Fiorino – Laghetti dell’alta Val Cerusa
Caratteristiche
Difficoltà: E/EE
Dislivello in salita: 150 m circa
Tempo: 0.45 – 1 ora
Ultima ricognizione: Maggio 2018
L’alta Val Cerusa è una delle valli più severe e appartate del comune di Genova. A monte dell’abitato di Fiorino (dove termina la strada asfaltata) e degli ultimi gruppi di case rurali, il Torrente Cerusa si rinserra in un profondo vallone roccioso, compreso tra i severi fianchi del Monte Réixa e del Bric del Dente. Percorrendolo si ha davvero l’impressione di essere capitati in qualche sperduta valle delle Alpi occidentali. In questa valle, il torrente forma una lunga serie di cascatelle e laghetti, anche utilizzati per fare il bagno, e raggiunti da un sentierino un po’ impervio. Durante la mia visita mi sono fermato poco a monte del Lago da Saéra, ma le tracce proseguono, e prima o poi dovrò tornare ad esplorare.
Accesso
a) In treno fino alla stazione ferroviaria di Genova Voltri, poi con l’autobus n. 97 fino a Fiorino.
b) In automobile si esce al casello di Genova Prà, poi si gira a destra, attraversando il centro di Voltri. Giunti all’estremità occidentale dell’abitato, subito prima del ponte sul Torrente Cerusa, si imbocca a destra la stradina che ne risale la valle terminando a Fiorino (239 m).
Itinerario
Dal capolinea dell’autobus si imbocca una strada asfaltata che taglia in piano e raggiunge una grossa cartiera ancora in funzione (segnavia: due croci rosse). Qui si imbocca a destra Via della Cardina che sale ripida fino ad un gruppetto di case dove si biforca; si va a sinistra lungo una strada sterrata che taglia in lieve salita sorpassando due ruscelli su passerelle. Subito oltre il secondo rio si trascurano le due croci rosse che salgono a destra per proseguire a sinistra lungo la sterrata principale.
In breve si raggiunge un gruppetto di case, da cui si prosegue lungo una mulattiera in orizzontale. Attraversato un ruscello si aggira un ampio costone, quindi si raggiungono in breve le isolate Case Ferriere di Sotto (301 m). Si aggirano le case sul lato a valle e si prosegue sul sentierino, che supera una zona assai infrascata e malagevole in corrispondenza di un piccolo affluente del Cerusa. Superato il tratto infrascato si riprende a salire, entrando nel selvaggio vallone superiore del Torrente Cerusa.
In questo tratto si aggira dall’alto una piccola gola, in cui il torrente forma una serie di belle marmitte: sono i cosiddetti Laghi do Savergo, così chiamati per la presenza di castagni nelle vicinanze.
Si prosegue a mezza costa tra rocce e arbusti, con belle viste sul torrente sottostante. Dopo circa 400 metri dalla gola del Savergu, il sentiero transita in un piccolo praticello, pochi metri sopra al torrente. Qui si abbandona il vecchio sentiero, che poi sale verso il Rio Gave, e si scende a sinistra alla sottostante spiaggetta. Si guada il torrente e si prende sulla destra un sentiero che sale brevemente, poi taglia su una cengia orizzontale a picco sul laghetto sottostante. Così si giunge presso la confluenza del Rio Gave nel Torrente Cerusa, poco sopra alla Marmitta do Ponte da Pruxia (325 m).
ll ponte che dà il nome a questo bel laghetto è ormai crollato, a causa di ripetute alluvioni. Permetteva il passaggio delle greggi lungo il vecchio sentiero che portava sui pascoli più alti della valle.
Senza scendere al laghetto, si continua lungo il sentiero, ora agevole e ben marcato, che sale dolcemente nei pressi del torrente. In pochi minuti si raggiunge il Lago da Saéra (340 m).
Questa splendida pozza, forse la più bella del Cerusa, è chiamata così (“saera”=sega) a causa del roccione che si allunga al suo interno, dividendola quasi in due. Il torrente si immette nel laghetto con un lungo scivolo, ben modellato dall’erosione.
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