Mónesi di Triora – Passo di Garlenda – Monte Saccarello
Caratteristiche
Difficoltà: E
Dislivello in salita: 700 m circa
Dislivello in discesa: 30 m circa
Tempo: 2.30 – 3 ore
Ultima ricognizione: Luglio 2023
Si tratta di un itinerario classico per salire al Monte Saccarello dal versante nord, un po’ caduto in disuso negli ultimi anni. Partendo da Mónesi di Triora, si sale per un suggestivo vallone al Passo di Garlenda, sullo spartiacque principale alpino. Da qui, seguendo la stradetta ex-militare percorsa dall’Alta Via dei Monti Liguri, si segue il panoramicissimo crinale fino alla vetta.
Nella stagione estiva il vallone è frequentato da mandrie con cani da pastore, per cui bisogna fare un minimo di attenzione. In genere cani e bestiame stazionano nei dintorni della Margheria Panizzi, che è comodamente aggirabile per prati sia a monte che a valle.
Accesso
a) Dal casello di Albenga si segue la direzione Pieve di Teco, risalendo la valle Arroscia e superando il detto paese. Poco prima di Acquetico si va a sinistra sorpassando Mendática e il Colle San Bernardo, e giungendo a Mónesi di Triora (1381 m). Qui si lascia a sinistra la strada per Piaggia e si prosegue lungo la stradetta asfaltata che sale a sinistra con vari tornanti fino ad uno spiazzo a quota 1524.
b) Dal casello autostradale di Ceva si risale la val Tanaro (SS28) fino a Nava, da cui si imbocca la strada che sale al Colle San Bernardo di Mendática. Dal colle si prosegue come per la possibilità “a”.
La località di Mónesi è divisa tra i comuni di Mendática e Triora. La frazione Mónesi di Mendática, tristemente colpita da una grande frana nell’autunno 2016, comprende alcune case antiche e villette di vacanza. Mónesi di Triora è invece completamente moderna: è nata negli anni ’50 come stazione sciistica (l’unica della provincia di Imperia), e comprende alcuni palazzoni in stile “francese”, con alberghi e bar-ristorante. Dopo alcune stagioni fortunate tra gli anni ’50 e ’60, la stazione sciistica di Mónesi è andata in declino. Colpo di grazia è stata la frana del 2016, che, oltre che portarsi via parte della frazione Mónesi di Mendática, ha interrotto la strada di accesso. La strada è stata poi riaperta nel 2020, e attualmente ci sono piani di rilanciare la stazione sciistica.
Itinerario
Dallo spiazzo si diparte una carrareccia sbarrata con cartello di divieto d’accesso per le auto che si innalza dolcemente verso sud. Salendo con ampi tornanti (scorciatoie) tra boschetti e radure, ci si addentra nell’ameno vallone che fa capo al Passo di Garlenda, sovrastato a sinistra dal Monte Frontè. Giunti alla Margheria Panizzi (1657 m), si lascia a destra un sentiero che sale ad un vicino skilift, e si prosegue a sinistra lungo una pista inerbita. La carrareccia si innalza in diagonale sul versante sinistro idrografico del vallone, fino al ripiano dove si trova la diroccata Margheria Sottana di Tanarello (1727 m).
In corrispondenza di una targhetta metallica con scritto “AV” si diparte a destra una scorciatoia: un sentiero, assai malagevole e rovinato dall’erosione, sale direttamente per prati verso sud-ovest, portando al Rifugio Sanremo.
Lasciando a destra la scorciatoia, si attraversa il ripiano invaso dalla vegetazione, quindi si prosegue per tracce poco evidenti che si mantengono più o meno sul fondo del vallone, in direzione dell’evidente Passo di Garlenda. Giunti nel circo terminale del vallone, si passa poco sotto ai ruderi della Margheria Soprana di Tanarello (1818 m), situati alla base di una scarpata rocciosa. Il sentiero rimonta il versante terminale con un semicerchio verso sinistra, tra erba, arbusti e radi larici. Trascurata una diramazione per il Passo Frontè (sconsigliabile perchè abbandonata), il sentiero piega a destra e conduce al Passo di Garlenda (2015 m), dove si trovano alcune casermette diroccate.
Si tratta di un’ampia sella erbosa posta sullo spartiacque principale della catena alpina, tra i monti Frontè e Cimonasso. Da qui il panorama si apre improvvisamente sull’alta Valle Argentina fino al mare.
Salendo a sinistra, prima per la sterrata dell’Alta Via dei Monti Liguri, poi direttamente per il crinale erboso, si può raggiungere in 20-25 minuti la vetta del Monte Frontè (2151 m).
Si prosegue verso destra lungo una stradetta sterrata (segnavia dell’Alta Via dei Monti Liguri) che sale dolcemente tenendosi poco sotto il crinale sul lato della val Tanaro. Aggirato il Monte Cimonasso, con una breve discesa si raggiunge il piccolo Rifugio Sanremo (2054 m).
È un rifugio di proprietà dei CAI di Sanremo. Dispone di 30 posti letto e cucina, ma di solito è chiuso, e le chiavi vanno richieste alla suddetta sezione CAI. La prenotazione si deve effettuare sul sito apposito (https://caisanremo.it), dove vengono indicati anche i punti di ritiro delle chiavi. Per informazioni telefonare a Riccardo Belotti (tel. 347.4031293) o scrivere a cairifugiosanremo@gmail.com.
La stradetta sterrata prosegue in lieve salita per aggirare la Cima Valletta della Punta, poi scende dolcemente e passa accanto al Rifugio la Terza (2048 m).
Un tempo stazione di arrivo della seggiovia di Mónesi, che oggi si ferma più in basso, oggi l’edificio è rifugio alpino, aperto nel periodo estivo con servizio di alberghetto e in grado di ospitare circa 30 persone (https://rifugiolaterza.it/).
In breve si giunge alla Sella della Valletta (2042 m), dove si lascia a destra una diramazione che taglia in piano. Si prosegue lungo il panoramicissimo crinale in salita più decisa, poi si piega a destra per aggirare un dirupo di rocce stratificate. Ritornati sul crinale, con una breve salita si giunge sull’anticima est del Monte Saccarello. Sul culmine, raggiungibile con una brevissima deviazione, sorge la Statua del Redentore (2165 m), protesa verso la valle Argentina.
Sul lato nord della cima dove si trova la statua arriva la sciovia Plateau, attiva nei mesi invernali.
Con una breve discesa si giunge alla sella ai piedi della cima principale, dove si riceve da destra la strada sterrata ex-militare proveniente da Mónesi. Si prosegue dritti lungo un sentiero che passa accanto ad un cippo, quindi ritrova la stradina militare presso i ruderi di alcune casermette. Si sale l’ultimo tornante della stradina, quindi si percorre il brevissimo sentiero che porta sulla cima del Monte Saccarello (2201 m).
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