Brignole – Passo del Fante – Monte Castello del Fante
Caratteristiche
Difficoltà: EE
Dislivello in salita: 650 m circa
Tempo: 2.15 – 2.30 ore
Ultima ricognizione: Ottobre 2024
Seguendo le tracce dell’antica mulattiera che saliva dalla Val d’Áveto al Passo del Fante, si rimonta la solitaria valletta del Rio Libbieto. Dal Passo del Fante, un’aerea cresta guida fino in vetta al Monte Castello del Fante. Bisogna prestare un minimo di attenzione ai segnavia durante la risalita del Rio Libbieto, in quanto non sempre il percorso è evidente.
Accesso
a) Da Genova si raggiunge la val Fontanabuona. Giunti a Monleone si sale a sinistra a Favale di Malvaro e al Passo della Scoglina, da dove si scende in val d’Àveto fino a Molini, da cui si sale a sinistra per Brignole.
b) Da Chiavari si sale a Borzonasca e al Passo della Forcella, poi si scende il val d’Àveto superando Parazzuolo e andando verso Rezzoaglio. Giunti a Molini si sale a sinistra per Brignole.
c) Da Piacenza si va a Bobbio e si continua per Marsaglia, da dove si sale in val d’Àveto fino a Rezzoaglio. Si continua raggiungendo Molini e girando a destra per Brignole (749 m).
Brignole è un piccolo paese posto poco sopra il fondovalle dell’Àveto. È formato da un gruppo di case addossate su un crinale boscoso sovrastato dalla piccola chiesa. Agli estremi del paese si trovano i ruderi di due caratteristiche case-torre, che sorvegliavano le vie d’accesso al centro.
Itinerario
Dalla chiesa di Brignole si imbocca a destra (nord-est) una diramazione che taglia tra le case. Una brevissima discesa porta ad un incrocio, dove si incontrano i segnavia (punto e linea gialli) che andranno seguiti fino alla cima del Monte Castello del Fante. Si piega a sinistra lungo uno stradello cementato che esce dal paese e diventa sterrato. Passata una catena, si lascia a destra una diramazione, e si prosegue in salita lungo la sterrata. Con ampi tornanti, si prende quota in un castagneto fino a raggiungere un costone. Lo si rimonta per alcune centinaia di metri, poi, a quota 960 circa, si piega a destra a mezza costa.
Il castagneto lascia gradualmente spazio alla faggeta. Giunti in uno spiazzo con rottami abbandonati, si imbocca a destra la vecchia mulattiera: si guada un piccolo rio, quindi si ritrova la strada sterrata. In breve, si giunge sul Rio Libbieto (quota 1070 circa) e lo si guada; subito dopo i segnavia abbandonano la carrareccia e piegano a sinistra per costeggiare il rio. Si guada altre due volte il corso d’acqua, quindi si prende quota con alcune svolte sul versante sinistro idrografico del valloncello.
Doppiato un contrafforte, si passa accanto ad un muretto a secco con alcune ciappe di ardesia abbandonate. Il sentiero taglia a mezza costa e si riavvicina al corso d’acqua, che scorre in un suggestivo piccolo orrido con pozze e cascatelle. Superati alcuni alberi caduti, si riprende a salire nel bosco con rocce affioranti, quindi si piega a destra per risalire il valloncello secondario del Rio dei Preti. Si guada il rio in località Fontana dei Preti (1135 m), quindi si gira a sinistra.
Ritornati sul Rio Libbieto, lo si guada due volte in rapida successione. Poco più avanti il valloncello si divide in due rami. Il sentiero rimonta quello di destra, e guada il rio altre tre volte. Si piega poi a sinistra in salita decisa, su percorso poco evidente. Raggiunto un ripianetto, si gira a destra, sulle tracce di un vecchio sentiero. Si attraversa una radura, quindi si risale l’ultimo lembo di bosco fino al Passo del Fante (1259 m).
Si tratta di una marcata e ampia insellatura che si apre tra i rocciosi Monte Gifarco e Monte Castello del Fante.
Deviazione n. 1 – Monte Gifarco. Si gira a destra lungo il sentiero di crinale (segnavia: cerchio giallo pieno), che sale dolcemente verso nord tra boschetti e radure. Giunti al Passo Gifarco (1268 m), ai piedi del roccioso monte omonimo, si incontra il segnavia “cerchio giallo vuoto” proveniente da Fontanigorda. Si prosegue a destra, contornando il Monte Gifarco sul lato dell’Áveto. Ad un bivio si va a sinistra su un sentiero rovinato dall’erosione, poi si incontra un secondo bivio posto in un piccolo impluvio. Si abbandona il sentiero principale per girare a sinistra lungo una diramazione segnalata con tre pallini gialli. Risalito l’impluvio, si ritorna sullo spartiacque Trebbia-Áveto presso una selletta (1338 m). Si piega a sinistra e in breve si arriva ai piedi della piccola parete nord della montagna. Si risale un incavato canalino tra le rocce, poi si superano alcuni gradini un po’ esposti e si sbuca sull’aerea vetta del Monte Gifarco (1381 m; 15-20 minuti dal Passo del Fante; difficoltà: EE).
Deviazione n. 2 – Rocca Bruna. Si segue la deviazione al Monte Gifarco fino al bivio situato nell’impluvio; da qui si prosegue ancora a destra, seguendo il sentiero principale. Dopo circa 150 metri si trova un altro bivio, dove si piega a sinistra (segnavia: cerchio giallo vuoto). Il sentierino si innalza tra faggi e piccole radure, poi tra erba e rocce affioranti fino alla vetta della Rocca Bruna (1420 m; 20-25 minuti dal Passo del Fante; difficoltà: E).
Sul passo si trova un crocevia. Si va a sinistra sul sentiero principale (segnavia: cerchio giallo pieno) che entra nel bosco iniziando a salire. Dopo una rampa abbastanza ripida si trova un bivio poco evidente, dove il segnavia punto e linea gialli si stacca a destra su un sentierino poco marcato, che sale in diagonale. Si traversa con lunghi tratti in piano tra boschetti e radure sul sentierino che ogni tanto tende a perdersi (prestare molta attenzione ai segnavia, vecchi e sbiaditi), poi si inizia a salire su una costola boscosa. Usciti dal bosco si prosegue sempre in cresta, superando vari saltini rocciosi; poco dopo la cresta si spiana ma si fa più aerea e leggermente esposta. Superato un ultimo gradino roccioso si raggiunge l’arrugginita croce di vetta del Monte Castello del Fante (o Monte Ripa; 1391 m).






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