Sant’Ilario – Santa Maria Maddalena – Rio di Nervi
Caratteristiche
Difficoltà: T fino a Santa Maria Maddalena, poi EE
Dislivello in salita: 170 m circa
Dislivello in discesa: 60 m circa
Tempo: 1.15 – 1.30 ore
Ultima ricognizione: Febbraio 2021
Si percorre un’antica mulattiera che, tagliando il versante sinistro idrografico del vallone del Rio di Nervi, porta alla cappella di Santa Maria Maddalena, nascosta tra folti boschi. Da lì, un sentierino un po’ impervio porta fino al torrente, che forma laghetti cristallini e belle cascatelle.
Accesso
a) In treno fino alla stazione di Genova Nervi, poi a piedi seguendo la variante “b” di questo itinerario.
b) In treno fino alla stazione di Genova Nervi. Usciti dalla stazione, si percorre a piedi viale delle Palme fino a piazza Antonio Pittaluga. Qui si prende l’autobus n. 516 che porta a Sant’Ilario (186 m).
La frazione di Sant’Ilario prende il nome da Ilario di Poitiers, vescovo del IV secolo d.C. In fuga dagli eretici, Ilario abbandonò la Francia e, secondo la tradizione, si rifugiò per qualche tempo proprio sulla collina di Sant’Ilario. Sul versante sud-ovest del Monte Cordona si trova una grotticella detta in dialetto “Tann-a do Santo”, dove il Santo si sarebbe rifugiato. Secondo un’altra versione della leggenda, invece, Ilario sarebbe passato di fronte alla collina su una galea e, al suo passaggio, il colle si sarebbe liberato di tutti i serpenti che lo popolavano.
A Sant’Ilario si può arrivare anche in automobile, ma il posto per parcheggiare è poco.
Itinerario
Dalla piazza davanti alla chiesa, dove si trova il capolinea dell’autobus, si imbocca a sinistra via dei Marsano (segnavia del Sentiero Liguria), che passa sotto al cimitero di Sant’Ilario, poi taglia verso nord-ovest tra villette sparse. Quando l’asfalto termina, si continua dritti lungo un viottolo che offre bellissimi panorami sul mare e sul Monte di Portofino. In breve si giunge alla Cappella di San Rocco (205 m), posta sul costone che delimita a sud-est il vallone del Rio di Nervi. Si piega a destra e si trova subito un crocevia da cui partono diversi sentieri: si trascura la prima deviazione a destra (segnalata con due triangoli rossi e diretta al Monte Cordona) e si giunge ad un bivio.
Si ignora la diramazione in discesa e si prende a destra la mulattiera in salita (segnavia: due punti e linea rossi), con indicazioni per Santa Maria Maddalena. L’ampio viottolo sale in diagonale nella boscaglia, passando accanto ad un cancello; ad un bivio si va a destra, quindi si confluisce in un’altra mulattiera poco sotto ad una casa isolata. Si prosegue dritti e, dopo alcune centinaia di metri, si giunge ad un crocevia dove si va ancora dritti in dolce salita. Si passa accanto ad una casa, quindi si taglia lungamente nel bosco fino ad un altro bivio.
Le paline in legno indicano Santa Maria Maddalena a sinistra. In realtà i due percorsi sono indifferenti: anzi, consiglio di seguire la diramazione di destra perchè ricalca più fedelmente l’antica mulattiera di accesso alla cappelletta.
Trascurando l’indicazione per Santa Maria Maddalena, si prosegue a destra lungo la mulattiera principale segnata con due punti e linea rossi. In pochi minuti si sale ad un crocevia (quota 337). Qui si abbandona il sentiero segnalato, che prosegue in direzione delle Casette e del Passo Lentro, e si imbocca a sinistra la mulattiera con indicazioni per “Santa Maria Maddalena” e “Presepe”. La mulattiera taglia in lievissima discesa, passando poco sopra ad una casetta in pietra, quindi raggiunge la cappella di Santa Maria Maddalena (325 m).
La graziosa cappella di Santa Maria Maddalena sorge in un luogo assai appartato, in mezzo ad un castagneto nella parte alta del vallone del Rio di Nervi. Il luogo era già frequentato nel Medioevo, come punto d’incontro tra i produttori dell’entroterra e i commercianti della costa; la cappella fu costruita probabilmente nel XVI secolo, secondo la tradizione dopo un’apparizione divina. Dopo decenni di abbandono e vandalismi, nel 1993 è stata completamente restaurata. Dietro alla cappella si trova un’area picnic con tavoli e panche in legno.
Si aggira la cappella sulla sinistra e si prosegue lungo il sentiero principale, che si congiunge con un’altra traccia pianeggiante; da qui il percorso è indicato da un pallino azzurro su sfondo bianco. Si continua dritti e, scendendo brevemente, si giunge sul Fosso Bolasco, che si guada su un rudimentale ponticello di enormi lastroni di pietra. Con brevi saliscendi, si attraversa un ripido versante cespuglioso, dove il vecchio sentiero è ridotto ai minimi termini; si rientra poi nel castagneto e si giunge nei pressi di una costruzione in pietra.
Qui bisogna abbandonare il vecchio sentiero, che si infrasca poco più avanti, per scendere a sinistra su una nuova traccia che costeggia la costruzione. Con una breve risalita ci si riporta sul vecchio sentiero al di là del tratto infrascato; con un tornante si scende nell’alveo della Valle dei Seggioni, ingombro di enormi massi. Si segue l’alveo in discesa per qualche metro, poi si riprende a destra il sentierino, che taglia quasi in piano, ormai in vista del Rio di Nervi e dei suoi bellissimi laghetti. Si giunge infine ad un guado sul Rio di Nervi (quota 288), presso cui sono visibili i resti di un ponticello ormai crollato.
A monte del guado, il rio forma due ampie pozze molto suggestive e facilmente raggiungibili. Subito a valle, invece, si tuffa con una bella cascata in un piccolo orrido dalle pareti verticali; subito a valle dell’orrido, ben visibile, si trova un’altra bellissima pozza oblunga.
Il sentiero prosegue sul lato opposto del vallone, verso sud-ovest, in direzione dei casolari di Ginestraito. Sulle prime sembra ancora comodo e percorribile; mi riprometto di tornarci per vedere fino a dove si può arrivare.
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