanto di piuma in plastica!); qui si gira a destra e, superata una balza rocciosa mediante una scala a pioli in legno, si continua risalendo un erto costoncino boscoso. Superata una zona rocciosa il costone si fa più dolce, ed il sentiero confluisce in una carrareccia. Si costeggia una piccola zona calanchiva e, salendo dolcemente nel bosco, si incontra la pista di un oleodotto.
La si rimonta, abbandonando il filo del costone, e tagliando a destra fino ad una stradina asfaltata (quota 400 circa), che si segue verso destra in salita. Con un bel panorama sulle colline circostanti, la stradina lascia a sinistra e a destra alcune diramazioni, poi taglia un ripido versante e giunge sull’ampia sella subito a nord del paese di Montechiaro d’Acqui (484 m). Qui si incontra una strada asfaltata più importante.

Dalla sella il panorama si apre anche verso ovest, sulla Val Bórmida di Spigno, sulle colline delle Langhe e sulla catena alpina in lontananza. È consigliabile effettuare qui una breve deviazione e salire fino alle case di Montechiaro, arroccate su un colle sulla cui sommità si trovano i resti di un antico castello.

Si segue la strada asfaltata verso in direzione di Montechiaro per alcune decine di metri, quindi si riprende a sinistra il segnavia 577, che guida lungo un’ampia mulattiera in lieve discesa. Contornato il colle su cui sorge il paese, si piega a sinistra scendendo più direttamente tra boschetti e campi coltivati – curiosamente qui il sentiero si divide in due rami, entrambi segnati, che si ricongiungono poco più in basso. Si sbuca su una sterrata pianeggiante che costeggia alcuni vigneti, ma presto la si abbandona per piegare a sinistra lungo un ripido sentiero che incrocia due carrarecce e poi gira gradualmente verso destra passando accanto ad alcuni calanchi.
Costeggiata una fascia erbosa pianeggiante, si prende una carrareccia che taglia in piano fino al Campo Casoza (360 m circa). Seguendo i segnavia si contorna tutto il campo prativo, poi si scende sulla destra entrando nell’alveo boscoso di un rio. Si risale ripidamente la sponda opposta, quindi si piega a sinistra lungo un’ampia mulattiera che sale dolcemente fino al panoramico costone dove sorge il Capanno degli Amici (383 m).

Il capanno, costruzione di legno con tavolo e panche, può costituire un riparo molto spartano in caso di maltempo.

Accanto al capanno prende origine un sentiero che scende ripido verso la valletta del Rio Plissone. Con alcune svolte se ne raggiunge il fondo, dove si trova un bivio (quota 290 circa).

I cartelli in legno segnalano una deviazione di 70 m sulla destra, che porta a visitare un piccolo orrido senza nome. La breve gola è completamente percorribile senza difficoltà.

Il sentiero principale gira a sinistra e rimonta il fondo dell’ombrosa valletta, attraversando numerose volte il Rio Plissone. In località “Orto ed Franceschein” si lasciano a destra i segnavia del “percorso lungo” (un anello di ulteriori 8 km) e si continua dritti lungo il “percorso breve”, che segue l’alveo del rio e giunge ad un altro bivio.

La deviazione, di circa 250 m, è sulla sinistra. Si attraversa il Rio Plissone e si giunge in breve alla confluenza di un piccolo affluente. Seguendo i segnavia si rimonta quest’ultimo, il cui alveo si rinserra presto tra pareti di conglomerato dal colore chiaro (Passo del Grop Bianc). Il canyon si può rimontare fino nei pressi di una piccola cascata; qui un minaccioso cartello in legno intima di “tornare indietro”.

Si continua dritti lungo il sentiero principale, attraversando altre volte il Rio Plissone e superando le località di “Orto Pulòur” e “Orto ed Ciaréina“, dove si trova un pozzo con argano completamente risistemato. Sorpassato il cosiddetto “Orrido del Plissone” (in realtà solo una grande parete di conglomerato, abbastanza spettacolare), si continua lungo una comoda carrareccia che taglia sul lato destro idrografico del torrente, ma poi la si abbandona temporaneamente: un tratto di sentiero, che guada due volte il rio, permette di evitare un torrione di conglomerato da cui cadono pietre. Ritornati sulla carrareccia, si giunge in località Saréra, dove si trova l’ultima deviazione.

La deviazione, di 80 m, permette di arrivare ai piedi di una grande balza di conglomerato, comunque già ben visibile dalla strada. Da questa balza scende la cosiddetta Cascata della Saréra, in realtà solo una striscia scura e umida sulla roccia; si trasforma in una vera cascata solo durante grandi piene.

Con un ultimo guado si ritorna sul lato sinistro idrografico del Rio Plissone, e si scende dolcemente fino alla confluenza con il Rio Ciapin. Qui l’anello si chiude, e si ritorna alla macchina seguendo il percorso dell’andata – attenzione a seguire la carrareccia principale e non i segnavia che poco più avanti si staccano sulla destra.

All’interno dell’Orrido dei Laghi
All’interno dell’Orrido dei Laghi (19 novembre 2017)
Il Cappello dell’Alpino
Il Cappello dell’Alpino (19 novembre 2017)
Montechiaro (a sinistra) e il Bric delle Forche dal Capanno degli Amici
Montechiaro (a sinistra) e il Bric delle Forche dal Capanno degli Amici (19 novembre 2017)
Uscendo dal Passo del Grop Bianc
Uscendo dal Passo del Grop Bianc (19 novembre 2017)
Il pozzo con argano in località Orto ed Ciaréina
Il pozzo con argano in località Orto ed Ciaréina (19 novembre 2017)

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