Fangacci di Campigna – Monte Falco – Monte Falterona – Capo d’Arno – Fangacci di Campigna

Caratteristiche

Difficoltà: T fino al Monte Falco, poi E
Dislivello in salita: 550 m circa
Tempo: 4 – 4.30 ore (intero anello)
Ultima ricognizione: Giugno 2019

Partendo dai Fangacci di Campigna, l’escursione per raggiungere le cime dei monti Falco e Falterona è molto breve e facile. Si propone qui di allungarla effettuando un percorso ad anello, che permette di toccare la sorgente del Fiume Arno e il caratteristico Lago degli Idoli.

Accesso

a) Si esce al casello autostradale di Firenze Sud e ci si porta a Pontassieve, da cui si risale il Passo della Consuma (SR70). Si scende quindi a Stia; qui si svolta a destra, poi due volte a sinistra, imboccando la SS310 che sale lungamente fino al Passo della Calla. Qui si svolta a sinistra lungo la diramazione che porta in 4 km al parcheggio dei Fangacci.
b) Da Arezzo si segue la SR71 fino a Bibbiena, da cui si prosegue ancora fino a Stia. Si gira a destra lungo la SS310 per Forlì e si sale lungamente fino al Passo della Calla; qui si svolta a sinistra per i Fangacci.
c) Da Forlì si segue la SP4, passando per Cusercoli, Civitella di Romagna e Santa Sofia. Si prosegue salendo lungo la SS310 per Arezzo, che guida a Campigna e al Passo della Calla. In corrispondenza del valico si svolta decisamente a destra portandosi al grande parcheggio dei Fangacci di Campigna (1482 m).

Presso i Fangacci di Campigna, sul versante settentrionale del Monte Falco, si trova una piccola stazione sciistica. Nei pressi della strada asfaltata che prosegue verso il Passo Piancancelli si sviluppano un percorso per ciaspole e uno per sci di fondo.

Itinerario

Si prosegue a piedi lungo la strada asfaltata, passando subito sotto al Rifugio la Capanna e tagliando con brevi saliscendi nella faggeta. Lasciata a destra una pista sterrata, una breve salita conduce al Passo Piancancelli (1487 m), posto sullo spartiacque principale appenninico.

Si tratta di una sella poco marcata, posta tra il Poggio Piancancelli e l’altopiano di Pian delle Fontanelle. È attraversato dalla strada che collega il Passo della Calla con il paese di Castagno d’Andrea; questa rotabile, appena passata in territorio toscano, diventa sterrata ed è interdetta al traffico.

Si svolta a sinistra lungo un’ampia mulattiera (vari segnavia: 00, GEA e Alta Via dei Parchi), che sale dolcemente nel bosco, contornando a est la poco marcata cima del Poggio Piancancelli. Ci si porta poi sul crinale nord del Monte Falco, detto Pista del Lupo, e lo si segue fino ad una piccola sorgente con pannello esplicativo (quota 1600 circa). Qui, invece che seguire la mulattiera segnalata, che effettua un giro più lungo, si consiglia di prendere a destra un sentiero più diretto. Con una salita ripida ma breve ci si porta sul dorso sommitale della montagna, dove si ritrovano i segnavia. Si piega a destra e, tra prati e macchie di faggi, si raggiunge il punto culminante del Monte Falco (1657 m; 0.50 – 1 ora dai Fangacci), dove si trova una panchina.

Si gira a sinistra nel bosco e, dopo una breve discesa su fondo roccioso, si continua in lievissima pendenza seguendo da vicino la cresta sud-occidentale del Monte Falco. Si supera un piccolo intaglio, a cui segue un tratto di discesa più ripida, quindi ci si porta sull’ampia sella che divide il Monte Falco dal Monte Falterona (quota 1597). Si abbandona l’ampia mulattiera per girare a destra (segnavia 00); un ripido sentiero sale direttamente tra i faggi, poi piega a destra a mezza costa. Si attraversano alcune radure e alcune piccole macchie di pino mugo, quindi si riceve da destra il segnavia 16 e si arriva alla grande croce di vetta del Monte Falterona (1654 m; 30 – 40 minuti dal Monte Falco).

Pochi metri più avanti il sentiero si biforca e si hanno due possibilità:

a) Si prende la diramazione di destra (segnavia 00), che si abbassa sul contrafforte occidentale del Monte Falterona. Dopo un primo tratto ripido si raggiunge un ripiano (quota 1528) dove si trovano alcuni ruderi.

Si tratta del poco che resta di un rifugio, costruito dalla sezione CAI di Firenze e attivo tra il 1883 e il 1910.

Proseguendo lungo il crinale, si contornano i dirupi detti Ripe di Pasqualino, che caratterizzano il versante settentrionale. Si riprende a scendere e si giunge al Varco Crocicchie (1405 m). Qui si abbandona il sentiero 00, che prosegue alla volta del Monte Acuto, e si gira a sinistra (segnavia 17), scendendo verso sud. Ci si immette quindi in una comoda carrareccia che va seguita verso sinistra; con alcuni saliscendi si raggiunge Capo d’Arno.

b) Si va a sinistra (segnavia 3), seguendo il poco marcato contrafforte sud del Monte Falterona. Il primo tratto di discesa è ripido, e porta ad un crocevia (quota 1542). Si scende a destra, sempre seguendo il segnavia 3, ora in discesa più comoda con regolari tornanti. Ad un bivio si va a sinistra e, proseguendo tra i faggi, si giunge a Capo d’Arno (1350 m).

Una breve deviazione scalinata permette di raggiungere la vera e propria sorgente dell’Arno, che sgorga come un arzillo ruscelletto tra grandi massi. Su uno dei massi si trova una targa che cita tre versi della Divina Commedia: «…per mezza Toscana si spazia / un fiumicel che nasce in Falterona / e cento miglia di corso nol sazia» (Purgatorio, canto XIV).

Si prosegue in direzione sud lungo l’ampio sentiero con segnavia 3, che procede nella faggeta con brevi saliscendi. Si lascia a destra il segnavia 2 per Stia, quindi si giunge in pochi minuti al Lago degli Idoli (1371 m), accanto al quale sorge un piccolo riparo in legno.

Il piccolo specchio d’acqua, circondato da un canneto, giace in una bella conca erbosa tra i faggi. Un tempo era chiamato Lago delle Ciliegeta, a causa dei numerosi ciliegi che ne contornavano le sponde; il toponimo attuale si deve invece ai numerosi ritrovamenti di statuette di origine etrusca. I primi ritrovamenti risalgono al 1838; successive campagne di scavo portarono alla luce moltissimi reperti, e il lago venne addirittura prosciugato per facilitare le ricerche. A seguito di una campagna scavi più recente (2003-2007), il laghetto è stato finalmente ripristinato, nella forma in cui lo vediamo ancora oggi.

Il comodo sentiero prosegue con altri saliscendi, quindi raggiunge il contrafforte meridionale del Monte Falterona in località Scalandrino di Montelleri (quota 1400 circa). Qui si piega a sinistra (segnavia CT4) e si inizia a risalire l’ampio contrafforte, costeggiando alcune radure che nella tarda primavera mostrano trionfali fioriture di ginestra. La dolce salita riporta al crocevia di quota 1543, già incontrato nella variante “b” descritta prima. Trascurando il sentiero che riporta in vetta al Monte Falterona, si continua a destra (sempre segnavia CT4), tagliandone in diagonale il versante sud-est. In breve si raggiunge l’ampia sella di quota 1597, posta tra il Monte Falterona e il Monte Falco; da qui si ritorna indietro lungo il percorso dell’andata fino al dorso sommitale di quest’ultimo.
Qui, invece che seguire il percorso dell’andata, si continua lungo il sentiero 00 in direzione est, lasciando a sinistra la diramazione per il Passo Piancancelli. Scendendo dolcemente per il crinale boscoso, si passa accanto all’arrivo di uno skilift, quindi si giunge nei pressi di due grandi ripetitori (ampio panorama verso est). Con due svolte, si contorna a sinistra l’area recintata che li contiene, quindi ci si congiunge con la stradina di accesso (quota 1565). Si abbandonano i segnavia e, seguendo lo stradello in dolce discesa, si effettua un lungo tornante e si ritorna ai Fangacci di Campigna.

Faggeta presso il Passo Piancancelli
Faggeta presso il Passo Piancancelli (28 giugno 2019)
I dirupi stratificati di Pian delle Fontanelle visti dal Monte Falco
I dirupi stratificati di Pian delle Fontanelle visti dal Monte Falco (28 giugno 2019)
La sorgente dell'Arno
La sorgente dell’Arno (28 giugno 2019)
Il Lago degli Idoli
Il Lago degli Idoli (28 giugno 2019)

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