Roncacci di Valditacca – Sella di Rocca Pianaccia – Monte Sillara – Passo di Compione – Roncacci di Valditacca
Caratteristiche
Difficoltà: E
Dislivello in salita: Variante “a”: 900 m circa. Variante “b”: 960 m circa
Tempo: Variante “a”: 5.30 – 6 ore. Variante “b”: 6.15 – 7 ore (intero anello)
Ultima ricognizione: Settembre 2019
Nonostante una prima parte un po’ monotona, lungo una strada forestale nella faggeta, la salita al Monte Sillara da nord è una delle escursioni più belle dell’intero massiccio montuoso. Nella parte alta si percorrono stupende praterie d’alta quota, si incontrano numerosi laghetti naturali, si osservano panorami vastissimi. Con brevi deviazioni, il giro può essere prolungato raggiungendo le cime della Rocca Pianaccia e del Monte Bragalata. Per la discesa propongo due varianti: una breve, che scende nella valle del Rio dei Frasconi, e una lunga, che scavalca il Monte Bragalata e scende al Lago Verde. Se si volesse salire solamente al Bragalata consiglio di seguire in salita la variante “b” e in discesa la variante “a”.
Accesso
a) Dal casello autostradale di Aulla si seguono le indicazioni per il Passo del Lagastrello. Scavalcato il valico, si giunge in breve a Rigoso, dove si gira a sinistra in direzione di Monchio delle Corti. Superato Rimagna, si devia a sinistra per Trefiumi e Valditacca, dove si svolta ancora a sinistra seguendo le indicazioni per il Passo della Colla. La strada si stringe e, dopo pochi minuti si nota sulla sinistra una deviazione sterrata; la si imbocca e in poche decine di metri si scende allo spiazzo dei Roncacci di Valditacca, da cui il transito è interdetto.
b) Da Parma si segue la SP13, risalendo la valle omonima fino a Corniglio. Qui si svolta a sinistra, svalicando in Val Cedra e giungendo a Monchio delle Corti, da cui si prosegue a destra in direzione di Rimagna e Rigoso. Poco più avanti si devia di nuovo a destra per salire a Valditacca; da qui si prosegue come per la possibilità “a” fino al parcheggio dei Roncacci di Valditacca (1045 m).
Itinerario
Si continua a piedi, superando il ponte sul Torrente Colla e rimontando un’ampia strada sterrata (segnavia CAI 709); si lascia a destra una diramazione e si prosegue con regolari tornanti nella faggeta (possibili scorciatoie). Ad un certo punto la sterrata piega a sinistra e taglia quasi in piano un ripido versante, quindi attraversa alcuni piccoli pianori, dove scorre il Rio dei Vinduri. Si riprende a salire dolcemente, incontrando una capanna in lamiera verde; subito oltre si abbandona la sterrata (palina segnavia; quota 1280) e si prende a sinistra un’ampia mulattiera acciottolata che sale più decisamente. In breve si riceve da sinistra il segnavia 709B, proveniente dal Lago Ballano, e si giunge ad un altro bivio (quota 1325 circa). Si gira a destra, sempre seguendo il segnavia 709.
Il sentiero procede nella faggeta cosparsa di massi, alternando salite a tornanti con brevi tratti in contropendenza. Proseguendo poi in salita più decisa, si costeggiano alcune paretine di rocce stratificate, e si giunge ad un ulteriore ripiano boscoso dove si trova un bivio (quota 1510). Si trascura a sinistra il sentiero 709 (vedi variante “a” di discesa) e si continua a destra seguendo il segnavia 711. Il sentiero, a tratti poco evidente, si innalza rapidamente nel bosco con strette svolte, sorpassando alcuni punti panoramici da cui finalmente s’intravede il crinale. Sorpassata una piccola pietraia, si sale direttamente per lastroni inclinati levigati dai ghiacciai.
Molti di questi lastroni sono caratterizzati da numerose “marmitte”, piccole cavità circolari originate dall’erosione, spesso contenenti pozze di acqua piovana.
Il bosco, ormai di faggi piccoli e contorti, rapidamente si dirada e lascia spazio alle praterie d’alta quota. Piegando leggermente a destra, si costeggiano i dirupi arenacei della Rocca Pianaccia e si guadagna la Sella di Rocca Pianaccia (1712 m).
Da qui è possibile raggiungere la Rocca Pianaccia in 10-15 minuti (difficoltà: E/EE). Si sale direttamente senza sentiero verso nord lungo il crinale, superando una prima balzetta e giungendo in breve alla base di un’alta fascia rocciosa. La si aggira sulla sinistra, attraversando una piccola pietraia, poi, subito oltre, si ritorna a destra, risalendo un’evidente e comoda rampa erbosa che permette di superare la balza. Da qui, per erba e ginepri, ci si porta in breve ai piedi delle roccette sommitali. Le si aggira sulla destra, su terreno elementare, e si guadagna la vetta della Rocca Pianaccia (1762 m), sormontata da ometto di pietre e bastone in legno. Panorama vastissimo sul versante emiliano e bella vista sul vicino crinale spartiacque.
Si lascia a destra il sentiero 711, che scende nel vallone del Torrente Colla, e si continua dritti lungo l’arrotondato crinale sovrastante, in direzione sud (segnavia 711C). Con una ripida salita, si guadagna un dosso erboso presso un laghetto temporaneo, dove si trova un bivio (quota 1780 circa).
Il sentiero di sinistra, dopo aver costeggiato la pozza temporanea, scende ai Laghi Sillara, due bellissimi specchi d’acqua gemelli di origine glaciale posti proprio ai piedi del crinale spartiacque. Subito oltre i laghi si trova un bivio: a destra si risale al crinale, che si raggiunge presso il Monte Nuda di Iera, mentre a sinistra si scende nella valle del Rio dei Frasconi, incontrando il sentiero 709 (vedi variante “a” di discesa).
Si prosegue dritti, risalendo per ampi prati, e si guadagna in breve la vetta del Monte Sillara (1861 m; 2.30 – 2.45 ore dai Roncacci); la croce di vetta si trova poche decine di metri più a sinistra.
Si continua lungo il panoramicissimo sentiero 00 di crinale in direzione sud-est, scendendo rapidamente ad un piccolo intaglio. Aggirata una gobba sul versante emiliano, si prosegue ancora in discesa, contornando dall’alto la conca dei Laghi Sillara. Si supera una sella più marcata (quota 1810), quindi si inizia a salire dolcemente, tagliando tra i vaccinieti del versante emiliano. Ritornati sul crinale, si scavalcano le due cime gemelle del Monte Nuda di Iera (1840 m).
Si tratta di una cima minore, piuttosto trascurata, stretta tra i più prestigiosi ed elevati monti Sillara e Bragalata. Il segnale di vetta (paline escursionistiche), si trova sulla cima orientale, che, secondo la CTR emiliana, supera di 3 decimetri la cima occidentale. Su molte carte questa cima è erroneamente segnata come “Monte Losanna”, che in realtà è sinonimo di Bragalata. Il toponimo “nuda”, frequente sull’Appennino Tosco-Emiliano, indica i pascoli al di sopra delle faggete, e in questo caso è riferito a Iera, paesino del versante lunigianense, visibile in fondo alla valle del Torrente Bagnone.
Dalla vetta orientale si trascura il sentiero di sinistra, che scende verso i Laghi Sillara, e si prosegue dritti lungo lo 00. In breve si scende all’ampia spianata erbosa del Passo di Compione (1793 m).
Si tratta del valico più elevato del Crinale dei Laghi, attraversato da un antico percorso di pastori che collegava la valle del Bagnone (paesi di Iera e Compione) con l’alta Val Cedra. A confermare la confusione toponomastica di questa zona, sulle carte il Passo di Compione è spesso indicato come Passo del Cavallo; quest’ultimo toponimo si riferisce invece ad un intaglio sul crinale nord del Monte Bragalata.
Qui si presentano due possibilità:
a) Si scende a sinistra lungo il sentiero con segnavia 709, che si abbassa tra i prati verso i sottostanti Laghi di Compione. Si lascia a destra una prima diramazione, quindi presso una pozza temporanea si incontra il frequentato sentiero proveniente dai Laghi Sillara. Si piega a destra e in breve si è sulle sponde del Lago Inferiore di Compione (1681 m).
I Laghi di Compione (o Laghi Grotta) sono due piccoli specchi d’acqua naturali, posti alla testata della valle del Rio dei Frasconi. Il lago inferiore è il più esteso (5100 mq), mentre il superiore, raggiungibile con una brevissima deviazione, è ben più piccolo (1700 mq). Il livello acqueo dei due laghetti tende ad abbassarsi notevolmente alla fine della stagione estiva; il laghetto superiore arriva quasi a prosciugarsi.
Si attraversa l’emissario del lago e si incontra un bivio. Abbandonando il sentiero principale, non segnalato, diretto al Passo del Cavallo, si scende a sinistra (segnavia 709), lungo un sentiero che si abbassa nel solco del Rio dei Frasconi, sovrastato da caratteristiche balze stratificate di arenaria. Si scende lungamente in diagonale sul lato sinistro idrografico del solco, quindi, attraversati alcuni lastroni di arenaria, si entra nella faggeta. In breve si giunge in un ampio pianoro boscoso; si attraversa il Rio dei Frasconi e si riceve da destra il sentiero 711, proveniente dal Lago Verde. Riattraversato il sassoso ruscello, si incontra il percorso dell’andata presso il bivio di quota 1510 e lo si segue fino all’automobile.
b) Si prosegue dritti lungo il sentiero 00 di crinale. Lasciata a sinistra una deviazione non segnalata per il Passo del Cavallo, si supera una breve ma ripida salita che porta sulla cima occidentale del Monte Bragalata (o Monte Losanna; 1856 m; 0.45 – 1 ora dal Monte Sillara).
Scendendo verso nord si può raggiungere in breve il Passo del Cavallo (1743 m), da cui è possibile un’interessante deviazione al Lago Frasconi, consigliata solo in caso di tempo stabile (difficoltà: E/EE). Trascurando il sentiero che attraversa il valico, si rimonta il crinale in direzione nord-ovest, scavalcando un piccolo cocuzzolo roccioso e poi scendendo per vaghe tracce tra prati e roccia affiorante. Presto il Lago Frasconi appare alla vista e, anche se le tracce tendono a perdersi, se non c’è nebbia il percorso è evidente.
Abbassandosi tra dossi erbosi si raggiunge il Lago Frasconi (1603 m), piccolo (circa 2400 mq) ma molto grazioso, posto in una conca sospesa sul crinale al limite della faggeta. Dal laghetto è possibile raggiungere il vicino sentiero CAI 711, ma lo sconsiglio: il sentierino di collegamento è scomparso, e ci si deve muovere in una scomoda e contortissima faggeta. È preferibile tornare al Passo del Cavallo e seguire il sentiero che porta ai Laghi di Compione, oppure quello che scende verso il Lago Verde.
Si continua verso est lungo il sentiero di crinale, scavalcando o aggirando le altre due cime del Monte Bragalata. In seguito si scende ripidamente sul versante toscano. Ritornati sullo spartiacque, si giunge al Passo Giovarello (1749 m), importante crocevia di sentieri. Si piega a sinistra (segnavia 707) e si scende in breve al Lago Martini (1715 m).
Piccolissimo specchio d’acqua di forma lunga e stretta posto in una piccola conca sospesa proprio sotto alla vetta del Monte Bragalata. Si estende per circa 2200 mq ed è profondo al massimo 1,5 m. Visto che il piccolo immissario è stagionale (avendo un bacino estremamente esiguo), in estate inoltrata il laghetto tende a prosciugarsi.
Si scende lungamente in diagonale tra dossi di erba e massi, quindi si lascia a destra il sentiero 705 diretto a Prato Spilla. Si continua in ambiente aperto, quindi si attraversano alcuni caratteristici lastroni di arenaria; attraversati due rii dall’alveo sassoso e un boschetto di faggi, si trova il Bivacco Cagnin (1589 m).
È stato ricavato dalla ristrutturazione ad opera di privati della Capanna del Lago Verde. Sempre aperto, è dotato di locale pranzo con tavolo, panche e caminetto.
Si sorpassano due ruscelli e, disceso un altro lastrone inclinato si rientra nel bosco. Il sassoso sentiero esce di nuovo all’aperto in un vallone ai piedi del Monte Torricella, attraversa un rio, poi piega a sinistra. Si entra definitivamente nel bosco e, con alcuni saliscendi, si contorna a est la conca del Lago Verde, a tratti visibile tra gli alberi. Incontrata l’ampia mulattiera che collega il Lago Verde al Lago Ballano, si scende a sinistra (segnavia 711) e in breve si è alla Capanna Lago Verde (1513 m), dove si trova un altro bivio.
Si tratta dell’edificio in cui risiedevano i guardiani della diga del Lago Verde, ormai dismessa e in rovina. Anche la capanna è pericolante e recintata. Scendendo a sinistra si giunge in pochi minuti al bellissimo Lago Verde, uno dei più vasti laghi naturali di questo tratto di Appennino.
Si trascura l’ampia mulattiera e si gira a destra lungo il sentiero 709A, che scende in breve ad un bivio. Si va a destra, tagliando con alcuni saliscendi nella faggeta cosparsa di massi, sul fianco occidentale del Monte del Lago. Il sentiero si innesta su un poco marcato costolone, che si segue in ripida discesa; di tanto in tanto il bosco si apre regalando viste sul sottostante vallone. In fondo alla discesa, si sbuca in un pianoro, che si attraversa verso sinistra. Si guadano gli alvei sassosi del Rio del Lago e il Rio dei Frasconi, lasciando sulla sinistra alcuni ruderi; con brevi saliscendi ci si riporta sul percorso dell’andata in corrispondenza del bivio di quota 1325). Da qui lo si segue a ritroso fino all’automobile.
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