Sentiero naturalistico dei Laghi del Gorzente

Caratteristiche

Difficoltà: E
Dislivello in salita: 500 m circa
Tempo: 4.30 – 5.30 ore
Ultima ricognizione: Marzo 2023

Si tratta di un percorso ad anello di circa 13,5 km che si sviluppa nell’alta valle del Gorzente, toccando il Lago Lungo e il Lago Bruno. L’itinerario è molto vario e interessante, ma piuttosto contorto; la frequente segnaletica orizzontale e verticale fa sì che non ci siano problemi di orientamento. Nonostante il dislivello totale non sia eccessivo, i continui saliscendi rendono il percorso piuttosto faticoso, consigliato ad escursionisti allenati.

Accesso

a) Dal casello di Genova Bolzaneto si va a Pontedecimo, da cui si gira a sinistra per Campomorone. Si prosegue lungo la strada principale in direzione dei Piani di Praglia, superando San Martino di Paravánico e Caffarella. Effettuati alcuni tornanti, la strada sale dolcemente in diagonale fino alla località Prou René (ampi spiazzi per il parcheggio), situata circa 900 metri prima della Colla di Praglia.
b) Dal casello di Masone si gira a sinistra per Campo Ligure, da dove si sale verso le Capanne di Marcarolo. Poco prima delle capanne si svolta a destra per la Colla di Praglia; superato il valico, si prosegue in dolce discesa per altri 900 metri, fino agli ampi spiazzi in località Prou René (824 m).

Itinerario

Il percorso è indicato con segnavia bianco-rossi, bandierine bianco-rosse con la scritta “SN” e paline ai bivi. Dal parcheggio di Prou René si imbocca una stradina asfaltata che taglia quasi in piano verso nord-ovest. Dopo un centinaio di metri si imbocca a destra un sentiero in discesa, che passa a fianco di una cascina isolata con faggi secolari. In breve si giunge sul fondo di una vallecola; si attraversa una bella radura pianeggiante, quindi si prosegue in dolce discesa sul lato destro idrografico del Fosso di Valle Calda.
Effettuato un primo guado, si procede sul versante opposto, incontrando alcune zone umide. Il sentiero sale brevemente, poi attraversa una macchia di castagni in cui si riconoscono i resti di vecchie terrazze (località Vallecalda). Si guada nuovamente il rio, quindi si lascia a destra un ramo dell’Anello delle Sette Neviere. Una brevissima salita guida alla neviera 5 (753 m).

Le neviere, realizzate a partire dal 1600, erano grandi buche scavate nel terreno, dalla pianta circolare, in cui veniva raccolta, pressata e conservata la neve. Questa veniva poi trasportata a valle per refrigerare cibi e bevande, quando ancora i frigoriferi non esistevano (notizie tratte da AA.VV. Guida al Sentiero naturalistico dei Laghi del Gorzente, pag. 105). La neviera 5 è tra le più ampie e meglio conservate della zona; è circondata da numerose specie di alberi, identificate ognuna da un cartellino in legno.

Subito dopo si lascia a destra l’Anello delle Sette Neviere, diretto al Bric Roncasci, e si piega a sinistra. Attraversato un piccolo rio, si giunge alla Pietra del Grano (746 m).

Si tratta di un enorme masso di metagabbro, situato lungo un’antica via di comunicazione tra la Val Polcévera e l’Alessandrino, nota come “via delle Capanne”. In corrispondenza del masso, che fungeva probabilmente da punto di riferimento ben riconoscibile, si svolgevano gli scambi di merci: i prodotti provenienti dal versante padano, come grano e vino, venivano scambiati con i prodotti che venivano dalla costa, come sale e olio.

Si attraversa nuovamente il Fosso di Valle Calda, quindi si segue una larga mulattiera che taglia sul lato sinistro idrografico; il rio forma suggestive pozze e cascatelle. Si lasciano a destra due diramazioni per il Passo di Prato Leone: la prima, poco evidente, segnalata da vecchi cerchi gialli pieni, la seconda indicata da una palina in legno. La mulattiera scende dolcemente, allontanandosi man mano dal fondovalle; sullo sfondo compare la larga mole del Monte delle Figne.
Passati dalla località Landrighe, si valica un piccolo contrafforte roccioso (726 m). Piegando a sinistra, si entra nel vallone del Rio Lischeo, alti sopra la “coda” del Lago Lungo. Si taglia in piano fino ad un secondo piccolo valico, poi si scende a guadare il Rio Ciapuzzi. Subito oltre si trova un bivio, dove si lascia a sinistra il segnavia “cerchio giallo pieno” diretto ai Piani di Praglia; seguendo a destra il Sentiero naturalistico, si giunge in breve sul Rio Lischeo, che si attraversa sfruttando i massi affioranti.
Si piega ancora a destra e si procede per alcune decine di metri su uno stretto sentiero malagevole, a pelo dell’alveo. Il sentiero diventa poi più comodo e porta ad una briglia in cemento (686 m), oltre la quale il Rio Lischeo si tuffa nel Lago Lungo.

È il più ampio dei tre Laghi del Gorzente (280000 mq), costruito negli ultimi decenni dell’800 con una diga alta 39 metri lungo il corso del torrente omonimo. Venne costruito successivamente al Lago Bruno, in primo luogo per ampliare la capienza totale del complesso, e in secondo luogo, per proteggere la più “fragile” diga del Lago Bruno da pericolose piene. I laghi oggi appartengono all’IREN, e vengono utilizzati per la produzione di energia elettrica alla centrale di Gallaneto e per alimentare gli acquedotti della città di Genova.

Si continua in piano lungo la sponda occidentale del Lago Lungo. Attraversato il Rio Badessa, si incontra un bivio: si abbandona il sentiero pianeggiante che prosegue verso la vicina diga e si piega bruscamente a sinistra. Salendo ripidamente nel castagneto si supera la piazzola di una carbonaia; sulla destra si trova una fonte (spesso in secca). Il sentiero sale a sinistra fino ad affiancare nuovamente il Rio Badessa, poi piega a destra. Traversando in piano si doppia un ampio contrafforte boscoso (quota 750 circa), da cui compare alla vista il sottostante Lago Bruno.
Inizia quindi una ripida discesa, su traccia un po’ malagevole; un facile gradino roccioso è attrezzato con cavo metallico da usare come corrimano. Effettuate alcune svolte, si confluisce nella stradina sterrata che collega il Lago Bruno al Lago Badana. La si segue verso destra in discesa, quindi si attraversa il ponte sul Lago Bruno (648 m); sulla destra, oltre un breve tratto di torrente, si innalza la diga del Lago Lungo.

Il Lago Bruno è il più antico dei tre Laghi del Gorzente: la costruzione della diga iniziò nel 1880 e finì nel 1883, ma poi fu più volte ampliata e rinforzata fino al 1926. Si tratta inoltre di quello posto alla quota più bassa. Si estende per 200000 mq ed è sbarrato a valle da due dighe, di cui la principale è alta 38 metri; al centro del bacino artificiale si trova una caratteristica isoletta. Il lago porta il nome dell’ingegnere Nicolò Bruno, ideatore ed esecutore dei lavori.

Si sale brevemente e si giunge ad un bivio, dove si va a destra su stradina cementata. Una salita ripida porta alla Cappella della Madonna del Buon Consiglio e all’adiacente casa dei guardiani della diga del Lago Lungo. La stradina prosegue in piano, a fondo sterrato, in direzione della vicina diga. Dopo poche decine di metri, in corrispondenza di una palina, la si abbandona per piegare a sinistra. Si attraversa uno spiazzo a monte di un pollaio, poi si imbocca a destra un ripido sentiero che sale nel bosco.
Guadagnata una spalla (quota 750 circa), si entra nel vallone del Rio di Passo Mezzano, tagliando a mezza costa con alcuni saliscendi. Il sentiero riprende poi a salire e giunge ad un bivio: si piega a destra e, con alcuni gradini, si raggiunge il Sacrario dei Martiri di Passo Mezzano (800 m circa).

Il sacrario ricorda 14 partigiani che, sfuggiti all’eccidio della Benedicta, furono raggiunti e trucidati dai nazifascisti in questo luogo, il 18 aprile 1944.

Il sentiero prosegue salendo lungo la massima pendenza, a tratti poco evidente, tra erba, radi pini e rocce affioranti. Attraversato un boschetto, le ultime roccette guidano alla tondeggiante cima del Bric Nasciu (o Bric Lago Lungo; 923 m).

Dalla vetta si ha un bellissimo panorama sui laghi Lungo e Bruno, e sulle montagne circostanti. Nelle giornate limpide è visibile l’arco alpino sullo sfondo. Sul culmine della montagna si notano due cippi metallici con le lettere “ADFG”: indicano il confine dei terreni di proprietà della Società anonima Acquedotto De Ferrari Galliera, che costruì i Laghi del Gorzente.

Si percorre il crinale in direzione est e, con una breve discesa, si raggiunge la piatta sella erbosa del Piano della Benna (882 m). Il sentiero effettua un ampio semicerchio verso destra in ambiente arido, quindi, salendo dolcemente, confluisce nell’Alta Via dei Monti Liguri, proveniente dal Passo Mezzano. Continuando verso destra, si giunge in breve sullo spartiacque principale appenninico in corrispondenza di una sella pianeggiante (910 m).

Piegando decisamente a sinistra lungo lo spartiacque, si può salire in una decina di minuti all’ampia cima del Bric di Guana (963 m), che offre un vasto panorama.

Si attraversa una recinzione e subito dopo si incontra un bivio. Si lascia temporaneamente a sinistra l’AVML per proseguire a destra in piano sullo spartiacque, tra erba e radi pini. Passati accanto ad un traliccio della teleferica che collegava Gallaneto ai Laghi del Gorzente, si raggiunge l’Osservatorio del CAI (905 m).

L’osservatorio è stato realizzato a cavallo tra gli anni ’80 e ’90, ristrutturando una costruzione dell’Acquedotto De Ferrari-Galliera. È intitolato a Damiano Barabino, caduto sul Dôme de Neige des Écrins nel 2012. Si compone di due locali adiacenti, che contengono una mostra permanente sugli aspetti naturalistici dell’area dei Laghi del Gorzente, stufa, tavoli e panche. Sul retro del corpo principale si trova un terzo piccolo vano sempre aperto che funge da riparo di emergenza (“assustu“). Sul retro del rifugio si trovano: una tavola di orientamento, con indicati i nomi delle principali cime visibili in panorama, e una meridiana.

Subito prima dell’osservatorio si piega a sinistra e, scendendo in diagonale, ci si ricongiunge con l’AVML. Con due tornanti, si giunge alla Fontana dei Segaggín (spesso in secca nei periodi siccitosi), poi si prosegue tra erba e pini fino al Passo di Prato Leone (779 m).

È una marcata sella sullo spartiacque principale appenninico, posta tra le valli del Gorzente e del Torrente Verde (affluente del Polcevera). Vi transita una strada sterrata, che collega il Giogo di Paravànico con i Laghi del Gorzente. Una mulattiera sale al passo da Gallaneto, in val Verde.

Lasciando a destra la strada sterrata, e con essa l’AVML, si sale per pochi metri verso sud, fino ad un passaggio attraverso una recinzione. Sull’altro lato della recinzione, si dipartono due sentieri: si trascura quello più ampio e pianeggiante, diretto al Pian Lupino, e si segue quello a destra, indicato dalla palina del Sentiero naturalistico. Si procede in salita diagonale sul versante est del Bric Roncasci, con bei panorami sulla Val Polcévera e sull’Appennino Ligure centro-orientale. Dopo una breve discesa si piega a destra, poi si attraversa una recinzione e si ritrova la strada sterrata percorsa dall’AVML. Scendendo brevemente a sinistra si è al Giogo di Paravánico (781 m).
Lasciando a sinistra la strada sterrata, si prende a destra il sentiero dell’AVML. Si trascura una deviazione a destra per la neviera 1 (raggiungibile in pochi passi), poi si incrocia l’Anello delle Sette Neviere e si continua dritti in salita tra i radi pini. Più in alto, il Sentiero naturalistico si stacca a destra, per condurre sul culmine della Quota 838, dove sorge il Termine della Tavola di Polcévera.

La Tavola di Polcévera è una tavola bronzea risalente al 117 a.C., in cui si riporta una sentenza pronunciata nel Senato romano a riguardo di una disputa tra le tribù liguri dei Genuati e dei Viturii. Tra i numerosi termini che definivano il confine tra le due tribù, l’unico ad essere sopravvissuto fino ai giorni nostri è quello della Quota 838, citata sulla tavola come “Mons Lemurinus Summus”. Il termine è costituito da una pietra fitta in metagabbro.

Girando a sinistra, ci si ricongiunge in breve all’AVML, che scende lungo un ampio costone percorso da un metanodotto. Dopo poche decine di metri si svolta a destra e ci si abbassa nel bosco. Si incontra una pista sterrata e la si segue per pochi passi a sinistra, poi si riprende a destra il sentiero segnalato che taglia in piano tra i noccioli. Una breve salita porta ad un valico poco marcato nei pressi del Prato del Gatto; il sentiero si allarga, diventando una stradina sterrata che scende dolcemente tra due recinzioni. Lasciata a destra la bella Casa Prato Renile, si ritorna infine al valico di Prou René, dove si conclude l’anello.

La Pietra del Grano
La Pietra del Grano (12 marzo 2023)
Scorcio del Lago Lungo
Scorcio del Lago Lungo (12 marzo 2023)
Il Sacrario dei Martiri di Passo Mezzano
Il Sacrario dei Martiri di Passo Mezzano (12 marzo 2023)
Panorama dal Bric Nasciu verso il Lago Bruno e la Costa Lavezzara
Panorama dal Bric Nasciu verso il Lago Bruno e la Costa Lavezzara (12 marzo 2023)
Sul crinale tra il Bric Nasciu e il Piano della Benna
Sul crinale tra il Bric Nasciu e il Piano della Benna (12 marzo 2023)
L'Osservatorio del CAI e la Val Polcévera
L’Osservatorio del CAI e la Val Polcévera (12 marzo 2023)

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