Le Faie – Prierosse – Monte Sciguelo

Caratteristiche

Difficoltà: E
Dislivello in salita: 640 m circa
Tempo: 2.15 – 2.45 ore
Ultima ricognizione: Febbraio 2019

Percorso lungo ma non troppo faticoso, lungo una buona mulattiera (detta “via de Lexe”) che taglia la testata della Valle Arrestra. Il percorso offre bei panorami, attraversa ambienti molto vari e tocca alcuni piccoli rii che formano suggestive pozze e cascatelle.

Accesso

Usciti dal casello autostradale di Varazze, si scende in paese e si imbocca la strada per Sassello e il Monte Béigua. Dopo pochi minuti si devia a destra superando Casanova, salendo al Passo del Muraglione e proseguendo lungo la strada principale fino alla chiesetta delle Faie (486 m).

Itinerario

Dalla chiesetta delle Faie, si segue via Prato Rotondo in direzione est per alcune decine di metri, quindi si imbocca a sinistra un sentiero (segnavia: linea rossa) che sale passando accanto ad una casa. Si sbuca su una stradina asfaltata e la si segue verso sinistra in piano per pochi metri, quindi si piega a destra lungo una rampa cementata. Superate alcune case ed un boschetto, ci si congiunge alla strada sterrata per Prà Riondo, e la si segue in salita effettuando un curvone verso destra. Si piega quindi a sinistra, lungo un sentiero che sale più direttamente nel bosco; poco più in alto si incrocia nuovamente la sterrata, ma la si trascura proseguendo dritti a fianco di un serbatoio dell’acqua (quota 584).
Poco più avanti, presso un bivio, si gira a sinistra e ci si riporta sulla sterrata, che si segue in salita per alcune decine di metri, fino ad un bivio. Seguendo i segnavia, si imbocca la diramazione di destra, che si addentra nel boscoso vallone del Rio Serra attraversando alcuni piccoli corsi d’acqua. Giunti sul Rio Serra stesso, presso una presa dell’acquedotto (quota 675), la stradina termina; si guada il corso d’acqua (una corda rende agevole il passaggio anche in caso di piena) e si sale in diagonale lungo una vecchia mulattiera, a tratti ancora ben conservata. Ad un bivio, si lascia a destra la diramazione pianeggiante diretta alla Prialunga, e si sale a sinistra. Si esce dal bosco guadagnando la panoramica dorsale delle Prierosse (772 m).

Il panorama si apre sul mare e sul vallone del Rio Prialunga; sul lato opposto del vallone si erge il solitario sperone roccioso della Prialunga, sovrastato dall’ampia sagoma arrotondata del Monte Sciguelo.

Si percorre brevemente la dorsale, quindi si devia a destra tagliando a mezza costa nell’alto vallone del Rio Prialunga. Si attraversa il Rio Scaglionetti, che scorre tra grandi massi (bella cascata con pozza poco più a monte), quindi si risale un lastrone liscio aiutandosi con una corda; rientrati nel bosco, si sale ripidamente, superando un altro piccolo ruscello su una passerella di tronchi. Giunti su un ripianetto erboso si gira a sinistra, quindi si prosegue quasi in piano lungo una comoda carrareccia che attraversa altri ruscelli. Si procede tra grandi faggi fino ad un bel ripiano erboso caratterizzato da un recinto in legno (quota 914).

Sullo spallone erboso che si trova sulla nostra destra, si può notare un enorme masso di serpentinite, detto Rocca Priata.

Si gira a sinistra, quindi si abbandona la carrareccia, che conduce ai ruderi di Casa Priata, e si prosegue dritti lungo il sentiero segnalato; salendo tra radi faggi, ci si ricongiunge con la strada sterrata che collega le Faie a Prà Riondo (quota 973). Si abbandonano i segnavia, che salgono direttamente a Prà Riondo, e si segue la sterrata verso destra, salendo con due tornanti su un ampio versante prativo. In questo modo si giunge sull’ampia sella che separa il Monte Sciguelo dagli altopiani di Prà Riondo (1055 m); si lascia la strada sterrata e, imboccando a destra un sentiero segnalato con tre punti rossi, si sale velocemente tra erba e rocce fino alla vetta del Monte Sciguelo (1102 m).

Nell’alto vallone del Rio Prialunga
Nell’alto vallone del Rio Prialunga (16 febbraio 2019)
Le rocce sommitali e la croce del Monte Sciguelo
Le rocce sommitali e la croce del Monte Sciguelo (16 febbraio 2019)

Torna a: Massiccio del Monte Béigua